Fondata nel 1451, in quest´ambiente che è un insieme tra Impero Romano e Medioevo, di cospirazioni cinematografiche e avventure letterarie, dove il tempo sembra essersi detenuto, si salvano 1 milione 600mila volumi stampati, 80 mila manoscritti e 100 mila unità di archivi, circa 8 mila 400 incunaboli, 300 mila monete e medaglie, includendo 150 mila registri, disegni e matrici, così come più di 150 mila fotografie. Misteri rivelati e altri ancora segreti. Il codice da Vinci può non essere necessariamente finzione. A chi piace giocare ai detective della Storia, o vuole districare gli enigmi degli astri, perchè il suo segno è taluno o talaltro?, troveranno nella Biblioteca Vaticana tanto il severo Catechismo della Chiesa Cattolica, che condanna come demoniache i pronostici e le preveggenze, così come l´Almagesto di Tolomeo, il maggiore degli antichi matematici e astronomi, e i suoi quattro trattati di Astrologia, compilati nel Tetrabiblos, illustrato con affascinanti rappresentazioni pittoriche della sfera celeste e dello zodiaco. La Biblioteca possiede facsimile di codici antichissimi, manoscritti più importanti della Storia Occidentale, dall´era cristiana fino ad oggi, preziosi incunaboli, stampati di vari secoli, disegni dei maestri dell´arte, opere che son patrimonio di tutta l´umanità. Ospita anche un laboratorio di restauro. La versione attuale è datata 1451, ma l´origine della Biblioteca Papale risale alla fine del secolo IV quando l´Ufficio d´Amministrazione della Chiesa Romana (Scrinium in latino, nell´antica Roma era sinonimo di archivum, tabularium) serviva da biblioteca e da archivio. Vauzzayin Gli appartamenti a Roma ti daranno questa possibilità unica nella vita di visitare la Biblioteca Vaticana. Non te la perdere. Tradotto...
Passeggiare per la strada di Alcalá è passeggiare per il cuore di Madrid. Chiunque visiti la città ha quasi il dovere di transitare per questa strada e lasciarsi meravigliare da una delle più belle, evocatrici ed emblematiche vie, la più lunga ed una delle più antiche di Madrid che nasce nella Porta del Sole. Negli anni 40, era tradizione che tutto quello che si visitava a Madrid si fotografasse in questa strada, simbolo dell´ essere arrivato alla capitale. E perfino oggi, non è raro lasciarsi ritrarre in questo favoloso ambiente. Per i madrilegni, ed altri spagnoli, è un simbolo di quei film degli anni 60, dove si vedevano quelle automobili, Seat 600, soprattutto, girare attorno alla Porta di Alcalá. Quelli che la visitano per volta prima, non solo si sorprendono per la bellezza dei suoi edifici e monumenti, la Cibele, l´edificio di Poste, il Palazzo di Linares – oggi trasformato nella Casa d´America – la Porta di Alcalà, etc., ma anche per il suo accurato ambiente, circondato da alberi e fiori. Nel numero 49 di questa strada, all´altezza della metro Banca della Spagna, troviamo la sede centrale dell´Istituto Cervantes. Questa istituzione pubblica venne creata nel 1991 per incentivare la promozione e l´insegnamento della lingua spagnola e per la diffusione della cultura spagnola ed ispano-americana. Oltre alla sua altra sede in Alcalá di Henares (Madrid), luogo di nascita dello scrittore Miguel di Cervantes, esistono centri dell´Istituto nei cinque continenti. Tra i suoi obiettivi c´è quello di realizzare attività di diffusione culturale in collaborazione con altri organismi spagnoli, come nel caso della collaborazione dell´Istituto Cervantes, Medici senza Frontiere ed il diario...
