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ONLY BE BARCELLONESE

Only-Be Barcellonese

Fura dels Baus; Tito Andronico a Barcellona

Dal 19 maggio al 5 giugno la compagnia di danza La fura dels baus si esibirà al Mercat de las flores di Barcellona con l´opera di teatro e danza Degustación de Titus Andrónicus, una rappresentazione di teatro sperimentale avanguardista che ripropone un classico di Shakespeare coinvolgendo tutti e cinque i sensi e oltrepassando le frontiere dell´impossibile nell´arte. La compagnia teatrale La fura dels baus viene fondata nel 1979 a Barcellona da Marcelí Antunez Roca, Quico Palomar, Carles Padrissa e Pere Tantinya. Fin dall´inizio si autodefinisce una compagnia sperimentale, alla ricerca di soluzioni sceniche che rompessero con il teatro classico, sia nella rappresentazione in sé, sia nel rapporto con il pubblico. Proprio a partire da questo desiderio venne coniata la definizione di linguaggio furero, che descriveva l´incontro tra pubblico, opera e compagnia. Negli anni ´80 la compagnia aggiunge al suo repertorio le azioni teatrali, e inizia a lavorare con la musica, la danza, i materiali industriali e naturali e nuove tecnologie, progredendo nel processo di creazione collettiva fino a coinvolgere attivamente gli spettatori nell´opera, rivoluzionando così le basi stesse della rappresentazione teatrale. Negli anni ´90, con l´aiuto delle nuove tecnologie digitali, il gruppo si avvicina all´opera, agli spettacoli in grande scala e contribuisce addirittura alla realizzazione dello spettacolo di apertura dei giochi olimpici di Barcellona del 1992. Degustación Titus Andrónicus è una sorta di ritorno al linguaggio furero tramite l´adattamento dell´opera shakespeariana La tragedia di Tito Andronico, che si addentra nelle passioni umane e nelle emozioni attraverso tutti e cinque i sensi. Ma mentre quattro di questi sensi – vista, udito, tatto, olfatto – fanno comunque parte di qualsiasi opera...

Omer Fast al CaixaForum

Fino al 29 maggio verrà presentata presso il CaixaForum di Barcelona la mostra Videoinstalaciones The Casting – Nostalgia dell’artista concettuale Omer Fast. Le opere appartengono alla Collezione di Arte Contemporanea della Fundación la Caixa. Omer Fast nacque a Gerusalemme, Israele, in 1972. Dopo aver studiato arte presso l’Università di Tufos, ottenne un posto di insegnamento all’Hunter College. Il suo interesse per le videoinstallazioni nasce dalla sua capacità di esprimere contenuti complessi e interagire con lo spettatore. Le videoinstallazioni sono opere d’arte che usano la relazione tra il carattere bidimensionale dell’immagine elettronica e la tridimensionalità dell’installazione nella quale si inserisce l’immagine. Questa espressione artistica irrompe timidamente nei musei alla fine degli anni ’90 e messa in questione per la sua materialità. Oggi occupa un luogo importante nella storia dell’arte e alcune videoinstallazioni sono estremamente valide. Fast è conosciuto per essere uno dei artisti di video più ammirati dalla critica specializzata. Le sue installazioni visuali sono caratterizzata dalla documentalizzazione del racconto narrativo, un lavoro complesso che esige la creazione di testi che ricostruiscono la storia attraverso schermate simultanee, trasmettendo allo spettatore una specie di sperimentazione sopra i limiti della realtà. L’opera Nostalgia è un interessante documentario drammatizzato con una descrizione narrativa, nel quale le configurazioni si rapportano alla realtà attraverso costruzioni narrative filmiche. La storia è basata su una conversazione tra Fast e un migrante proveniente dall’Africa, alla ricerca di asilo a Londra. Questa traccia narrativa è ricostruita con immagini che sembrano ripetersi nel corso del film. La videoinstallazione fu coprodotta da South London Gallery, University of California, Berkeley Art Museu, e Pacific Film Archive, nonché l’associazione Verein der Freunde der...

