Essere Latino, Latinoamericano, Sudamericano, chiamalo come preferisci, in Europa. La Spagna ha avuto colonie in America per centinaia di anni, imponendo con la Bibbia sulla fronte la propria cultura, tradizioni e la lingua spagnola, che si diffuse per tutta l’America e che ora viene parlata da milioni di persone. Lo spagnolo in Latinoamerica ora ha così tante varietà, accenti, espressioni e slang che è diventato un oceano di suoni, identità e bellezza indescrivibile. E così la lingua che venne imposta e che era sinonimo di controllo è stata assimiliata e ripartorita con un nuovo volto, nuovi significati, nuove espressioni e sensi: nuova poesia, nuova musica. Diciamo quindi che con considerando tale impatto in America Latina, bisogna essere stupidi per non prevedere un importante flusso migratorio da questi paesi verso la Spagna, che si traduce in presenza culturale, e quindi in continuazione dell’intercambio. Sfortunatamente il fascismo mascherato o non tanto mascherato degli spagnoli, a momenti sembra non permetta loro di notare che l’intercambio con l’America, e con altre culture, in Spagna è esistito per molti secoli e non verrà mai cancellato. Ricordiamo inoltre l’ancestrale presenza degli arabi in questo paese. I Latin Kings sono stati tanto demonizzati, adducendo il disastro della loro ¨cattiva influenza¨ nella cultura e tra i giovani spagnoli, che in realtà sfiora l’irrisorio. Sicuramente sono accaduti fatti violenti, ma la violenza esiste tra gli spagnoli stessi a causa del regionalismo e del razzismo, o si pensi alla violenza e al separatismo generati dal calcio. Con la crisi è facile dare la colpa agli immigrati, alle persone di colore diverso, e creare leggi repressive credendo che questo risolverà...
Poche città al mondo (forse Parigi e New York) sono così attrezzate per i bambini di ogni età come Barcellona: il suo ricco patrimonio artistico, creato a partire dal XIX secolo, piacerà sicuramente ai piccoli viaggiatori. Basterà una passeggiata sulle Ramblas, con i mimi, sculture viventi, con le edicole di fiori e animali, a catturare l´attenzione dei bambini e non solo. Ma Barcellona offre ancora di più. Parchi di Barcellona Progettato da uno degli artisti catalani più conosciuti, lo stesso che ha progettato la chiesa della Sagrada Familia, Antoni Gaudí, il Parco Güell, dall´inconfondibile stile organico, le sue colorate piastrelle, la vista sulla città, le scale, le scalinate e i portici, è una visita obbligata per qualsiasi turista che capita in città, in famiglia, da solo o in luna di miele. Ovviamente non è l´unico parco della città, anche se è effettivamente il più suggestivo. Nel centro storico della città si trova il parco della Ciudadela, aperto al pubblico alla fine del XIX secolo e progettato in stile europeo. Nei suoi 17.000 m2 di terreno si trovano belle piazze dallo stile modernista, sentieri, specie vegetali esotiche e lo zoo di Barcellona, conosciutissimo soprattutto per ospitare Fiocco di neve, un gorilla albino, e, al giorno d´oggi con un programma affollatissimo. Il parco del Labirinto di Horta, che ricrea un giardino francese, con piccoli templi e sculture classiche, e il Giardino Botanico di Barcellona, progettato per la ricerca e l´educazione, completano l´elenco delle zone verdi più importanti della città. Parchi di divertimenti a Barcelona Nonostante il divertimento sia assicurato nei parchi della città, Barcellona propone altri luoghi di divertimento e per il...
