Lo scultore britannico Anthony Gormley è ossessionato con la relazione del corpo umano con lo spazio. Nei suoi 40 anni di traiettoria artistica, Gormley ha esplorato, in diverse installazioni (come per esempio Another Place, Domain Field o Inside Australia), i collegamenti tra corpo e spazio.
La cosa interessante è che Gormley parte dell’esperienza con il suo proprio corpo e la soggettività, per invitare lo spettatore a partecipare a questo intimo punto di vista, conferendogli in questo modo una proiezione collettiva.
Le opere di Gormley sono state esposte in alcune delle istituzioni più importanti del mondo, come per esempio la Tate, il British Museum i Inghilterra, la Kunsthalle di Kiel (Germania) e il Museo Nazionale della Stroria Moderna di Pechino. Il suo particolare mondo visivo sarà adesso in mostra a Roma, presso il MACRO. “Drawing Space” è stata inaugurata il 26 ottobre e rimarrà aperta fino al 6 febbraio.
Curata da Luca Massimo Barbero e Anna Moszynska, la mostra consiste in 80 disegni, realizzati dal 1981 fio ad oggi e che rappresentano una parte importante della traiettoria artistica di Gormley. Sono inoltre esposte quattro sculture recenti.
Affascinato dalla penetrazione dell’umano nello spazio immaginativo, emotivo e concreto, nei suoi disegni l’artista prende come iniziale punto di riferimento il corpo umano per poi esplorare il modo nel quale ci relazioniamo e ci muoviamo nello spazio. Gormley tuttavia sente anche un forte interesse per quei momenti critici, quando l’umano inizia a disorientarsi e a perdersi, quando lo spazio lo invade.
Per ulteriori informazioni: http://en.macro.roma.museum/mostre_ed_eventi/mostre/antony_gormley_drawing_space
Heloise Battista
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