Mónica Boixeda
Il corpo come centro di espressione ed azione, questioni estetiche come in che modo interviene lo spettatore durante la performance, qual è il limite tra performer e la sua audience: saranno questi i temi centrali di LP11. Più che un festival ‘intrattenimento , l’LP 11 si propone un dialogo esaustivo da diversi punti di vista della performance, da diverse attività presso il CCCB (Centro di Cultura contemporanea di Barcellona), La Porta e il Mercat de les Flors. Tra le diverse cose ci sarà il lavoro di Tony Orrico che con il suo pezzo Penwald 2:8 circles esplora concetti di movimento e disegno, utilizzando il proprio corpo come mezzo di una serie di circoli e figure geometriche realizzate sul palco e fa riferimento a processi di meccanica fisica e di scrittura: i disegni sono scritti dal un corpo che si muove sul palco. Fantastico! Un altro spettacolo da non perdere è quello del geniale Antoni Karkowski, che, oltre a presentare al pubblico il suo spettacolo Horizon 2, sarà anche protagonista di una conferenza. L’artista polacco, ex membro del Grupo A, pittore e performer, realizza opere che sono quasi poetiche, servendosi di figure archetipiche e rituali e materiali che interagiscono con il corpo. Il mio principale interesse nei suoi confronti è dato dal fatto che il suo lavoro attraversa diversi contesti culturali: in un mondo sempre più separato e con molteplici spazi virtuali che si generano dal ciberspazio, l’identità deve difuminarsi. Con materiali che vanno dall’acqua, la carta, la cera ed altri che puoi trovare sulla mensola di una casa qualsiasi , Karkowski richiama l’attenzione sulle sue particolarità e il nostro...
Mónica Boixeda
Le paperelle vibranti sono una pietra miliare nel mercato dei prodotti erotici. Sono divertenti, utili, un regalo efficace e normalmente piacciono a tutti. Nel vasto mondo delle paperelle, possiamo trovarne di ttte le dimensioni e colori, ma con la sola funzione di far godere il proprio padrone. Parlando di oggetti sessuali relazionati ai vibratori e alle docce, fino a poco tempo fa disponevao solo questi divertenti animaletti di gomma, ma, come ho detto, fino a poco tempo fa, perché esistono già le spugne vibranti, sicuramente un altro “amico” per godere di un bagno stimolante. Credo che al giorno d´oggi ci siano pochi oggetti che non possano diventare un vibratore, il che è meraviglioso, ma la spugna è multifunzione. Serve sia per fare massaggi rilassanti alla schiena, braccia o gambe, sia per affondarlo nelle zone più erogene. E, ovviamente, si può usare da soli o in compagnia. La unica cosa che bisogna fare è lasciars trasportare sentendo le vibrazioni che attiveranno i nervi necessari al tuo rilassamento… o eccitazione. E di cosa abbiamo bisogno per farlo funzionare? Solo di una paio di pile, non molto di più. mia1603 Non c´è dubbio che si tratti di un oggetto divertente da portarsi in ogni viaggio. Che sia per motivi di lavoro o per il pproprio piacere, possiamo trovarle uno spazietto nella valigia. Un modo stupendo i iniziare o terminare la giornata negli appartamenti a Istanbul o in qualsiasi altra città abbiate scelto. Adagiati nella bella vasca da bagno dell´appartamento, circondati da questa magica città, dei suoi costumi, della sua gente, date briglia sciolta alla vostra nuova compagna di viaggio: la spugna....