Anonymous Barcelona

Proprio quando avevi perso le speranze nell’organizzazione sociale che cerca di difendere i nostri diritti di consumatori, cittadini, utenti o semplicemente facenti parte della complessa vita sociale che conduciamo, ecco che appaiono alcuni gruppi che riescono a sorprendere uscendo da questa specie di sopore a cui ci condanna la comodità moderna. In questo caso si tratta di un gruppo di giovani, mossi da diversi interessi, dai più ludici ai più impegnati socialmente, uniti in particolare da un forte atteggiamento critico nei confronti dei tentativi di limitare la libertà di espressione su Internet. Il suo nome è Anonymous e più che di un gruppo, inteso nell’accezione classica, si tratta di un insieme di giovani e meno giovani che condividono idee e obiettivi comuni e si mobilizzano in un’azione sociale frontale che vale la pena di conoscere. Anonymous oggi si è diffuso in quasi tutto il mondo, a partire dall’idea di un utente che postava in pagine Internet e siti di immagini utilizzando il nome utente “anonimo”. A partire da questo fatto, in apparenza banale, si crea, stando a quanto dichiara uno dei membri di Anonymous Barcelona che ho avuto l’occasione di intervistare, “una supercoscienza basata su Internet”, dove molti utenti anonimi si uniscono su alcuni siti con obiettivi comuni e generano azioni di protesta, creando una specie di nuovo movimento sociale. L’intervistato mi ha inoltre raccontato i movimenti del gruppo a Barcellona e come è cresciuto, aggregando giorno dopo giorno sempre più “anonimi” tra le proprie fila. Le azioni di questo gruppo hanno inizio nel 2008, con le proteste contro la chiesa di Scientology, prima azione pubblica, vero e proprio...

Festival di Flamenco a Barcellona

Dal 18 al 21 Maggio a Barcellona si realizzerà una nuova edizione del Festival di Flamenco Ciutat Vella, organizzato dalla scuola di musica Taller de Músics. Giunto alla sua 18ª edizione, quest’anno il festival si amplia e comprende nuovi spazi, tra cui il “Mercat de les Flors” e il Teatro del CCCB, ed aggiunge nuove manifestazioni artistiche. Le numerose proposte di questo evento nel 2011 si riuniscono sotto il titolo “OMEGA”, ultima lettera dell’alfabeto greco che significa fine ma anche speranza di un nuovo inizio, di nuovi apporti innovatori affinché un nuovo ciclo inizi, e questo rappresenta il denominatore comune delle proposte presentate, che cercano di innovare e coinvolgono il pubblico in varie maniere. Il Flamenco, centro nevralgico della proposta artística di quattro giorni, è un genere di musica e danza nato in Andalusia a metà del secolo XVIII, nel cui sviluppo ebbero un ruolo fondamentale gli andalusi di etnia gitana. Ma il linguaggio della danza e della musica flamenca si è evoluto notevolmente dai propri inizi fino ad oggi, e l’intenzione del Festival Ciutat Vella è quella di presentare le nuove frontiere esplorate. La proposta artistica del festival è varia e multidisciplinare, e comprende anche il teatro e la performance, la música ed altre forme di ricerca artística che, nelle opere contemporanee,si mescolano con progressiva frequenza. Si mostrano quindi nuovi cammini possibili delle arti, nuove ibridazioni tra campi conosciuti, e si riserva un’attenzione speciale alle tecniche d’improvvisazione del flamenco. Molto importante in questo aspetto risulta l’apporto di Flamenco Empirico, un ciclo di ballo proposto dal Mercat de les Flors e curato da Juan Carlos Lérida e Belén Maya,...

La Notte dei Musei a Barcellona

Il 14 maggio dalle 7 all’1 del mattino tutti i musei di Barcellona saranno aperti a ricevere gli amanti della cultura e dell’arte, ed anche coloro che non ne hanno ancora il vizio ma che a cui interessa vivere una notte diversa, nella Notte dei Musei di Barcellona. La Notte dei Musei a Barcellona si inserisce nella ceebrazione che il Consiglio Nazionale dei Musei ha istituito come il Giorno Internazionale dei Musei 2011, e il cui lemma è Museo e Memoria. Questa giornata di porte aperte nei musei intende avvicinare i cittadini del mondo ai tesoro che vi si conservano e che sono patrimonio dell’umanità. Ed avvicinarli anche al lavoro di conservazione che tali istituzioni realizzano, visto che migliaia di grandi opere non esisterebbero senza tali spazi dedicati alla loro conservazione, mantenimento e cure speciali. La parola museo viene dal latino mus?um, e questa a sua volta dal greco m???????, ma significa entità pubblica o privata dedicata a conservare, proteggere, ricercare, comunicare e desporre collezioni che rappresentano alcun aspetto della vita umana. È per questo che esistono i musei di storia naturale, arte, vestiti, architettura, cera ecc. La concezione del museo è stata connessa alla visione dominante ed escludente sulla cultura. Storicamente sono stati costruiti per restringere l’accesso egualitario agli oggetti contenuti, visto che sono stati disegnati come luoghi per esperti o conoscitori. Tuttavia, negli ultimi anni tale idea ha cominciato a cambiare e i direttori di molte istituzioni si sono preoccupati per l’abbandono di questi spazi da parte del pubblico. Con questo fine, si ha iniziato a pensare in come attrarre di nuovo il pubblico alla cultura e...

