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Il glamour senza tempo del poker – Parte 2

Recentemente vi parlavo di uno dei campionati mondiali di poker più conosciuti del mondo: il mondo del World Poker Tour, un evento annuale composto da vari piccoli tornei (generalmente tra dieci e venti) che ricorrono varie città del mondo, specialmente negli Stati Uniti e in Europa. A differenza di altri tornei, il WPT è molto diretto all televisione: non per niente il suo fondatore, Steve Lipscomb, lavora come autore televisivo olte che come avvocato. Forse è questo il motivo per cui le trasmissioni delle partite sono sempre spettacolari, commentate da campioni di poker di fama mondiale come Mike Sexton e girate in casinò pieni di lusso e glamour. Questo approccio al mondo dello spettacolo diventa ancora più brevettati con la commercializzazione dei DVD di ogni stagione del World Poker Tour, come se si trattasse di una serie televisiva…. Un altro punto a favore del WPT è che partecipare ai suoi tornei è alla portata di proprio tutti… O meglio, di chiunque possa pagare il caro prezzo del biglietto di partecipazione! Per esempio, nell´ultimo torneo europeo di quest´anno, che verrà celebrato a Vienna in marzo di quest´anno, potranno partecipare tutti quelli che mettano 3500 euro sul tavolo. Sembra costoso, in effetti, però tenendo in conto che il vincitore può portarsi via mezzo milione di euro, l´idea inizia a risultare autenticamente tentatrice…   Josep Lapidario Quindi siete avvisati: se avete esperienza in questo gioco, pensate di avere faccia da poker e capacità di bluff, potete già affittare appartamenti a Vienna per confrontarvi con i migliori giocatori del modo… E anche se non avete il coraggio di partecipare in prima persona, o...

Concerto dei The Wombats a Roma

L’ indie rock alternativo è attualmente uno degli stili musicali che sta avendo un grande successo in tutto il mondo. Se c’è però un luogo, dove questo movimento è molto importante non solo perché ci sono  molte persone che lo seguono, ma anche perché ci sono molte band, è l’Inghilterra. Uno dei gruppi più rappresentativi sono senz’altro i The Wombats. Questo gruppo si formò nel 2003  Liverpool (la città dei Beatles) e lo compongono Matthew Murphy, Dan Haggis e Tord Øverland-Knudsen. I tre si conobbero al Liverpool Institute of Performing Arts, diventarono amici e iniziarono a suonare insieme. I risultati superarono le loro aspettative e nel 2006 lanciarono il loro primo single dal titolo “Girls, Boys, and Marsupials”, che diventò un LP, lanciato però solo in Giappone. L’album risvegliò una notevole attenzione da parte di critici e pubblico, ma il momento decisivo della loro carriera è statoli lancio del single “Let’s Dance to Joy Division” Questa canzone diventò presto famosa in tutto il mondo e molti artisti la remixarono. I Wombats furono così catapultati al mondo delle rockstrar e intrapresero un tour europeo che terminò con uno show alla Liverpool Academy, uno dei luoghi dove si presentano le band più acclamate. La canzone “Let´s Dance To Joy Divison” ha fatto loro vincere anche il premio NME al Best Dance Filler . I Wombats ormai sono sulla bocca di tutti e sono stai consacrati come uno dei gruppi più rappresentativi dell’indie rock alternativo. Per maggiori informazioni: http://www.circoloartisti.it/ Circolo degli artisti: Via Casilina Vecchia, 42, Roma, Italia MiLK The Wombats saranno in Italia il 18 febbraio, al Circolo degli artisti. Se...

