Ci chiamano la Generazione connessa. Siamo veramente dipendenti dai nostri dispositivi elettronici? Che cosa facevamo per ammazzare il tempo, mentre aspettavamo il treno, prima di poter navigare su internet dal nostro cellulare? Abbiamo deciso di scoprirlo. Ore 16 Do un’ultima occhiata a Facebook prima di spegnere il computer. Verifico il PIN del cellulare prima di staccarlo. Dico addio alla musica per un po’ e metto via l’iPod. È tutto pronto per passare un giorno intero senza connessione ad internet e senza utilizzare i dispositivi elettronici. Non sarà poi così difficile! Ore 16.30 Per l’abitudine, sbircio l’iPod. Accidenti devo iniziare tutto da capo. Ore 16.30 Metto l’iPod nello zaino… Se è a portata di mano, potrebbe riaccendersi per sbaglio. Le tasche mi sembrano vuote e continuo a chiedermi se ho perso qualcosa… Ore 18.30 Sto aspettando il treno alla stazione. Le mani continuano a cercare il cellulare e l’iPod. Devo sembrare un borseggiatore in agitazione. Verifico l’ora della stazione: ma sono veramente passati solo 40 secondi dall’ultima volta che l’ho guardato? Ore 19.30 Il viaggio in treno più lungo della mia vita. Sto guardando fuori dalla finestra senza poter ascoltare niente, tranne la fastidiosa musica che si sente dalle cuffie e dai cellulari delle altre persone. Dovevo portarmi un libro… Ore 20 C’è una festa della quale non sapevo niente. L’invito era su Facebook e sono stati inviati vari SMS. Lo ripeto: C’è una festa e NON NE SAPEVO NIENTE. Ho un senso di vuoto. Che cos’altro mi sarò perso? Ore 21.30 Arrivo a casa, dopo essere passato in biblioteca per prendere un libro vero. Mi ero dimenticato quanto mi...
Nello spazio pubblico della Kunsthalle Wien Karlsplatz di Vienna si possono visitare le meravigliose sculture “E tu, Duchamp? “ di Subodh Gupta, un´ interpretazione innovatrice dell’opera originale del famoso creatore francese Marcel Duchamp LHOOQ del 1919, che rappresenta una Gioconda con barba e baffi. La scultura è bronzo nero e di grandi dimensioni. Subodh è nato nel 1964 a Khagaul, Bihar, in India ed è indubbiamente uno degli artisti più riconosciuti della città. Studiò al College of Art di Patna, per trasferirsi poi a New Delhi, dove vive e lavora. Le sue opere comprendono pittura, video, scultura, fotografia, installazioni ecc. Nelle sue opere utilizza utensili che in India sono d’uso quotidiano, come recipienti per il latte, pentole, biciclette, olio, latta, bronzo, sterco ecc. Ha continuato poi a sviluppare il proprio lavoro attraverso l’esperienza, utilizzando materiali sempre nuovi. In una delle sue creazioni, per esempio, utilizza anche i carrelli per i bagagli, come quelli che troviamo negli aeroporti. In tutte le sue opere è evidente la dualità tra povertà e ricchezza, tra antico (come gli elementi che utilizza) e moderno (come la sua arte) tra rurale ed urbano. È da evidenziare che lo sterco di vacca è un elemento molto importante in India, come anche e nelle sue opere. Tra le alte cose si utilizza anche come carburante, per proteggere le case dagli insetti. Gupta ha esposto le sue opere in varie città, in Asia, Europa e America, sia in mostre collettive, sia individuali. Non perderti quest’ opportunità. Affitta appartamenti a Vienna per contemplare questa magnifica scultura (hai tempo fino al 31 di ottobre) e visitare la...