Mónica Boixeda
Ascoltando Gogol Bordello, senza conoscere le origini della band, può indurci a pensare che questa sia la versione più radicale del Balkan rock (se esiste uno stile musicale del genere). Il gruppo si esibirà a Lisbona il 7 marzo. La verità e che le sonorità della band sono più vicine ad uno stile definito come “gipsy punk, una fusione tra punk rock e la tradizionale musica tzigana. Il frontman dei Gogol Bordello è Eugene Hütz (voce e chitarra=. Nato in Ucraine, Hütz fuggì dal suo paese dopo l’incidente della centrale nucleare di Cernobil. Negli anni seguenti girò per l’Europa come rifugiato ed emigrò poi finalmente negli Stati Uniti nel 1991: Il gruppo, che per il proprio nome si ispirò al famoso scrittore scrittore Nikolai Gogol, inizia il suo viaggio musicale a New York alcuni anni dopo. I Gogol iniziano a suonare nel 1999 e registrano il loro primo album “Voi-La Intruder” La verità è che a dare loro una grande spinta fu una rockstar affermata…Madonna fu molto impressionata dal gruppo, dopo averlo conosciuto tramite il suo ex marito, il regista britannico Guy Ritchie. Nel 2007 la star invitò Hütz a partecipare al suo primo cortometraggio “Filth and Wisdom”, e lo stesso anno Eugene Hütz e Sergey Ryabtsey suonarono dal vivo insieme a lei, durante il Live Earth Show a Londra. Da allora la carriera dei Gogol Bordello ebbe un’impennata che la portò finalmente a firmare un contratto con l’etichetta discografica American Recordings (partner di Sony/Columbia), pubblicando l’album “Trans Continental Hustle”, nel 2010. Questo album riflette la profonda influenza che ha avuto su Hütz la sua permanenza in Brasile, dove...
Mónica Boixeda
Il Palau de la Musica Catalana è probabilmente la più bella sala concerti di tutta Barcellona. Le fa concorrenza solo il tempio dell’opera, il Liceu. È un vero privilegio il poter assistere ad un concerto in questo bellissimo edificio modernista, disegnato dall’architetto Lluís Domènech i Montaner nel 1908. Il solo Palau merita di essere visitato Vi consiglio di prendere due piccioni con una fava e scoprire le meraviglie del Palau assistendo ad un concerto classico. Il Palau si può altrimenti visitare solo con una visita guidata, che costa 12 Euro. Meglio investire i soldi per una serata all’insegna della musica e scopri il Palau in tutto il suo splendore. Al Palau si tengono concerti quasi ogni sera. Ospita inoltre diversi festival musicali. Le occasioni per uno spettacolo di qualità non mancano quindi. Per il prossimo mese di marzo vi consiglio comunque “Simfonietta from Sofia”. Questo gruppo di musicisti suoneranno alcuni pezzi chiave della tradizione musicale spagnola: Concierto Aranjuez (Rodrigo) Carmen (Bizet), e El Amor Brujo (Falla). L’assolo di chitarra Concierto Aranjuez sarà suonato dal maestro chitarrista Rolando Saad, che ha al suo attivo più e concerti del Concierto Aranjuez di ogni altro chitarrista spagnolo. I biglietti per il concerto possono essere acquistati diettamente al Palau de la Musica oppure online(vedi sotto). Il Palau è una sala piccola e non esistono posti a sedere pessimi, per i migliori però il prezzo va dai 34 ai 50 euro. Per un’alternativa più economica vi consigliamo il secondo piano, o i lati che costano all’incirca 22 euro. Organizza bene la serata; vieni con un buon anticipo in modo da poter assaggiare le tipiche...
Mónica Boixeda
Il 5 marzo i famosi Bagni Ruda di Budapest si vestono a festa, con musica elettronica e proiezioni audiovisive, in occasione di una delle indimenticabili feste Cinetrip.