I vorticisti: artisti ribelli a Londra e New York tra il 1914 e il 1918

La Fondazione Peggy Guggenheim www.guggenheim-venice.it, presenta per la prima volta in Italia una mostra interamente dedicata al vorticismo, un movimento artistico britannico caratterizzato da uno stile che unisce le forme dell’epoca meccanica con l’immagine suggerita da un vortice e che si formò a partire dal secolo XX. Questa mostra curata dai commissari Mark Antliffe Viviane Greene potrà essere visitata dal 28 gennaio al 15 maggio. Il vorticismo è di solito considerato come uno dei movimenti più significativi della produzione artistica britannica dell’epoca anche se è durata poco  (all’incirca tre anni) . I suoi inizi si situano nel contesto del Rebel Art Center, un centro di produzione artistica fondato da Wyndham Lewis tra gli altri, in opposizione all’Omega Workshop di Roger Fry e ha le proprie radici nel Gruppo di Bloomsbury, nel Cubismo e nel Futurismo. Il Cubismo in particolare fu la principale fonte d’ispirazione del gruppo, anche se è di solito associato al futurismo, per una sbagliata interpretazione del suo  interesse per il dinamismo (quasi assente nei vorticisti , con la sola eccezione di Nevinson)  e le macchine (delle quali molti vorticisti guardavano con occhio sospetto) e lo stile astratto. La differenza più evidente tra questi due movimenti è senza dubbio il modo nel quale cercano di rappresentare l’immagine in movimento. Nell’arte vorticista la realtà della condizione moderna si mostra attraverso un ordine di linee marcate e colori discordanti che portano lo sguardo dello spettatore direttamente verso il centro dell’opera; da lì l’interesse per il movimento del vortice e la sua inevitabile attrazione. Il termine vorticismo è stato coniato  nel 1913 dal celebre poeta e scrittore Ezra Pound, anche...

Let us face the future alla Fundación Miró

Addentrarsi nel bellissimo Montjuic e camminarci per un bel po’ è sempre un’attività abbastanza gratificante. Se ci si stanca basta ammirare la vista sul mare per ristorare l’animo e ritrovare le forze vitali. Se, oltre alla natura, colui che passeggia è interessato all’arte, potrà sentirse doppiamente ricompensato dalla quantità di spazi e musei capaci di destare la sua ammirazione ed entusiasmo. Tra essi è da segnalare lo splendido edificio di stile razionalista e ispirazione mediterranea di Joseph Lluís Sert che ospita la Fundació Joan Miró (Parc de Montjuïc s/n). È proprio qui che, fino al próximo 20 febbraio, si potrà ammirare, insieme alla eccezionale collezione permanente delle opere di Miró, la mostra Let Us Face de Future, che presenta ottantotto opere di artisti britannici procedenti da prestigiose collezioni sia pubbliche che private, e realizate tra gli anni 1945 e 1968. Tra gli artisti presenti ci sono personaggi influenti e importanti nella storia dell’arte come Henry Moore, Francis Bacon, David Hockney, Anthony Caro, Lucien Freud, Bridget Riley, Leon Kossoff, Frank Auerbach, Eduardo Paolozzi o Richard Hamilton. Indubbiamente la mostra, affiancata da un interesantissimo ciclo di conferenze, vuole andare più in là della mera presentazione d’una collezione di pezzi isolati di una serie di artisti in vista. Il suo obiettivo è indicare una specie di traiettoria nel panorama artistico e sociale del Regno Unito negli anni della costruzione del wellfare laborista, difendendo la tesi secondo la quale durante questo periodo si crearono le condizioni ottimali per la grande esplosione creativa che ebbe vi luogo, soprattutto a Londra, negli anni Sessanta. Una vera rivoluzione culturale i cui leader, prodotti dalla democtratizzazione dell’accesso...

“Haul vlogging”: ossessionate dallo shopping

Dalla nascita di Youtube nel 2005, il fenomeno del vlogging non ha fatto altro che espandersi, ed è già notizia del passato. Indubbiamente, nell´universo vlogger si è stabilita una subcultura piuttosto peculiare caratterizzata dalla passione per il consumo: le haul vloggers. Solitamente ragazze, per la maggior parte degli USAe tra i 13 e i 20 anni, le vloggers si dedicano allo shopping e a mostrare con dovizia di particolari i loro acquisti  davanti alla telecamera. Un´idea così semplice, però travolgente: quelle con più seguito arrivano ad avere migliaia di fedeli spetttatori, che seguono con devozione addirittura le loro elucubrazioni più banali. Ed è curiosa sia la necessità di voler condividere le loro imprese consumiste di fronte al grande pubblico, sia il piacere di participarvi, anche se in modo passivo e indiretto. In fondo, ciò che unisce le vloggers e i loro spettatori è l´amore per lo shopping, e soprattutto l´attenzione che si regalano a vicenda. Tuttavia bisgogna considerare che, trattandosi si una forma gratuita di pubblicità, le vloggers non sono le uniche ad alimentare la curiosità di migliaia di fan. Le marche hanno trovato in questi video un efficace e potente canale pubblicitario, per cui molte di esse contattano personalmente le ragazze per poi inondarle di prodotti gratuiti affinché li mostrino nel loro vlog. Non c´è dubbio però che questa rappresenti una lama a doppio taglio, visto che le imprese non hanno nessun tipo di controllo sulle opinioni che le vloggers esprimeranno sul loro prodotto davanti a migliaia di persone. Cosicché, grazie a queste ragazze, un prodotto può fare il tutto esaurito pochi giorni più tardi, o, al contrario, essere...