l turista che arriva ad Amserdam per la prima volta non può non sorprendersi per una serie di caratteristiche della città che ne evidenziano l’attitudine aperta, rispettosa e civilizzata, come la liberalità delle politiche sul consumo della cannabis o sulla prostituzione, se praticati in luoghi specifici appositi, o come la stupefacente diffuzione delle biciclette –si calcola che il quaranta per cento dei residenti della capitale olandese usi questo mezzo di trasporto quotidianamente-, che le è valsa la denominazione non ufficiale di Città delle Biciclette. Tra i motivi di questa peculiarità ve ne sono ovviamente alcuni connessi alla configurazione e struttura urbana. Amsterdam, come la maggior parte dell’Olanda, è un territorio conquistato al mare con l’intervento umano generazione dopo generazione, ed il risultato è una proliferazione di canali serpenteggianti, stretti e labirintici, poco pratici da attraversare in macchina. Per ragioni analoghe un altro fattore da tenere in conto è la forte mancanza di zone di parcheggio nello spazio urbano. Le circostanze menzionate sono ancora più evidenti nel grazioso centro storico della città, costruito per la maggior parte nel secolo XVII, le cui strade anguste e tortuose mal si addicono all’uso di veicoli a motore. Uniti al carattere pratico dei suoi cittadini, ad Amsterdam questi motivi hanno contibuito allo sviluppo di una coscienza ecologica che favorisce ulteriormente l’uso della bicicletta, ragion per cui si dice che gli Amsterdammers nascono su una di esse, la qual cosa spiegherebbe la loro maestria nel dominare il veicolo, non paragonabile a nessun’altra città europea. Da quanto detto si deduce senza difficoltà che il ciclista incontra pochi ostacoli nella capitale olandese, disegnata coscientemente per adeguarsi a...
Torna dopo un lungo silenzio la star della musica irlandese Sinéad O’Connor: il 17 aprile presenta al Paradiso di Amsterdam i migliori brani della sua carriera assieme al nuovo album How About I Be (And You Be You). Sinéad Marie Bernardette O’Connor nasce a Dublino, Irlanda, nel 1966 in una famiglia dove l´abuso e la violenza erano all´ordine del giorno. Ribelle e dal carattere complicato a causa della sua infanzia poco serena, Sinéad viene spedita a 15 anni in un collegio cattolico dove conosce una volontaria, sorella del batterista della band In Tua Nua, Paul Byrne, che la contatta per cantare nel gruppo con cui registra l´album Take My Hand; ma non continuano assieme perché il gruppo la riteneva troppo giovane. Diventa famosa all´inizio degli anni ´90 grazie alla sua splendida voce, le sue continue polemiche, le stravaganze sul palco e la sua testa rapata a zero. Nel 1983 il padre la iscrive all´esclusiva Newton School, a Waterford, dove conosce il professore di irlandese Joseph Falvy che le chiede di registrare un demo con quattro canzoni, due delle quali scritte da lei. Nel 1984 entra a far parte del gruppo Ton Ton Macute con cui suonano a Dublino e venne elogiata dagli assistenti. Un anno dopo la madre muore in un incidente automobilistico e Sinéad abbandona il gruppo e si trasferisce a Londra. La partecipazione con il gruppo Ton Ton Macoute le apre le porte all´industra discografica e riesce a firmare un contratto con la Ensing Record e ad avere come manager Fachtna O’Ceallaigh. Il primo brano dopo la firma del contratto è Heroine, scritto a quattro mani con l´ex chitarrista degli U2 David Howell. Il suo...
La leggenda racconta che Iktomi, l’ironico maestro della sapienza apparve al vecchio leader spirituale Lakota in forma di ragno. E mentre parlava iniziò a tessere una ragnatela su un cerchio di ramo di salice, con piume e criniera da cavallo. Quando ebbe finito disse al vecchio Lakota: “la ragnatela è una circonferenza perfetta, ma al centro vi è un buco. Usala per auitare te stesso e la tua gente. Se credi nel Grande Spirito, la ragnatela acchiapperà le tue idee e quelle negative se ne andranno attraverso il buco”. L’anziano Lakota la mostrò al suo popolo, gli indiani Sioux, e questi iniziarono a usarla. Essi credono che l’acchiappasogni sostenga il destino del loro futuro, e lo appendono sopra il letto. I brutti sogni scappano via attraverso il buco al centro della rete, smettendo di tormentarli, mentre quelli belli vengono trattenuti dalla ragnatela della vita. Etimologicamente, la parola acchiappasogni proviene dalla cultura nativa americana, ihá?bla gmunka nella lingua Lakota, che è la lungua Siouan parlata dal popolo della tribu Sioux; mentre in Ojibwe, lingua indigena appartenente al gruppo delle lingue algonchine, è asabikeshiinh, che è la forma inanimata della parola ragno, e bawaajige nagwaagan, che significa trappola per sogni. Si tratta di un oggetto di solito fatto a mano con un cerchio di ramo di salice, su cui si tesse un’ampia rete. Viene decorato con oggetti sacri e personali come piume ecc. Gli acchiappasogni sono una delle tradizioni più affascinanti degli Indiani d’America. L’origine rimanda alla protezione che offrono a chi dorme, grazie all’influenza che esercitano sui sogni negativi, che vengono catturati nel centro della rete, e scompariranno ai primi raggi...
