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Mostra di Nuala Goodman a Venezia

Fino al 9 gennaio 2011, al Palazzo Fortuny di Venezia si possono vedere le opere della prolifica artista irlandese Nuala Goodman. Nata a Dublino nel 1962, la Goodman ha studiato Belle Arti presso il Collegio Nazionale di Arte e Design della sua città natale, dove ha appreso le nozioni le basi per iniziare ad esplorare il mondo dell´arte e del design. Interessata alle interazioni tra le diverse modalità dell’espressione artistica, come l’arte, il design e la moda, la Goodman, è riuscita senza paura e senza vergogna è a combinare queste diverse discipline. Grazie a questo approccio multidisciplinare, molto fruttifero, l’artista ha potuto, non solo esprimere le sue notevoli doti artistiche in grado di, ma anche di superare la rigida separazione tra discipline creative e dimostrare che quest’ultima non è l’unica via per un lavoro artistico compiuto. Con la mostra “Gardens” inaugurata presso il Palazzo Fotuny il 4 settembre, l’artista ci fa entrare nel suo immaginario fatto di ricchi e colorati tessuti. Dotata di un´incredibile sensibilità per il colore e la composizione, Goodman combina diversi materiali e colori per creare un’installazione originale realizzate esclusivamente per questa mostra. Tenendo sempre a mente lo spettatore e il fatto che una non è solo un’esperienza intellettuale ma anche e, soprattutto, sensoriale, l’installazione è un chiaro invito a  toccare e ad esplorare da vicino le opere esposte. Al Palazzo Fortuny sono inoltre esposti diversi disegni e scarabocchi dell´artista. Per ulteriori informazioni sulla mostra potete visitare: www.museiciviciveneziani.it Heloise Battista La mostra chuide ad inizio gennaio. Per chi è interessato alla moda, all´arte e al design, la mostra è indubbiamente una tappa obbligatoria per chi affitta...

Power up-Pop art femminile a Vienna

Pensando alla Pop Art, mi vengono in mente le immagini colorate di Marilyn Monroe e la pubblicità della Campbell’s Soup. Questo movimento artistico si caratterizza per l’utilizzazione di tematiche popolari nella cultura di  massa. All’epoca della sua apparizione (anni 50) , la Pop Art sfidò la tradizione, in senso lato, anche per quanto riguarda la posizione della donna nella società, il che rese questo movimento artistico uno dei promotori del femminismo. Questa corrente artistica tuttavia è principalmente associata ad  artisti come Andy Warhol, Roy Liechtenstein o Richard Hamilton. Dal 5 novembre la Kunsthalle presenta una mostra dedicata alle artiste della Pop Art, dal titolo “POWER UP – Female Pop Art” nella quale saranno esposte le opere di 9 eccezionali artiste che ci daranno la possibilità di rivedere in un’altra chiave la pop art, quella femminile, che conferì a questa corrente una forte componente politica. Diversamente dai loro colleghi uomini che si rivolgevano ad un pubblico più ampio, servendosi a tale fine di oggetti della cultura di massa, le donne del movimento mantennero un approccio più critico. Nelle loro opere si rispecchiavano gli eventi socio-politici dell’epoca (come per esempio la guerra del Vietnam) e andavano oltre la superficialità del consumismo. Si beffavano, per esempio, dei cliché dei mass media, trasfiguradoli servendosi dell’ironia. Queste artiste ebbero un ruolo molto importante per il femminismo. Niki de Saint Phalle, per esempio trasmetteva attraverso la sua arte, la sua visione della posizione della donna nella società. Alla mostra saranno esposte anche le opere di Jann Haworth, che fu tra le prime artiste ad utilizzare per le proprie sculture (sculture molli) materiali non rigidi, come...