Slow Food: imparare a vivere con gusto

Viviamo in una società sempre più frenetica ed ossessionata dalla mancanza di tempo e nella quale è sempre più difficile trovare delle ore libere per leggere un libro o dedicarci ad una di quelle attività che ci rilassano, come può essere preparare un buon piatto e prenderci cura di noi stessi. Per fortuna nel mondo stanno nascendo movimenti che si oppongono alla tendenza dell’ottimizzazione del tempo a dedicare molte ore alla “produzione”, dove per produzione s’intende la generazione di un guadagno e la vendita della quasi totalità del nostro tempo libero ad un prezzo ridicolo con il solo obbiettivo di aumentare la ricchezza degli altri, così come Marx aveva esposto nella su opera “Il Capitale”. Esistono tuttavia delle iniziative che stanno assumendo sempre maggiore importanza, anche perché legate al mondo dell’alimentazione. Il tempo ridotto dedicato ai pasti è forse quello che ci colpisce di più. È così che è nato il movimento Slow Food (www.slowfoodfirenze.it). Non può sorprenderci che questo movimento sia nato in Italia, un paese dove la cultura culinaria è da sempre al centro dell’attenzione, come anche il patrimonio artistico. Slow Food è stato fondato nel 1986 con il nome di “ArciGola” a Bra, in provincia di Cuneo, da Carlo Petrini, sociologo ed astronomo con una lunga esperienza d’attivismo politico alle spalle. Al giorno d’oggi, il movimento Show Food è attivo in più di 50 paesi e conta con più di 80.000 soci. Si oppone fortemente alla standardizzazione del gusto ed il suo obbiettivo è promuovere la diffusione della cultura del gusto e una cultura gastronomica che possa far apprezzare i prodotti genuini e conoscere le tradizione...

Concerto dei Wire a Milano

Wire è una rock band che iniziò a suonare quando c’erano in giro ancora poche band di successo, ma che continuò a suonare e dall’anno 1976, quando si formò la band,  non si sono più fermati. Hanno avuto dei periodi di pausa più o meno lunghi. Il più lungo fu quello tra gli anni ’85 e ’92. Il gruppo iniziò a suonare a Londra con Colin Newman  come voce e chitarra e Robert Gotobed alla batteria. All’inizio venivano collegati alla musica punk e spesso si disse che i Wire erano uno dei gruppi rock più importanti della decade degli anni 70 e 80. Un critico dell’epoca, Stewart Mason assicura che i loro tre primi album i Wire ampliarono gli orizzonti, abbattendo molte barriere, delle sonorità punk e della musica in generale. Col tempo il loro stile musicale virò verso l’art punk o il post punk con suoni d’atmosfera, testi oscuri e contenuti anche di natura politica. Grazie ad alcuni aggiustamenti e riassestamenti nelle loro canzoni i Wire si guadagnarono la reputazione di essere un gruppo con molte incursioni nella sperimentazione nel corso della propria carriera. Il loro album di debutto, Pink Flag è forse il più famoso di tutti. La maggior parte delle canzoni che lo componevano duravano meno di un minuto; “Field Day For The Sundays”, per esempio durava solo 28 secondi. Per maggiori informazioni: http://www.liveclub.it/ Live Club: Via Mazzini 58, 20056 Trezzo sull´Adda, Milano MiLK A chi vuole assistere allo spettacolo di questa mitica band, consigliamo di affittare appartamenti a Milano per vederli suonare il 22 febbraio al Live Club.    Tradotto...