Il 16 aprile nella Sala Bikini di Barcellona si esibirà in concerto la cantautrice pop e folk-rock neozelandese Brooke Fraser, che sta realizzando un tour per promuovere il suo nuovo album Flags. Insieme al disco, che è già un successo e ha ottenuto cinque premi nel Vodafone Music Award 2011 in Nueva Zelanda, Fraser promuove progetti sociale per aiutare l’Africa. Brooke Gabrielle Fraser, nome reale di Brooke Fraser, è nata nel 1983 in una classica famiglia neozelandese di Wellington. A 7 anni ha iniziato a prendere lezioni di pianoforte. A 12 anni è nata in lei la passione per scrivere testi di canzoni, e per accompagnarle ha preso in mano la chitarra, imparando a creare i toni che tali testi richiedevano. Anche se non ha mai preso lezioni di canto, ha imparato a giocare con la sua voce e a usarla nel migliore dei modi, arrivando a cantare nel Festival Parachute del 2000. Prima di dedicarsi professionalmente alla musica si è interessata ai mass media, scrivendo per la rivista Soul Purpose da quando aveva 15 anni. Successivamente è divenata autrice e presentatrice di un programma nella televisione via cavo, fino a quando si è trasferita ad Auckland per iniziare la sua carrierra musicale. Al suo arrivo ad Auckland è stata ricevuta dal batterista degli Elemento P, Scotty Pearson, che l’ha aiutata ad ottenere un colloquio con il produttore Matty J. Quell’incontro è stato provvidenziale: ha fatto sì che il produttore si trasformasse nel suo manager, presentandola quindi in modo preferenziale alle varie etichette discografiche. Alla fine si optò per la Sony Music Entertainment Nueva Zelanda. Il primo album What to do with Daylight...
Come conseguenza del grande impatto mediatico del gruppo hacker Anonymous, molti si stanno chiedendo quale sia il vero valore della condizione di hacker, e come tale movimento stia influenzando la concezione di tale categoria nella società occidentale. Lo speigamento mediatico che ogni azione di Anonymous genera sta riconfigurando il nostro modo di protestare, di difendere i nostri diritti e di fare politica nel mondo reale e in quello virtuale. È per questo motivo che si dovrebbe smettere di demonizzare l’immagine dell’hacker. Gli hacker stanno realizzando il cambiamento e dando l’esempio di come alzare la voce di fronte al fascismo delle corporazioni. Da quando è esploso il fenomeno internet in tutto il mondo, ci siamo abituati a sentir parlare degli hacker e delle loro varie attività illecite. Se è vero che alcuni di essi sono stati arrestati per operazioni bancarie fraudolente e furti, è vero anche che non tutti agiscono nella stessa maniera. Allo stesso tempo l’immagine dell’hacker è stata mitizzata. Qualche anno fa il film Matrix ci ha affascinato con i suoi personaggi vestiti di cuoio, nella realtà virtuale a cui erano condannati ma nella quale agivano da giustizieri, alla ricerca di una via d’uscita dal controllo dei computer. Tutti coloro che erano stati liberati dalla Matrix risultavano essere proprio hacker, cioè persone con un dominio del computer fuori dal normale e con la capacità di sviluppare nuove forme di comunicazione in rete. Oggi gli strumenti offerti dai sistemi operativi sia del PC che del Mac sono molto più “user friendly” di prima. Non bisogna essere esperti di programmazione per poter installare e disinstallare programmi e applicazioni, formattare dischi...