Il genio dei graffiti: Bansky

Il graffitaro Banksy è il personaggio più controverso e misterioso del mondo dell’arte attuale. Figlio di un tecnico di fotocopiatrici, Banksy, come’è mondialmente conosciuto, nasconde gelosamente la sua identità, non rivelando chi è veramente né alla stampa né ai fan che lo seguono per il mondo e nelle città dove lascia il suo segno indelebile in forma di graffiti. Nel documentario che egli stesso ha diretto “Exit through the gift shop”, il famoso artista se la prende con le istituzioni artistiche, con musei e gallerie, criticando il sistema e paragonando il mercato dell’arte con o negozi di articoli da regalo che si trovano all’uscita di queste “cattedrali dell’arte”. Bansky, per esempio, è molto critico nei confronti  del sistema artistico di tipo elitista della Tate Modern e di altre istituzioni simili , proponendo un azione di resistenza attraverso le sue azioni di “street art”. La principale linea critica si basa sulla constatazione che questo tipo d’arte, per il suo ermetismo esclude la maggior parte della società e punta su un’elite snob e viziata, che non la capisce, ma la consuma. Con il suo film, l’artista britannico rivendica gli ideali del punk e dell’anarchismo rinfacciando ai consumatori dell’arte d’elite di essere degli stupidi che spendendono milioni per sostenere una specie di circo, menzognero e superficiale. Il documentario narra la storia di una frode e dimostra come la gente si lascia manipolare, comprando poi quello che è stato loro detto che va di moda. Queste persone, secondo Bansky, non sono in grado distinguere un’opera d’arte da un simulacro. Per i detrattori di  Bansky  e della sua visione dell’arte contemporanea ci sono tuttavia...

Le opere di Saara Ekstrom in mostra al KIASMA di Helsinki

Saara Ekstrom è un’artista finlandese poliedrica che lavora servendosi di diverse tecniche artistiche e diversi mezzi d’espressione, come per esempio il video, la fotografia e le installazioni. Attratta dalle composizioni classiche, la Ekstrom, è riuscita a reinterpretare la natura morta grazie al suo slancio innovatore e al suo sguardo perspicace. La sua principale fonte d’ispirazione è la pittura dell’Europa settentrionale, che l’artista contrappone ai prodotti del secolo XXI, come per esempio televisori, lampade ed altri oggetti postmoderni, creando in  questo modo, una strana, ma suggestiva tensione tra passato e presente. Le sue opere emanano una specie di atemporalità classica, ma che è comunque ancorata alla nostra cultura visiva contemporanea. Questo modo d’esprimersi però non è che una tecnica, usata dalla Ekstrom come base per analizzare e elaborare delle riflessioni su temi sociologici e più concretamente femministi. Il materiale in sé, puntualizza l’artista non è il vero fine dei suoi esperimenti creativi, ma un mezzo di comunicazione, una metafora, della quale si serve per esprimere le proprie inquietudini attraverso l’arte. Adesso il Museo d’Arte Contemporanea di Helsinki (KIASMA ) ospita una retrospettiva dedicata alle opere dalla Ekstrom durante l’ultimo decennio. Inaugurata il 14 gennaio, la mostra “Limbus” ci dà l’opportunità di conoscere da vicino l’immaginario dell’artista finlandese, che va dagli estremi più poetici fino al massimo del grottesco, dal passato al presente. Per tutti gli appassionati dell’arte la mostra del KIASMA, inaugura brillantemente l’anno espositivo, presentando una delle artiste finlandesi più interessanti del panorama artistico contemporaneo. Heloise Battista L’inaugurazione della mostra è prevista per il 14 gennaio e sarà una magnifica occasione per affittare appartamenti a Helsinki e visitare questa...

Mostra della The Phillips Collection a Madrid: Made in USA

Nella storia dell´arte moderna americana non è facile trovare altri personaggi così dinamici, poliedrici ed influenti come lo era Duncan Phillips (1886-1966). Critico d’arte e collezionista, Phillips fu anche il fondatore e primo direttore della Collezione Phillips, con sede a Washington. La The Phillips Collection è stato il primo museo d’arte moderna aperto negli Stati Uniti, quasi 10 anni prima del MOMA di New York che aprì le sue porte nel 1929. Dal giorno di apertura  (1921) Phillips non ha mai smesso di arricchire la collezione che è composta principalmente dalle opere di artisti contemporanei e si è formata sulla base del suo penetrante occhio critico. Costituisce pertanto un eccellente, esauriente e personale sintesi dell’arte statunitense del periodo che va dalla metà del XIX secolo fino agli anni Sessanta del XX secolo. Adesso la Fondazione Mapfre di Madrid (Paseo de Recoletos, 23) ospita una selezione delle opere della fondazione. La mostra, dal titolo Made in USA, sarà aperta fino al 16 gennaio ed è la prima mostra organizzata dalla Phillips Collection in Europa. Si tratta di un’opportunità unica per conoscere più da vicino una serie di straordinari artisti che sono, in generale, poco rappresentati nei musei europei. In particolar modo agli artisti attivi prima della Seconda Guerra mondiale è stata prestata poca attenzione, anche se dopo la conclusione del conflitto, gli Stati Uniti assunsero un ruolo molto più rilevante in campo artistico. New York sostituì Parigi come capitale mondiale dell´arte e gli artisti e critici americani cominciarono a fare tendenza e a dare inizio ad un processo che si sarebbe ulteriormente sviluppato negli anni seguenti. L’itinerario della mostra è...