Ecocity & Industry 2011 a Barcellona

Vale la pena che i governi locali incomincino a preoccuparsi di più per l´ecosistema. “Incomincino”, chiaro, perchè quello di “Go Green” ha nel tavolo più di 30 anni, e nonostante tutto continuiamo a convivere sempre con gli stessi problemi; le risorse naturali continuano a sparire, e sembra che gli sforzi non fossero mai già sufficienti. Ecocity & Industry 2011 porta sul tappettino alcuni domande relazionate alla conservazione dell´ecosistema, come soluzioni per l´industria ed i consumatori. Questa volta, Ecocity si presenta come “Soluzioni ambientali per l´industria e la città” e si celebra nelle installazioni della Fira di Barcellona, con proposte più che innovatrici; si toccheranno temi relazionati a residui (riciclaggio), acqua e rifiuti liquidi, aria, energie rinnovabili, pulizia urbana ed industriale, prevenzione di rischi lavorativi, tra gli altri. Bisogna risaltare l´importanza di questo evento non solo per le imprese in generale, bensì per i cittadini di Barcellona e, chiaro, il resto della Spagna e dell´ Europa. Durante la precedente Ecocity, realizzata nel 2009, si presentarono 160 espositori e ci furono circa 9000 visite. Tra la cose recenti che vennero presentate in quell´occasione, abbiamo potuto trovare i contenitori nuovi di Barcellona, adattati per persone con disabilità e che potranno essere già in uso da novembre 2011. A questo punto, dopo tutto questo io mi domando quanto tempo dovrà ancora passare affinché i governi locali mettano più rapidamente in pratica queste ingegnose proposte. Normalmente non sono solito scrivere su questi temi, ma è realmente allarmante l´usura che le nostre città generano nell´ecosistema. Se a quello sommiamo l´interminabile crisi economica ed il malessere generale che origina, le nostre città non smettono di essere...

Folcore. Musica elettronica con ritmi latinoamericani a Barcellona

La danzae la musica sono gli elementi di liberazione spirituale che hanno spinto molti musicisti a elaborare nuove idee attraverso la musica elettronica, ed il collettivo Folcore si distingue dagli altri gruppi emergenti poiché trasporta la musica latinoamericana propria delle comunità emarginate all’immaginario europeo. Folclore nasce nella scena underground di Barcellona come collettivo audiovisuale. La sua proposta controculturale comprende incursioni nei ritmi propri di quelle comunità costrette a emigrare a causa della crisi economica derivata dalla globalizzazione, popolazioni di origini diverse, culturalmente sradicate, obbligate a cercare nuovi orizzonti. Partendo da uno sguardo critico che parla di multiculturalità, nascono mescolanze sonore tra la cumba villera – nata nei quartieri periferici argentini -, il vallenato colombiano, e altre che includono sonorità del reggae, della salsa, della bailanta, del malambo, ritmi brasiliani e kuduro dell’Angola. Questa sfida, portare cioè l’elettronica nel campo della musica etnica, creando a regola d’arte nuove sonorità per provocare nel pubblico un effetto estetico-espressivo, è valsa al collettivo un riconoscimento tra i cultori della musica elettronica della movida barcellonese. La particolarità di questa musica è la sua origine: si tratta quasi sempre di musiche nate nelle periferie povere, dove delinquenza e resistenza culturale si fondono in danza. L’America Latina è da sempre terreno fertile per l’unione tra musica e fenomeni sociali. Negli anni ’60 e ’70, infatti, nacque la musica di protesta, che prendeva spunto da tonalità della tradizione, a cui però aggiungeva testi ispirati ai cambiamenti politici della rivoluzione. Gli anni ’80 furono poi segnati dalla nueva trova, nata a Cuba e riadattata agli avvenimenti politici del decennio. Negli anni ’90 e duemila il disincanto, a cui...