Il 17 aprile Sinéad O’Connor sarà sul palcoscenico del Paradiso, ad Amsterdam. Molti dei suoi fans si sorprenderanno nel vedere la figura ingrossata e un po’ trascurata della stella del rock irlandese, soprattutto perché nei ricordi di tanti c’è ancora l’immagine della sua fragile figura sul palco, intenta a solidarizzare con qualche nobile causa o a sfidare i potenti. A 45 anni Sinéad è tornata a comparire sulle pagine dei giornali per gli scandali provocati dai suoi reiterati tentativi di suicidio, conseguenza di una depressione bipolare che l’ha portata a prendere overdosi di pillole. Nel gennaio di quest’anno ha tentato di suicidarsi a Los Angeles a seguito del suo disastroso matrimonio celebrato a Las Vegas e durato solo 18 giorni. Poco dopo, tornata a Dublino, ha ritentato il suicidio. Forse la violenza vissuta in famiglia da piccola le sta passando il conto dopo molti anni. Lei stessa ha ammesso che sua madre la obbligava a rubare durante l’adolescenza, fatti per cui ha scontato una condanna in riformatorio. Oggi il suo è un caso limite, si è vista obbligata ad utilizzare Twitter per chiedere aiuto nei suoi momenti d´angoscia. Questo le è risultato utile finora, infatti l’hanno già salvata due volte dalla morte per tentato suicidio. Ma può essere che non sia il modo migliore per controllare il disordine bipolare che la porta a passare da stati d´euforia a depressioni profonde. Questo disordine mentale è rischioso in entrambi i momenti, visto che nelle fasi d´euforia è solita cercare marito su Twitter, esaltarsi in modo scontrollato o ad avere comportamenti erratici. Questo si è ripercosso sul suo aspetto, ora è trascurata...
Il 13 aprile presso lo Yankee Stadium del Bronx, New York, avrà inizio la stagione del baseball con l’incontro di due titani: gli Yankees di New York contro i Los Angeles di Anaheim, Los Angeles. I biglietti sono in vendita e costano tra i 77 ed i 91 dollari, tutti i posti di fronte al recinto sono già esauriti. Questo atteso incontro fa parte delle tradizioni sportive offerte da New York ed è un’occasione per conoscere la cultura che si vive in occasione di questi incontri sportivi. Va tenuto conto che per i newyorchesi il baseball è lo sport più popolare e la stagione genera sempre enormi aspettative. New York è una delle aree metropolitane degli Stati Uniti che possiede due squadre di baseball, le altre sono Los Angeles, Washington e Chicago. Le due squadre della città sono gli Yankees ed i Mets, la loro rivalità trasforma i loro incontri in eventi memorabili perchè sprigionano una vera guerra di opinioni e pronostici che generano un ambiente altamente competitivo. Gli Yankees hanno ottenuto 26 titoli mentre i Mets lo hanno vinto solo in due occasioni. Non solo le partite generano interesse ma vi sono anche attività artistiche prima del loro inizio e la gente ama mangiare tutto ciò che c’è in vendita per vedere le cheerleaders e gli artisti invitati. Lo stadio degli Yankees di New York si trova in un enorme area del Bronx. Il nome degli Yankees di New York è datato 1913, prima si chiamavano come la concessione acquistata da Frank Farell e Bill Devery, gli Orioles di Baltimora. Nel 1903 vennero ribattezzati con il nome di...
Il 17 aprile nella sala concerti Music Hall di Barcellona si esibirà in concerto la band inglese post punk Killing Joke, che interpreta proto-techno rock. I gruppi spalla saranno The Crying Spell e The Icarus Line. Killing Joke farà un tour all’insegna dei suoi interessanti singoli. Si tratta dell’unico loro concerto in Spagna. Killing Joke fu fondata nel 1979 a Notting Hill, Londra, dal chitarrista Geordie Walter, il tastierista e cantante Jaz Coleman, Youth, Martin Glover e il batterista Paul Ferguson. La band iniziò cercando di reinventare la scena in risposta al mondo materialista, conservatore e tremendamente ingiusto, usando la musica come veicolo. La sua visione e la capacità di evolversi ispirarono Nirvana, Foo Fighters, Nine Inch Nails, Godflesh, Soundgarden e altri ancora. La loro fama di band innovatrice e influente sul panorama musicale si deve alla loro lunga traiettoria e sul fatto che questa ha segnato un punto cruciale per molti gruppi attuali che li considerano un referente del movimento della musica industriale, soprattutto per i suoni dei suoi primi due dischi. I loro temi hanno il suono ipnotico e metallico-armonico che gli conferiscono le chitarre. Sul piano ritmico i loro registri tonali sono pesanti, così come i suoni di fondo hanno qualcosa di gotico dato dalla tastiera. A questo si somma la voce calda di Coleman che regala assoli di brutale intensità. I loro esordi videro un mix di post-punk e dub-reggae. Negli anni ’80 passarono alla tappa tribale con metal-post-punk, proto-industrial, che li accompagnò fino alla metà di questo decennio. Progressivamente si avvicinarono al sound new wave, mischiato con rock progressive. Si allontanano così dai sound...