Mónica Boixeda
Quando si tratta di cervelli, le dimensioni non hanno alcuna importanza. Il cervello più grande le pianeta, per esempio, è quello della balena azzurra, che può arrivare a pesare fino a 6 chili. Questo tuttavia non significa che la balena sia più intelligente di qualsiasi altro mammifero. Alcuni scienziati sono riusciti a constatare che il cervello dell’uomo, il mammifero più intelligente del pianeta, è diventato sempre più piccolo col passare del tempo. Una scoperta sorprendente, considerato che finora si era messa in relazione l’intelligenza alle dimensioni della massa cerebrale. E probabilmente questa teoria rispecchiava la realtà fino a 20.000 anni fa. Da quel momento però le dimensioni del nostro cervello sono diminuite costantemente negli anni, addirittura il 10 % in meno rispetto ai cervelli dell’uomo di Cro-Magnon. Ciò significa che stiamo diventando più stupidi? Purtroppo alcuni scienziati credono di sì e sostengono che questo sviluppo negativo possa essere dovuto al fatto che oggi l’individuo non ha più bisogno della stessa perspicacia per sopravvivere, come invece era necessario in passato, quando era necessario affrontare pericoli che oggi non sono più presenti. Altri scienziati sostengono invece una tesi più ottimistica, vale a dire che la diminuzione della massa cerebrale sia dovuta a una diminuzione dell’aggressività. Il che sarebbe un’ottima notizia, se si considera che questo potrebbe andare solo a favore del vivere sociale della solidarietà, sicuramente due dei fattori più importanti nel processo evolutivo dell’umanità. Heloise Battista Il modo più efficace per stimolare la vostra intelligenza è viaggiare attraverso il mondo e conoscere nuove culture e nuove lingue. Per questo motivo non c’è niente di meglio che andare in vacanza...
Mónica Boixeda
Trude Fleischmann e la sua carriera sono dei veri e propri simboli dell’indipendenza e dell’emancipazione femminili. Come donne, ebrea, negli anni 20 in Austria e dovette affrontare molti ostacoli. Ad ogni modo riuscì a diventare una fotografa versatile ed affermarsi in una professione che era tradizionalmente occupata dagli uomini. Tra le sue opere più famose ci sono i ritratti di personalità come Albert Einstein, Karl Kraus e Adolf Loos. Nel 1920 fece scandalo con una serie di immagini di nudo, parte di uno studio sul movimento. Dop la prima guerra mondiale aprì il proprio studio a Vienna e diventò presto una delle principali fotografe di ritratti. Il suo studio divenne il punto d’incontro dell’elite artistica e culturale viennese. Quando nel 1938 l’Austria fu annessa alla Germania nazista (Anschluss), Fleischmann si vide costretta all’esilio. Dopo aver passato un periodo a Parigi e a Londra , si trasferì a New York, dove riprese con successo la sua carriera. 20 anni dopo la sua morte il Museo di Vienna le dedica una retrospettiva, mettendo in evidenza soprattutto il suoi anni viennesi. La mostra non solo vuole presentare solo le sue opere più famose, ma anche quelle che sottolineano la sua versatilità ed il suo talento. Il titolo della mostra è indubbiamente adeguato “Der selbstbewusste Blick” (lo sguardo sicuro di sè) che si riferisce non solo al perseguimento della sua passione per la fotografia, ma anche per il suo coraggio nell’usare il proprio talento per fare esperimenti fotografici. Il Museo di Vienna possiede una delle più grandi e significative collezioni di fotografie della Fleischamnn. La mostra, inaugurata il 27 gennaio, sarà aperta fino...
Mónica Boixeda
Dall’8 febbraio al 2 marzo il Reina Sofía di Madrid espone Asier Mendizábal. L’importante artista spagnolo, le cui tematiche spaziano dall’arte alla politica e all’ideologia, fondendo il tutto con un’entità totalizzante dell’immaginario popolare, presenterà la sua opera e le sue trattazioni in questa interessante mostra. Asier Mendizábal nacque a Ordizia, Paesi Baschi, nel 1973. Dopo aver studiato Belle Arti presso l’Università dei Paesi Baschi e aver ottenuto una borsa di residenza presso il de-Ateliers di Amsterdam, nel 2010 ottenne il Premio Ojo Crítico de Artes Plásticas di Radio Nacional de España. Nonostante la sua appartenenza alla generazione post-Franco, Mendizábal ha costruito un immaginario basandosi sull’estetica politica ed esaminando le scenografie, i simboli, le icone e i codici linguistici della sinistra rivoluzionaria degli anni 70, a partire dalle allusioni simboliche di questi movimenti politici. Dalla sua ricerca sulla sottocultura di strada e la controcultura del rock punk con un forte contenuto politico di sinistra, come i Clash, Dead Kennedy o Joy Division, nasce il contenuto per le sue creazioni, che spaziano dal culturale al politico e dal politico al popolare, nell’intenzione di recuperare la storia dei Paesi Baschi. Nella sua ricerca permanente degli strumenti espressivi più adeguati alterna scultura, installazioni, disegni, cinema, video e scrittura, finalizzati alla riflessione sui temi che lo appassionano: l’ideologia di sinistra come fattore unificatore degli individui e dal quale hanno origine i processi culturali della storia. “Esiste un modo specifico di pensare attraverso le forme, attraverso i segni”, dichiara Mendizábal riferendosi alla sua ricerca estetica. Già Immanuel Kant aveva definito l’estetica come una catena di rappresentazioni che si realizza a partire dal sentimento provato nei...