Arctic Monkeys a Barcellona

Il 6 febbraio l’appuntamento è al Sant Jordi per vedere l’esibizione degli Arctic Monkeys. Questa band di Sheffield torna sul palcoscenico per far vibrare tutti al ritmo della musica. Ricordo ancora oggi quando sentii per la prima volta gli Arctic Monkeys con tutta la forza del  Nu-Rock Revolution, degli Strokes, Interpol, White Stripes ed altre erbe americane. La band del mio amato Alex Turner però continuò a suonare e produrre con grazia e un tocco di originalità, mentre le altre band pian piano si spegnevano. Ricordo di aver visto suonare Doherty e i Libertines a Londra e pensare che fossero l’assoluto… Il tour degli Arctic promuove l’album Humbug (2009), che ci fa sentire una chitarra vivace e una voce che sembra provenire da un dormiveglia. La mia canzone preferita è ancora “The Jeweller’s Hands”: sexy, lenta. La metto su, prima di mettermi sotto la doccia, a basso volume e “repeat”. Il suono degli Arctic Monkeys va oltre il suono post punk della altre band contemporanee. Forse si tratta di un metodo di produzione particolare e la poca elaborazione delle chitarre, che pur non facendo della band uno dei re della strada, almeno risveglia la nostra curiosità per quel ragazzo mezzo ubriaco che ciondola sempre intorno casa nostra. Quest’anno gli Arctic Monkeys si esibiranno a Benicassim, dove suoneranno anche i Primal Screm.  Purtroppo però Bencassim, come il Nu-Rock, è diventato ormai una marca e un luogo dove si va più per divertirsi e per le droghe che vi circolano che per la musica. Non sono una santa e non disprezzo lo speed, ma il Nu Rock è un vero e...

Concerto dei Band of Horses a Parigi

Band of Horses è una delle band che promuove l’indie rock con influenza folk e con sonorità tipiche del sud degli Stati Uniti. Il gruppo è nato nel 2004 a Seattle su iniziativa di Ben Bridwell. La band è attualmente composta da Ryan Monroe, Tyler Ramsey, Bill Reynolds e Creighton Barrett. Il gruppo captò presto l’attenzione di etichette discografiche e dei fan del genere, ma fu appena nel 2006, quando presentarono Everything All the Time, con il   *line up*  originale, che raggiunsero il grande pubblico. Nel loro disco di debutto era inclusa la canzone “The Funeral” che fu utilizzata non solo per diverse pubblicità televisive, ma anche per show televisivi, videogiochi e film. Questo fece sí che Band of Horses diventò famosa in breve tempo e si presentò in diversi programmi televisivi visti da milioni di persone in tutti gli Stati Uniti. Anche la loro seconda produzione, Cease To Begin ebbe un notevole successo. Dopo un tour che li ha portati in giro per tutto il mondo decisero di tornare alla loro città natale per continuare con la vita che facevano prima di diventare famosi e per poter così comporre nuove canzoni. Il 18 maggio lanciarono Infinite Arms, un album che stanno portando adesso in tour. Gli artisti di Seattle saranno in Francia il 26 febbraio per presentare a La Cigale  il loro ultimo disco. Per maggiori informazioni: http://www.lacigale.fr MiLK Affitta appartamenti a Parigi e non lasciarti scappare quest’opportunità.   Tradotto...

L’arte di Else Lasker-Schüler a Berlino

Il museo Hamburger Bahnhof inaugura un’interessante mostra che raccoglie le illustrazioni della poetessa espressionista Else Lasker-Schüler. Else Lasker Schuler non solo era una grande poetessa, ma anche una magnifica illustratrice. Adesso il Museo Hamburger Bahnhof di Berlino rende omaggio a quest’incredibile artista, in particolar modo alle sue opere come disegnatrice. Inaugurata il 21 gennaio 2011 questa mostra è stata ideata in collaborazione con il Museo Ebraico di Francoforte e rimarrà aperta fino al 1° maggio. Else Lasker-Schüler ha da sempre avuto una relazione molto stretta con la capitale tedesca. Fu lì, dove si pubblicarono i suoi primi poemi espressionisti nel 1899 e dove nel 1903 si sposò con lo scrittore Georg Lewin, direttore della mitica rivista “Der Sturm” che iniziò a uscire nel 1910. Nei suoi disegni si può chiaramente percepire l’influenza delle tendenze del Jugendstil , dell’espressionismo, del Futurismo e del Dadaismo, in particolar modo artisti come Franz Marc, cofondatore del  movimento Der Balue Reiter  e amico intimo di Lasker-Schüler, e Ernst Ludwig Kirchner, esponente dell’espressionismo tedesco. In occasione della mostra sarà pubblicato anche un interessante catalogo che raccoglie le riproduzioni delle opere dell’artista. Fino ad oggi Else Lasker-Schuler era conosciuta principalmente come una prolifica poetessa, ma è stata completamente esclusa dalla storia dell’arte. Per questo motivo quest’ampia retrospettiva presso il Hamburger Bahnhof di Berlino serve come consacrazione istituzionale di un’artista dimenticata che apportò delle interessanti proposte pittoriche. Ti invitiamo a fare un viaggio nella capitale tedesca all’inizio dell’anno e anche se c’è chi dice che nei mesi freddi la città perda un po’del suo fascino, ti proponiamo di conoscere il lato intimo e romantico della città in...