MACBA. Museo delle narrative parallele a Barcellona

A partire dal 14 di maggio, il MACBA presenta l´esposizione Museo delle Narrative Parallele, commissionata da Zdenka Badovinac e Bartomeu Marí. Questa esposizione è la prima organizzata da L´Internazionale, un´iniziativa di cinque musei dell´Europa il cui fondo patrimoniale racchiude più di 40 mila opere e che fu costituita nel 2009. La mostra riunisce un centinaio di opere della collezione del Museo di Arte Contemporaneo Moderno Galerija, della Slovenia, e partecipano all´organizzazione il Museo Julius Koller Society, di Bratislava; Van Abbemuseum, di Eindhoven;  Museum van Edendaagsen Kunst, di Anversa; Museo d´Art Contemporani, di Barcellona. Questa interessante esposizione vuole discutere le narrative esistenti nell´arte, dove la parte occidentale dell´Europa ha imposto le regole di ciò che è esteticamente accettabile, senza considerare gli interessanti processi creativi che si sono registrati nei paesi dell´ex Unione Sovietica, i cui processi percorrevano strade parallele e con poche vie di incontro. Nonostante la ricchezza creativa che si ebbe tra le situazioni politiche complesse e il fatto che oggi si vive con la stessa complessità, gli artisti dell´Europa dell´Est sono quasi sconosciuti, come le loro proposte estetiche. Durante gli anni ´70 e ´80 ci furono interessanti lavori di sperimentazione di forma violenta coi corpi tra gli artisti dell´Est, per sfidare e discutere aspetti sociali, politici e filosofici, come anche altri aspetti più iconoclasti che denunciano la banalità del potere e l´irrazionalità che portò al fallimento del comunismo sovietico. Questa proposta estetica, che confronta il potere attraverso l´uso del corpo come elemento liberatorio e catartico, acquisì una ricchezza straordinaria nei progetti creativi. Tra questi artisti vi sono i cecoslovacchi Pert Stembera e Jan Mlcoch chi proiettarono la realtà...

Julio Iglesias a Barcellona, I love you I hate you

Vediamo, vediamo… come iniziare a scrivere di uno che, nonostante tutti gli sforzi possibili, nonostante tutto il Black Metal che hai ascoltato, nonostante tutti i Paesi che hai visitato, tutta la gente che hai conosciuto, tutti i libri e i manifesti che hai letto, ha influenzato la tua educazione sentimentale, visto che, ammettilo, quando eri piccolo i tuoi genitori lo ascoltavano a tutto volume e il suono arrivava fino alla tua camera. Va bene, mi dirai di no, che i tuoi ascoltavano Triana, erano hippies e avevano album dei Ramones. Nonostante tutto ciò Julio Iglesias ce l’ha fatta ad arrivare alle tue orecchie, a farti sentire un po’ più romantico: con Julio non si camminava, si flottava. Prima di proseguire rivediamo insieme “Un día tú, un día yo”, del disco Emociones (1979), con il quale Julio si trasforma in Travolta e con questo classico di appena tre minuto ti fa scatenare sulla pista da ballo. “Tú eres así, yo soy igual. Querer así, odiar los dos, para después morir de amor”. I love to hate you Julio. Ma oltre a farti ballare ti ipnotizza, ti fa cantare e ballare senza che tu possa opporre resistenza alcuna. Julio non era solo sexy, era anche all’avanguardia! Questo disco contiene inoltre classici come “Me olvide de vivir”, successo trasmesso da migliaia di stazioni radio in tutto il mondo e dedicato a segretarie e casalinghe. Ricordo che una volta Julio Iglesias apparve in una trasmissione televisiva della quale non ricordo il nome. Quando la conduttrice gli domandò con quante donne era stato, lui si limitò a sorridere e disse qualcosa come non ricordo…...

La Sagrada Familia, Premio Architettura e Urbanistica Città di Barcellona

Tra la sorpresa generale lo scorso mese di febbraio il comune di Barcellona ha attribuito l’annuale Premio de Arquitectura y Urbanismo Ciudad de Barcelona, concesso al miglior progetto realizzato in città nel 2010, alla Sagrada Familia di Antoni Gaudí, o meglio, al progetto che proprio in questo anno è riuscito a completare quello ritenuto per molti anni impossibile, e cioè il completamento dei piani del geniale architetto catalano. Come era facilmente prevedibile la sentenza della giuria – presidiata da Carlos Ferrater e composta da Xavier Monteys, Daniel Giralt Miracle, Zaida Muxí e Mónica Gili – ha sollevato una rovente polemica. Per un gruppo importante di architetti, personaggi del mondo culturale e cittadini (che hanno organizzato una protesta collettiva mossa dalla pubblicazione di una lettera aperta sui mezzi di comunicazione) è impensabile considerare la Sagrada Familia di Gaudí come un edificio del 2010. Per loro la decisione della giuria risponderebbe più a criteri di promozione turistica basati sulla cultura dello spettacolo che a una ponderazione attenta dei progetti architettonici che più aderiscono alle esigenze dei cittadini di Barcellona, parametri che a loro opinione dovrebbero pesare di più sulla decisione presa da un governo cittadino. Un’altra importante linea critica tende a sottolineare che la concessione di questo premio alla Sagrada Familia non solo implica un’offesa all’architettura barcellonese attuale, ma invia un chiaro messaggio di tendenza involuzionista caratterizzato dalla difesa delle riabilitazioni classificate sotto il marchio dei neo (un neo kitsch in questo caso) a discapito dei lavori di restaurazione come quelli che interessano il Museo Can Framis de Poble Neu – che a partire da un’antica fabbrica hanno dato vita al museo...