Negli ultimi due anni le tristi notizie di modelli e modelle suicidi hanno gettato un’ombra sullo splendente e glamour mondo della moda. Gli ultimi casi sono quelli della modella indù Viveka Babajee, trovata morta nel suo appartamento a Mumbai e Tom Nicon, che si è tolto la vita a soli 22 anni. Questi sono solo i casi più recenti di quello che è una lunga e triste lista di suicidi nel mondo dei “più belli del mondo”. Dopo queste tragedie molte persone si chiedono: è una macabra coincidenza o c’è un collegamento tra il mondo della moda, il suo alterato stile di vita, la pressione sotto la quale vivono le modelle e i modelli, che nella maggior parte dei casi non superano i 18 anni d’età e l’elevata tassa di suicidi? Evidentemente è difficile risponder a questa domanda. Ciononostante ci sono sempre più indizi che indicano che l’industria della moda non è uno degli ambienti migliori per una persona in pieno sviluppo fisico, mentale ed emozionale. La modella coreana Daul Kim, che il novembre passato s’impiccò nel suo appartamento parigino, aveva, più di una volta, espresso la sua infelicità, attraverso il suo blog. Quello che scriveva dimostrava che si trattava di una ragazza alienata, che viveva lontano dal suo paese d’origine e che si era persa tra viaggi, passerelle e campagne pubblicitarie. Le modelle sono sempre più giovani, sempre più magre che si bruciano sempre più presto. L’epoca delle grandi supermodelle come Linda Evangelista, Claudia Shiffer e Naomi Campell è finita. Nel mondo odierno della moda di tratta di ragazzine in piena pubertà, delle quali poche si mantengono sulla...
In un articolo abbiamo già parlato del fenomeno di culto al quale diedero origine il musical e il film “Hedwig and the angry inch”, per certi aspetti simile a quello che si sviluppò a partire del “Rocky Horror Picture Show”. In entrambi i casi, l’impatto del film fu tale che poco dopo il suo debutto iniziarono a formarsi fan club che proiettano regolarmente il film, e i partecipanti si travestono nei loro personaggi preferiti. Nel caso di Hedwig, ai fan del film è stato affibbiato il nome di “Headheads”, un soprannome legato alle enormi parrucche bionde di Hedwig. Nel film si vede come i fan del gruppo di Hedwig, portano, durante i concerti, enormi parrucche gialle sintetiche in omaggio all’eterna parrucca di Hedwig. (lo stesso nome Hedwig, può essere interpretato come un gioco di parole, dato che “head wig” significa letteralmente “parrucca”. ) Durante le feste “Hedwig”, che si tengono in vari paesi, di solito si proietta il film, durante il quale si balla e si canta le canzoni più famose. Durante questo tipo di serate non mancano gli orsetti di gomma colorati, come quelli che appaiono in un’importante scena del film. Di solito le feste Hedwig sono eventi divertenti, frenetici e pazzi, durante i quali rivive lo spirito giocherellone e trasgressivo del glam. A Barcellona si organizzano saltuariamente proiezioni di “Hedwig and the angry inch”, specialmente in locali alternativi come il Nido del Escorpión http://www.nidodelescorpion.com, ubicato in un locale del Raval, dove da poco si è tenuta un festa Hedwig in piena regola, con proiezioni del film, buona musica, travestimenti e memorabile performance di Lady Pain. Non si...
Scarpe con la zeppa, boa di piume, pettinature esotiche e chili di porporina… Che cosa otteniamo mischiando questi ingredienti con la buona musica e una dose d’ambiguità sessuale? Il glam rock genere nel quale trionfarono cantanti come Marc Bolan, David Bowie-Ziggy Stardust o David Johansen. Dovendo scegliere un cantante glamour tra i personaggi immaginari creati dal cinema e dal teatro, la scelta cadrebbe indubbiamente su Hedwig, la stella del film culto “Hedwig and the angry inch”… Il fenomeno Hedwig nacque nel 1998 come musical dell’off-Broadway, scritto da John Cameron Mitchell con le musiche di Stephen Trask. Il musical racconta la storia di Hedwig, cantante transessulae, lider del gruppo glam-rock “The Angry Inch”. Hedwig racconta, attraverso canzoni e monologhi, la sua infanzia come Hansel nella Berlino orientale, negli anni di prima della caduta del muro, la gioventù negli Stati Uniti dopo una disastrosa operazione di cambio di sesso e un matrimonio frustrato, e la sua età adulta come cantante che perseguita implacabilmente Tommy Gnosis, un rocker dal successo travolgente, che forse gli ha rubato le canzoni… Il musical diventò film a mano dello stesso John Cameron Mitchell e in poco tempo vinse vari premi, come il Festival Internazionale del Cinema di Berlino o il premio del pubblico al festival di Sundance. Si guadagnò inoltre un nutrito gruppo di fan, che iniziarono ad organizzare feste durante le quali si travestivano nei loro personaggi preferiti e cantavano in coro le canzoni più popolari (“The origin of love”, “Tear me down”…). In Europa, le più grandi feste-omaggio a Hedwig si organizzano a Barcellona, Parigi e ovviamente a Berlino…Fu proprio a Berlino dove si...