Quest’anno la tradizionale Feria de Abril di Siviglia si terrà dal 3 all’8 maggio, nel popolare quartiere de los Remedios, dove si celebra dall’anno 1973. Si tratta di un recinto di un chilometro e mezzo di lunghezza e mezzo chilometro di larghezza. Le strade si decorano con lanternine e vi passano cavalli, cavalieri e carrozze. La gente canta e balla di notte e giorno e le bellissime sivigliane sfoggiano i loro popolari costumi di flamenco. Le origini della Feria de Abril risalgono al 25 agosto del 1846, quando José María de Ybarra (vasco) e Narciso Bonaplata (catalano) redassero una proposta che portarono al Cabildo Municipale e nella quale chiedevano l’autorizzazione per organizzare una fiera annuale durante le giornate 19, 20 e 21 di aprile, permesso che fu loro concesso dopo diversi incontri e negoziati con il sindaco Conde de Monrelirio, che sapeva che giù esistevano due feste simili. Nel marzo del 1847, la regina Isabel II concesse a Siviglia il privilegio di poter organizzare una fiera. La prima fiera del bestiame si tenne nel Prado di San Sebastián ed ebbe un grande successo. Ospitava 19 chioschi. Fu, però dal 1920 che la fiera iniziò ad assomigliare di più a quell’odierna ed alla quale partecipano attualmente molti visitatori stranieri, curiosi, festaioli e soprattutto artisti e famosi che le danno una certa aria di glamour. È caratteristica la porta d’accesso della fiera (la portada), inaugurata nell’anno 1949. La portada è decorata artigianalmente ed è dedicata ad un evento o monumento importante della città: la Torre dell’Oro, la Giralda di Siviglia, il centenario delle squadre di calcio Betis e Siviglia. Dal 1950,...
Quest’anno il famoso e principale festival gotico del mondo compie vent’anni e non si risparmia: molte sorprese, ricordi e novità che attirano non solo la gente de mondo dark, ma anche tutti coloro che amano la buona musica e la magia degli abiti più ricercati e spettacoli gotici. Una di queste prime sorprese è che ha cambiato data, quest’anno il Treffen si realizzerà tra il 10 e il 13 Giugno, la qual cosa assicura un tempo migliore per le molteplici attività programmate. Ma cos’ha il Wave Gotik Treffen che gli altri festival non hanno ? Bhè, non s’è guadagnato la fama e la buona reputazione per nulla, una delle prime cose da notare nei tre giorni del festival è che Leipzig si trasforma in una grande città gotica, i concerti non si realizzano in un solo recinto, come accade nella gran maggioranza dei festival, ma in tutta la città, mobiltando tutti i servizi. Si evidenzia quindi il servizio di TRAM, che è gratis per il pubblico del festival durante le 24 ore e in tutte le direzioni. Il fatto è che gli 8 o 10 palchi schierati per l’occasione, senza contare le varie attività dedicate alla musica classica o colta, meritano che esistano mezzi di trasporto tutto il giorno e tutta la notte. Il Treffen è unico nel suo genere, dai primi tentativi di realizzarlo, relativi all’anno 1987, con risultati negativi per la situazione del Paese in quell’epoca, fino ad oggi, è cresciuto tanto che rappresenta già parte fondamentale del turismo di Leipzig, forma parte della sua identità come città, l’enorme quantità di gente di tutto il mondo che la...
Fino all´8 maggio nel Centro d´Arte Santa Monica sarà aperta la mostra “Un Secolo di Circo”, curata da Jordi Jané e Raffaele De Ritis, che con fotografie, maestuosi abiti di gala, immagini video con suo padre e cartelli che annunciano le sue performance ci riportano all´epoca d´oro del circo nel secolo XX. Nipote e figla di una famiglia circense, Paulina Andreu Rivel crebbe nel mondo fiabesco dei tendoni, dei viaggi permanenti e degli abiti con pallettes. Dopo una formazione classica nel circo che le fu trasmessa da suo padre, il pagliacci spagnolo nato a Cubelles, in provincia di Barcellona, nel 1896, omaggiato da Federico Fellini nel film “I Pagliacci”, apprese a dominare tutte le abilità della vecchia scuola circense: acrobazia, equilibrismo, danza e canto. Era un´epoca in cui gli artisti dovevano dominare “il corpo e tutti i suoi sensi”, commenta Paulina per differenziare la formazione degli artisti del circo di oggi, che “si specializzano in un numero e non sanno fare altro”. Talentuosa fin da piccola, a 6 anni rappresentò Josephine Backer -una vedette celebre negli anni ´20- nell´Empire Paris. In seguito venne l´esperienza musicale con i suoi fratelli nel Charlye Rivel’s Babys. Il suo glamour particolare e la bellezza delle sue creazioni la portarono nel 1946 al Circo Schumann, in cui iniziò la sua tappa nell´arte equestre, che la convertì nella più acclamata amazzone europea ed invitata d´onore nelle feste dell´alta società, nonostante la sua vita si svolgesse in un tendone da circo. Acclamata come icona femminile del circo, la sua immagine apparve nel cinema e nelle copertine delle riviste. Il matrimonio con il cavaliere Albert Schumann unì...
