Il mondo sospeso di Lartigue a Madrid
Forse l’impressione più intensa che lascia nello spettatore la mostra di fotografie di Jacques Henri Lartigue (1894-1986), che può essere vista nel Caixa Forum di Madrid (http://obrasocial.lacaixa.es/nuestroscentros/caixaforummadrid/caixaforummadrid_es.html) fino al prossimo 19 giugno, viene dalla contemplazione dei volti dei visitatori mentre si muovono, si direbbe a rallenty, attraverso le varie sale in cui ci sporgiamo sull’abisso di uno dei tentativi più forti di fermare sonnambulamente il tempo. Fino al 1963 l’opera fotografica di Lartigue viveva nei vastissimi territori di frontiera dell’anonimato, che superò grazie allo scalpore provocato dall’esposizione che realizzò nel Museo d’Arte Moderna di New York. A partire da quel momento, il suo prestigio non ha smesso di crescere. Le ragioni possono essere trovate in que volti a cui ci riferivamo nel primo paragrafo, visto che tutti mostrano in modo differente ma inequivocabile l’invincibile potere di suggestione di alcune istantanee che Lartigue iniziò a catturare quando aveva otto anni, in forma quasi di diario visivo che accompagnava invariabilmente con una serie di brevi testis i di esse, ogni volta con la ferma intrenzione di confrontarsi con la fugacità e caducità delle cose. Nell’estetica giapponese è centrale il concetto chiamato mono no aware, alla cui definizione forse ci si può vagamente avvicinare se diciamo che allude a un sentiment di empatia con la bellezza apparente delle cose. C’è qualcosa di questo nelle foto di Lartigue, che ha ritratto come nessun’altro la quotidianità del mondo della Belle Epoque—certamente non estranea a una certa tendenza verso l’orientalismo in generale e l’arte giapponese in particolare- e del periodo tra le due guerre. Come documento di un’intera generazione che si sentiva circondata di continuo...PJ Harvey, lontani echi da Gallipoli
Una delle grandi disfatte britanniche durante la Prima Guerra Mondiale fu la cosiddetta battaglia di Gallipoli, in cui dopo uno sbarco apparentemente andato a buon fine, le truppe britanniche e francesi rimasero intrappolate a capo Helles, alla mercé dell’esercito turco. Oltre alle considerevoli perdite di navi da guerra, si calcola che i feriti nel solo esercito britannico raggiunsero le 250mila unità, e morirono più di cinquantamila soldati. La tragedia ebbe anche ripercussioni a livello politico: causò il tracollo di Churchill, fino a quel momento ministro della Marina e principale promotore della campagna, e segnò l’inizio della leggendaria fama dell’eroe nazionale e generale Atatürk, fondatore e primo presidente della moderna Repubblica di Turchia. Nel corso della battaglia di Gallipoli, come accadde nella maggior parte delle trincee durante i quattro lunghi anni di guerra, si manifestò, quasi provenendo direttamente dalla più remota antichità di cui abbiamo conoscenza, la capacità del sogno di trascendere l’individuale e trasformarsi in esperienza collettiva. Ci sono documenti che testimoniano che davvero i soldati facevano gli stessi sogni, talvolta incubi, in cui apparivano simultaneamente a tutti le stesse scene, con minime variazioni. Nonostante sia tutto meno che un incubo, tranne forse che per gli amanti del kitsch e della musica prefabbricata, il sogno, la trincea e la nebbia sono temi presenti nello splendido ultimo album di PJ Harvey,Let England Shake (2011), un’esplorazione critica della “britannicità” attraverso un itinerario storico che ripercorre le guerre e il loro corollario, la tremenda distruzione di noi stessi e dell’altro, sempre in riferimento al Regno Unito. Ben tre canzoni dell’album parlano del massacro di Gallipoli, e un’altra manciata affronta il tema delle...Le case di Gaudí a Barcellona
Parlare dell’opera di Antoni Gaudí dal punto di vista comune di chi vibra e si riempie di piacere quando vede le sue costruzioni rappresenta qualcosa di poetico. L’architetto ed artista catalan ha lasciato un incalcolabile patrimonio all’umanità ed con le sue creazioni ha cambiato per sempre l’architettura. Nonostante le opere di Gaudí siano parecchie, solo alcune sono molto famose e visitate dai turisti, soprattutto a Barcellona, che vive e respire da Gaudí, quindi le line seguenti sono dedicate a una breve descrizione degli edifice esistenti a Barcellona e dintorni, che forse non godono della fama della Sagrada Familia ma che sono di somma importanza nella vita dell’artista. Tra le case meno conosciute dell’architetto si trova Bellesguard. Costruita nel mitico luogo dove era ubicata la casa del re Martino “l’umano”, ultimo re di Catalogna. La casa originale fu costruita nel 1948, e successivamente distrutta dalla Guerra. Bellesguard fu ricostrruita quasi 500 anni dopo ed ebbe un grande significato per Gaudí per questo fatto storico, aspetto che rappresenta bene nell’architettura medievale e neogotica usata nell’edificio, indubbiamente molto diverso dal resto delle sue case, un castello che ricorda quell passo di storia catalane. La casa è situate nel quartiere Sarria, in una strada con lo stesso nome. Un’altra delle sue casa è casa Vicens, ubicata nella calle de las Carolines, tra le fermate della metropolitan Fontana e Lesseps. Questa fu la prima opera che Gaudí firmò dopo essersi laureate come architetto, quindi rappresenta forse il miglior esempio di questa prima tappa dell’artista, piena d’influenza mussulmana e, curiosamente, di line rette, molto diversa dalla famosa Pedrera e dalla casa Batlló. Altre opere meno...Ocho y medio
Se ti piace la musica elettronica e ballare fino all´alba, il tuo locale a Madrid è Ocho y medio,dove i DJs Smart e Luiliminili si occupano della musica.
Museo delle Belle Arti
Il Museo delle Belle Arti è unico perchè vi si espongono opere religiose che vennero recuperate da monasteri e chiese dei secoli passati.
La Buganvilla
La Buganvilla, se state cercando piatti trazionali, è uno dei migliori ristoranti dove assaporarli. Qui potrete gustare la migliore paella, riso e pesce.
Botín
Botín, secondo il libro dei Guinness dei Primati, è il primo ristorante del mondo ed è famoso per offrire i classici piatti spagnoli.
Sala Sol
La Sala Sol è uno dei club più antichi di tutta Madrid ed è dove potrete divertirvi al ritmo della migliore musica elettronica e dei migliori gruppi
Monastero Reale dell´Incarnazione
Il Monastero Reale dell´Incarnazione è molto famoso a Madrid per la sua grande collezione d´arte, ma anche per la sua leggenda.
Plaza Dos de Mayo
La zona della Plaza Dos de Mayo raggruppa alcuni dei bar e club alternativi più importanti della scena notturna madrilegna.