Con lo slogan “17 giorni di felicità “il 30 luglio inizierà la sesta edizione dei Giorni Africani di Vienna, evento che promuove la cultura africana in tutti i suoi aspetti: dalla danza, passando per l’arte, fino alla musica, la gastronomia e molto altro ancora. Il festival servirà da palcoscenico per quest’enorme continente e la sua ricchezza culturale e per portare un po’ di sapore africano nella capitale austriaca. Gli organizzatori si propongono di avvicinare due culture così diverse tra di loro come l’africana e l’austriaca, stimolando la ricerca dei punti in comune e il rispetto mutuo. Più di 20 navi hanno portato cibi, opere d’arte ed oggetti d’artigianato provenienti da ogni angolo del continente nero. Il tutto sarà accolto in un grande bazar montato per l’occasione e che è un’opportunità unica per avvicinarsi a questa affascinante cultura, toccando, odorando, assaporando…. Attraverso maschere, gioielli masai, figure tuareg, stoffe, ceramica e opere d’arte saremo testimoni di una cultura attaccata alle tradizioni, ma allo stesso tempo aperta al mondo contemporaneo. Il festival conterà anche con le esibizioni dei più importanti artisti del continente, ma anche di gruppi austro-africani. Salirà sul palco del festival la mitica diva della musica soul e funk, Marla Glenn, che ci catturerà con temi come “It’s a man’s world”. Sono inoltre in programma molti altri eventi e feste che si terranno ogni giorno a partire dalle 22 al tendone “Habana”. Ci sarà spazio anche per i più piccoli che potranno montare su cammelli, fare corsi di danza, pittura e artigianato, come anche partecipare alla lettura di racconti africani. C’è tempo fino al 16 agosto per goderci questo festival...
Facendo una passeggiata per le strade di Madrid, vidi una foto di Juergen Teller con l’attrice britannica Charlote Rampling. La scena ritrae entrambi su un pianoforte, lui svestito, baciando e reggendo l’attrice. Il fotografo sarà presente al festival PhotoEspaña con la mostra “Calves & Things”. Nato ad Erlangen (Germania) nel 1964 studiò fotografia alla Bayerische Staatslehranstalt für Photograhie di Monaco. Nel 1986 si trasferì a Londra, dove attualmente risiede. Come fotografo di moda ritrasse personaggi famosi come Cindy Sherman o Naomi Campbell, lavorando per marche famose come Marc Jacobs o Yves Saint Laurent. È conosciuto per essere maleducato, provocatore ed esibizionista. Questo celebre artista un giorno scoprì che può essere più interessante fare foto a sé stessi che agli altri e dal 2000 si dedica solo agli autoritratti. Nella mostra allestita nella capitale spagnola potrete ammirare 140 opere di questo riconosciuto artista, divise in due piani. Al piano terra troverete collezioni come “Go sees”, “Luigi XV”, “Paradis” nelle quali appare lo stesso Teller, completamente nudo, insieme alle sue modelle, in posizioni compromettenti. In una delle immagini appare anche Charlote Rampling mentre cammina nuda per il Louvre. Tra i vari ritratti esposti si potrà inoltre vedere come radono ad un Juergen Teller completamente svestito, Victoria Beckham dentro una borsa di Marc Jacobs e la famosa modella Kate Moss tra gli altri… Nel video “Don’t suffer too much”, si può invece vedere lo stesso Teller mentre guarda la finale della Coppa del Mondo del 2002 tra Germania e Brasile. In questo video lui appare con la stessa aggressività che contraddistingueva il padre alcolista. Affitta appartamenti a Madrid, se non vuoi perderti...