Con tutta probabilità il cabaret Fledermaus, disegnato nel 1907 da Josef Hoffmann e da allora famoso per il contrasto tra la divergente, vibrante ed edonista policromia del mosaico formato dalle piastrelle delle pareti ed il pavimento in bianco e nero della sala, dove regnavano le leggendarie sedie Fladermaus, era la creazione più popolare del movimento viennese della Werkstätte. Il cabaret nacque grazie all’iniziativa di Fritz Waendorfler, un gentiluomo danaroso dai gusti squisitamente eleganti che sognava di creare un luogo sofisticato di intrattenimento nella città viennese, una preoccupazione che in qualche modo era in linea con il pensiero dell’Art Noveau che conduceva a vincolare attraverso lo stile tutte le aree e le forme della vita, una volta che queste erano imbevute del senso dell’artistico, il che spiega il fatto che il termine Art Noveau non solo si sarebbe esteso al mondo della danza, del teatro, della canzone e della letteratura, ma che questo mostrerebbero spesso i lineamenti formali della sensibilità estetica alla quale alludeva il nome. I principi dell’architettura dell’edificio avevano una stretta relazione con chi lavorava alla creazione di una delle grandi opere maestre della Wiener Werkstätte, il Palais Stoclet di Bruxelles (1905-1911). L’uso di semplici forme quadrate e rettangolari, effetti di contrasto che si basavano sul semplice bianco-nero e bande di metallo con la decorazione in rilievo in forma di ghirlande. Dato che la memorabile sala del Cabaret Fledermaus era più larga che lunga, lo spazio tra gli attori e gli spettatori era sensibilmente ridotto e nel quale erano collocate tutte le meravigliose sedie dove si sedeva il pubblico e che si sarebbero presto trasformate in un classico...
Si racconta che verso la fine del secolo XVIII Hatice Sultana, la sorella del sultano riformista ottomano Selim III e come lui incline con curiosità creativa alle novità provenienti dall’Occidente, s’innamorò a prima vista dei giardini che circondavano la villa dell’ex ambasciatore commerciale danese ad Istanbul e volle per lei un ambiente simile intorno al suo palazzo. Senza preoccuparsi di eventuali scandali, si lasciò trasportare dal desiderio di camminare su un giardino in stile occidentale, un labirinto di rose, acacie e gigli, che aveva sognato da piccola. Nel sogno c’era anche una palla di cristallo, la pedana di una statua ed un leone alato coperto da zanzariere di un colore mai visto in precedenza elaborato a donne minute che fluttuavano su telai strani in un piccolo padiglione annesso, che anni più tardi identificò in un dipinto inglese come un chiosco europeo. Sembra che il dipinto fosse un regalo di Antoine- Ignace Melling, la persona che le raccomandarono come disegnatore per questi giardini. Nato nel 1763, Melling era un artista, architetto e matematico tedesco (per le sue vene scorreva anche sangue italiano e francese), che a 19 anni aveva abbandonato la città di Strasburgo per obbedire al richiamo dell’Oriente, in consonanza con l’incipiente ondata romantica che iniziava ad agitare la coscienza europea. Arrivò ad Istanbul, dove vi rimase per 20 anni. Melling non solo disegnò i giardini in uno stile neoclassico e lavorò come assessore artistico per Hatice Sultana, ma realizzò anche annessi e rimodernamenti interni nel palazzo estivo di Selim III, caratterizzati da un gusto misto che introduceva elementi europei senza essere irrispettoso con il paesaggio e le tradizioni...