Mónica Boixeda
Si dice che T.E. Lawrence abbia perso il manoscritto originale dei Sette pilastri della saggezza, una delle sue opere più celebri e che lo dimenticò all’interno di una cabina telefonica appena prima di prendere il treno senza biglietto di ritorno che lo avrebbe portato molto lontano. Anche se dopo esser stato riscritto il libro ebbe un grande successo, sia Lawrence, sia quei pochi fortunati che avevano potuto leggere la prima versione , sostenevano che la sua sproporzionata superiorità con rispetto a alla versione pubblicata. Ovviamente i lettori possono capire che, senza ulteriori spiegazioni che questo non ha nessuna relazione con i meriti letterari o storici di entrambe le versioni. Si può forse affermare che l’unico manoscritto del romanzo, per mancanza di carta da tabacco, lo scrittore russo di cui ci parla Paul Auster va svanendo in fumo durante il lungo assedio di Stalingrado, preferendo il fumo alla letteratura. I libri smarriti, quelli mai pubblicati, quello mai scritti sono da sempre una parte essenziale, forse ancora più essenziale, della letteratura. Rimpiangere melanconicamente la perdita è una forma per continuare a scrivere. Oggi ricordiamo con tenerezza il leggendario volume mai pubblicato, nel quale lo scrittore di Samoa Albert Hanover racconta le sessioni peripatetiche durante le quali Lou Andreas Salomé guidava Sigmund Freud attraverso la psicoanalisi della città di Vienna. La storia è nota, Hannover si trovava a Londra a metà degli anni novanta del secolo XX, rastrellando le semiclandestine librerie della Caledonian Road alla ricerca del volume del 1894 di The Yellow Book (ancora sotto la direzione di Aubrey Beardsley) , con un’errata alla pagina 18. Naturalmente c’era anche chi metteva...
Mónica Boixeda
Robin Miriam Carlsson, meglio nota come Robyn è una delle cantanti svedesi più famose. Alcuni dei suoi hit più noti comprendono “Show Me Love” e “Do you know (What It Takes), che le lanciarono alla fama con il suo primo album “Robyn is Here”. Dopo più di dieci anni di traiettoria artistica, lanciò la sua trilogia nel 2010 “Body Talk”. Gran parte della sua fama si deve al suo ineguagliabile suono, un’effervescente mix tra musica pop ed il meglio del dance elettronico, con elementi degli anni 80 e beats hip hop. Si tratta di una musica che non si prende molto seriamente e che vuol far divertire il pubblico senza per questo dover ricorrere ai luoghi comuni più consumati del pop mainstream. La carriera di Robyn tuttavia passo per diversi altibassi, che la spinsero a chiedersi seriamente se dovesse continuare o meno con la musica e che culminarono con la rottura con la sua casa discografica. Presto questa si rivelò come la migliore decisione presa ne corso della sua carriera, dato che il disco “Robyn” pubblicato poco dopo con la sua propria etichetta Konichiwa Records e che metteva in evidenza una nuova corrente musicale e meno commerciale, non solamente riuscì ad arrivare al numero uno in Svezia, ma che fu addirittura catapultata sulla cima del pop internazionale. Nella sua ultima trilogia dal titolo “Body Talk” Robyn recupera quell’incredibile energia che le ridà lo status di regina del pop intelligente. Con la collaborazione di Snoop Dogg e gli incredibili Royksopp, trovò il mix perfetto tra il più fine hip hop americano e la dance elettronica svedese. Il 12 marzo darà...