La Trinità di Masaccio a Firenze

Nella città di Firenze c’è un affresco la cui singolare iconografia rappresenta un’immagine insolita della Trinità che potrebbe essere in un certo senso la trasposizione del sacro santuario.

El Museo Dogançay di Istanbul

Enrique Vila-Matas ha illustrato in uno dei suoi libri un racconto cinese così come è raccontato da Italo Calvino. La storia gira intorno all’artista Chuang Tzu alla quale l’imperatore chiese di disegnare un granchio. Chuang Tzu acettò, ma pose come condizione per la realizzazione del disegno, il poter lavorare per cinque anni in una casa con dodici servitori. Apparentemente tutto ciò non fu sufficiente, perché alla scadenza del termine, il disegno non era ancora iniziato. Chang Tzu chiese altri 1.824 giorni che le furono concessi e al termine dei quali il granchio era perfetto. In un poema in prosa di José Angel Valente, il pittore e il re sono la stessa persona: Hui-Tsung, un imperatore cinese che dipinge “con la maestria di un esperto nella contemplazione della natura”, una quaglia e una giunchiglia. Per quanto invece riguarda Istanbul, grazie a Kemal Bey, un personaggio di un romanzo di Orhan Pamuk, sappiamo che negli anni Cinquanta e Sessanta ad Istanbul non c’era nemmeno un museo d’arte. Gli appassionati di pittura facevano fotografie in bianco e nero che poi coloravano o che usavano come modelli. Curiosamente proprio gli uccelli  divennero uno dei soggetti preferiti. Sulle fotografie applicavano poi dei colpi di pennello con una scrupolosa attenzione a dettagli che all’autore di questo articolo sembrano ispirarsi ai pittori orientali di uccelli e granchi e che fanno pensare a relazioni segrete tessute sulla via della Seta, quando gli ottomani vissero con i cinesi in  Asia Centrale. I tempi sono cambiati, come dimostra il Dogançay Istanbul Museum (Balo Sokak No: 42), è stato il primo museo d´arte moderna aperto in città (2004). Situato in...

Big bang show

Il Big Bang bar è abbastanza popolare tra una parte della gioventù barcellonese sia per il suo particolare ambiente sia per la sua decorazione vintage. La sua storia inizia all’inizio degli anni 90, ma è un luogo che trasuda nostalgia, così come i suoi protagonisti, la sua musica fatta di dischi in vinile e le proiezioni di silhoutte che si possono intravedere e che sembrano enti di una provenienza indefinita ed inclassificabile, venuti da un passato remoto. Tra queste pareti tappezzate con motivi retro, poster da collezionista  e fotografie ancestrali, si possono sentire animate  conversazione ad alta voce o partecipare a balli indemoniati. Ogni martedì inoltre si può assistere al Big bang show, una specie di cabaret alla maniera del Big Bang (entrata libera). Ogni volta si presentano dei personaggi nuovi. C’è chi recita le proprie poesie, chi si cimenta con una nuova versione del Mago di Oz. Lo spettacolo si tiene in una piccola sala nel retro del bar, dove ogni martedì il pubblico può assistere ad esibizioni di clown , a performance  musicali, emulazioni di serie televisive ecc. Gli attori che animano lo spettacolo di solito eseguono brevi monologhi in chiave umoristica su diversi temi o pezzi musicali o addirittura balli.  Ogni tanto si presenta anche una tale Dorothy che gira con una peluche dal nome Totoro sulla spalla che accusa a un personaggio di latta di essere senza cuore Per ulteriori informazioni: http://www.bigbangbcn.net/ Sonia Teruel Chi visita la città non può non ignorare i suoi lati più curiosi e originali; affitta appartamenti a Barcellona e scopri i segreti che si nascondono dietro ogni angolo. Tradotto...