Recentemente abbiamo parlato del curioso feticismo sessuale che gira intorno al mondo ospedaliero, dall’innegabile sex-appeal della tradizionale “infermiera sexy” alle pratiche sadomaso più estreme che includano attività come il cateteritirmo uretrale (introdurre piccolo tubi nel pene) o giochi con aghi e iniezioni. Esiste anche un’altra corrente del feticismo medico che non è così famosa ma che risuta sorprendentemente estetica ed attraente: si tratta del mondo delle “broken dolls”, esplorato da fotografi cone Romain Slocombe, cineaste come David Cronenberg (regista di “Crash”) o disegnatori come Trevor Brown. Ricevono questa denominazione le modelle (generalmente donne minute dall’aspetto fragile) che appaiono ritratte con protesi ortopediche, collari, cerotti, stampelle, sedie a rotelle… La loro spettrale bellezza viene sottolineata dal violento contrasto con le ferite e le bende, e risalta ancora di più grazie all’asettico ambiente ospedaliero in cui sono frequentemente ritratte. Uno strano ed affascinante incrocio tra erotismo sadomasochista e feticismo medico… Il recopilatorio d’immagini di Slocombe chiamata“City of the broken dolls”, che include collaborazioni con il famoso fotografo giapponese Nobuyoshi Araki, può essere considerato un libro fondamentale di questa corrente erotica ed estetica. Non è insolito che si celebrino feste ed incontri con questa estetica in locali sadomaso. Per il 12 marzo si sta preparando una festa di feticismo medico nel Nido del Escorpión, un’associazione cultural “BDSM-friendly” situata in una cantina nel quartiere del Raval a Barcellona. In questa festa si vuole rendere omaggio a Cronenberg con la proieione di scene selezionate di “Crash”, dopo le quali si potranno vedere performance di modificazione corporea e introduzioni all’arte medica di Slocombe. Per maggiori dettagli e per prenotare il tuo posto visita il sito:...
La leggenda narra che Montblanc viveva sotto il dominio di un malvagio Drago che provocava molta disgrazia alla città. Un bel giorno la popolazione, stufa delle penurie, si riunì e accordò un patto con il Drago per far sì che cessasse il suo piano di distruzione; questo consisteva nel portargli una persona, una volta ogni certo periodo di tempo, per saziare la sua sete di sangue e la quale sarebbe scelta per mezzo di un sorteggio. In questo modo, un brutto giorno, la prescelta fu la figlia del Re di Montblanc. Costui, con grande tristezza, riconobbe che sua figlia era un´abitante del paese e che doveva quindi obbedire al sorteggio. Così la principessa cominciò la sua marcia verso la tana del Drago, ma giusto sul ciglio della porta della grotta, apparve un cavagliere su di un destriero bianco, con un´armatura brillante, il quale disse di chiamarsi Giorgio e che la sua missione era di salvare lei e il suo paese dal malvagio Drago. In questo modo si generò una cruenta battaglia tra il cavagliere e il Drago che terminò con quest´ultimo morto e con la Città liberata. La leggenda narra inoltre che laddove morì il Drago, cresce tutti gli anni una pianta di rose rosse. Tutto questo accadde un 23 Aprile, giorno in cui si commemora San Giorgio come patrono di Catalogna e con speciale importanza per Montblanc. In questa maniera, la settimana medievale parte con la drammatizzazione della leggenda di San Giorgio realizzata nel prezioso centro murato del paese, dove si rovescia il sangue del Drago che poi si trasforma in circa 500 litri di una bevanda che...
L’imperatrice Teodora (501-548) è tristemente e significativamente più famosa per les sue scandalose e promiscue prodezze sessuali in ambito pornografico che, basandosi sul suo passato di meretrice e attrice in un circo, le attribuisce con intenzioni chiaramenet diffamatorie il suo contemporaneo Procopio di Cesarea nella Historia secreta che per il suo importantissimo operato come donna di stato e legislatrice femminista avant le lettre. Non solo era in prima linea in modo decisivo in tutti gli eventi importanti del governo di suo marito, l’imperatore Giustiniano I. Tra le altre cose introduce leggi che proibivano la punizione per adulterio, regolavano il diritto all’aborto, permettevano il divorzio anche su iniziativa della donna , come anche il matrimonio tra diverse razze, religioni e classi sociali, imponevano la pena di morte come punizione per lo stupro, proibivano la prostituzione forzosa e regolavano i bordelli di modo che erano controllati dalle donne stesse. All’epoca, in parte grazie a Procopio, era d’uso associare nell’immaginario occidentale la regione dell’Anatolia con l’edonismo ed i piaceri della carne. A questo ha contribuito in modo notevole l’esistenza in Asia Minore di una lunga raffinata e fruttifera tradizione della letteratura erotica e l’inebriante mondo della luce, dei profumi, degli aromi, dei colori, dei tessuti, delle pozioni, suoni e canzoni dell’Oriente che dispiega le sue innumerevoli promesse sensoriali. Dall’inizio degli anni sessanta fino al colpo di stato nel 1980 l’industria del cinema erotico rappresentava più di due terzi della produzione cinematografica turca. All’inizio i contenuti erotici erano inseriti con minore o maggiore naturalezza nelle commedie e nei melodrammi romantici dei quali ci parla Orhan Pamuk in modo esaustivo nel Museo dell’Innocenza o...