Alla fine di luglio (30.07.- 8.08.2010) inizia la decima edizione del Festival URB “Urban Festival” a Helsinki. Con questo festival torna in città l’arte urbana nei suoi molteplici aspetti, dalla musica all’arte, il cinema e performance di vario tipo. Negli ultimi anni l’arte urbana è passata per grandi cambi e ciononostante alcuni dei suoi valori continuano ad attrarre molti spettatori e giovani in cerca di un mezzo d’espressione libero e contundente. In quest’edizione dell’URB l’arte urbana sarà, nuovamente, la forza promotrice di interessanti progetti sociali e culturali, che invitano gli spettatori a partecipare, giocare e divertirsi. Un esempio è il catalano Roger Bernat con la sua opera teatrale “Domini Public”, nella quale prescinde dall’attore come punto centrale dello spettacolo e trasforma lo spettatore in protagonista. La strada diventa palcoscenico e lo spettatore è coinvolto nella narrazione della quale diventa parte attiva, trasformandosi, in questo modo in pubblico e attore. Dall’altra parte artisti rappresentati dalla galleria Huuto e in collaborazione con il Kiasm, museo d’arte contemporanea di Helsinki, organizzeranno laboratori e recite per centri d’accoglienza per rifugiati. L’idea è, in generale, potenziare le possibilità dell’arte come influenza positiva sulla vita urbana. Gli assistenti al festival potranno inoltre contare con spettacoli di danza, come per esempio progetti ideati dai coreografi Arja Tuli e Satu Tuomisto e la sua opera umoristica e incredibilmente versatile, nella quale la danza contemporanea s’intreccia con la “danza di strada”, in questo caso la samba. Ci saranno molte altre recite, mostre, seminari e spettacoli di artisti internazionali e finlandesi che puntano alla partecipazione al divertimento e all’integrazione, fomentando il lato più sociale e caritatevole dell’arte. Se vuoi...
Stavo sul punto di scrivere un articolo criticando un curioso fenomeno dei tour 2010. Nella maggior parte dei casi si tratta si tratta di festival dove l’artista principale invitato è un fossile più che un cantante rock. Ma quando ho scoperto che il 28 luglio Patti Smith suonerà al Teatro Romano di Ostia Antica, il mio cinismo è scomparso. Se c’è un artista che vale la pena di vedere, apprezzandola per essere una leggenda vivente del rock (che però ascolta anche opera) è proprio Patti Smith. Molti la chiamano la “Somma sacerdotessa del Punk”, soprannome che si è guadagnata nel corso degli anni, i incarnando quello che è la musica punk, non solo in termini sonori, ma anche spirituali, politici ed emotivi. La Smith crebbe in un famiglia religiosa, appartenente alla classe operaia e nel 1967 lasciò il suo paesino d’origine per New York, decisione che non solo cambiò la sua vita, ma anche la storia della musica. Diversamente da molte rockstar, ebbe un percorso che dagli inizi molto umili la portò alla fama mondiale, non per il suo modo di vestire o attrarre l’attenzione della stampa rosa, ma per la sua energia e intelligenza come contante e autrice di testi, la sua attività artistica e politica, nonché il suo carattere energico ed empatico. A New York frequentava personaggi come il fotografo Robert Mapplethorpe, Sam Shepard e John Cale. La sua musica influì su un’intera generazione di musicisti. Abbandonò poi lo show business per dedicarsi all’educazione dei figli, ma tornò a suonare dopo la morte del marito, in parte perché amici come Michael Stipe e Allen Ginsberg la convinsero...
I mesi estivi non solo ci danno la possibilità di assistere numerosi festival di musica, ma anche di passare delle notti stupende guardando film all’aria aperta. L’idea in sé è vecchia come il cinema. I pionieri delle immagini in movimento furono i fratelli Lumiere. Nel 1895 il loro Cinématographe marcó l’inizio della storia della settima arte. Il più vecchio cinema all’aperto ancora funzionante si trova in Australia, è il “Sun Pictures Teatro” che proietta film dal lontano 1916. Una variante del cinema all’aperto è il drive in. Quando diventò di moda, era il luogo perfetto per uscire a divertirsi ed allo stesso tempo godersi dei momenti d’intimità in coppia, in particolar modo per i giovani I drive in erano molto popolari durante gli anni 60, soprattutto negli Stati Uniti. In molte città il cinema all’aria aperta occupa luoghi speciali: grandi parchi, piazze, stadi di calcio ecc. I film ovviamente si proiettano di sera e come in altri cinema vi si può comprare pop corn e qualcosa da bere. Il cinema all’aperto torna a Vienna il 19 giugno (fino al 2 settembre) e ad ospitarlo sarà il castello Simmering (Schloss Neugebäude, Otmar-Brix-Gasse 1, verlängerte Meidlgasse).I film si proietteranno a partire dalle 21.30 Non dovete preoccuparvi dell’eventuale pioggia, perché gli organizzatori dell’evento hanno pensato anche a questo, pensando ad una copertura. I film proiettati saranno opere attuali, ma anche film classici. Per il programma completo potete dare un’occhiata a www.kinoimschloss.at Vai a Vienna allora, per vedere un film sotto le stelle. All’interno o all’esterno, i cinema sono sempre dei luoghi per momenti intimi, non dimenticarti quindi di portarti anche una coperta...