Borromini o la danza

Uno dei vantaggi per chi visita la capitale italiana ed affitta appartamenti a Roma è che, come la Parigi di Hemingway, la città sembra infinita  … La varietà di stili e la ricchezza del patrimonio  archeologico, architettonico e artistico fanno sì che pur volendo esplorare a fondo ogni singolo aspetto della città, i giorni non bastano mai per visitare  tutto quello che c’è da vedere. Una delle figure artistiche più affascinanti che hanno lasciato il loro segno nella capitale è indubbiamente quella del melanconico architetto Francesco Borromini (1599-1667), che mise fine alla propria vita, come molti altri artisti, suicidandosi. Il Borromini è stato probabilmente uno degli architetti più teatrali che ha avuto Roma, proprio in un’epoca, il barocco, caratterizzato dalla metafora del mondo come teatro. Se decidi di seguire un percorso all’insegna dell’architettura di Borromini, non dimenticare di portare con te le scarpe da ballo; se, come affermato da Walter Pater tutta l’arte aspira alla condizione di musica, tutti gli edifici di Borromini aspirano alla condizione della danza. Forse ancora più appropriata della metafora della danza è l’immagine dei dervisci che ballano per raggiungere l’estasi. Basta pensare al San Carlino alle Quattro Fontane (Via del Quirinale 23), le cui forme ellissoidali portano ad uno stato alterato di coscienza e sconvolgono tutti i sensi, e, seguendo il desiderio di Rimbaud, convertono un poeta in un visionario. Borromini era particolarmente orgoglioso di questa sua creazione (i suoi resti riposano qui). Si tratta di uno dei suoi primi lavori, ma è forse quello che meglio riassume l’essenza della sua arte, visibile nell’interazione di forme ondulate concave e convesse che rende le sue...

I ‘Moderni’ al MUMOK di Vienna

Alcuni mesi fa, il 25 giugno, è stata inaugurata, presso il MUMOK (Museo d’Arte Moderna) di Vienna, un’affascinante mostra dal titolo “I Moderni-Rivoluzioni nell’Arte e nella Scienza 1890-1935” che esplora il mondo dell’arte moderna agli inizi del secolo XX e l’influenza che ebbero su quest’ultima le più rivoluzionarie scoperte scientifiche. Due delle scoperte più importanti degli inizi del secolo XX sono state la teoria della relatività di Albert Einstein e la fisica quantica, campi studiato presso il famosissimo e prestigioso istituto Max Planck. Questi fantastiche e rivoluzionarie scoperte influenzarono in modo fondamentale le avanguardie dell’arte moderna. Le correnti artistiche nelle quali è più evidente ll’influenza della scienza sono il Cubismo e il Futurismo, che  occupano la parte centrale dell’originale mostra del MUMOK e rappresentate da alcuni degli artisti più rilevanti del secolo XXº, come per esempio Giacomo Balla, Marcel Duchamp, Laszlo Moholy-Nagy, Man Ray o Francis Picabia. Curata da Cathrin Pichler, Martin Guttman e Susanne Neuburger, la mostra espone alcune delle opere d’arte più innovatrici, accostandole ad apparecchi e prodotti scientifici dell’epoca, come per esempi fotografie di raggi x, mettendo così in evidenza l’influenza del progresso scientifico sui canoni estetici delle avanguardie artistiche. I curatori della mostra si sono anche preoccupati di dimostrare come discipline così diverse tra di loro, come l’arte e la scienza  possono trarre ispirazione una dall’altra e completarsi e soprattutto sottolineare che tra le due non esiste nessun ordine gerarchico. Heloise Battista La mostra sarà aperta fino al 23 gennaio 2011. Avete abbastanza tempo quindi per visitarla e scoprire le imprevedibili connessioni tra sviluppo artistico e scientifico, che fino ad oggi, cento anni più tardi...