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Crazy Horse a Madrid

Una delle grandi attrazioni del passato Festival del Cinema di Venezia fu la presenza del regista nordamericano Frederick Wiseman (Boston, 1930), per presentare un documentario sul mitico cabaret parigino Crazy Horse, il quale ha appena compiuto 60 anni. Probabilmente il regista non sarebbe d’accordo sul termine utilizzato, ma sappiamo che a Wiseman non interessano le etichette, né tantomeno sente la necessità di classificare i film in differenti generi. In particolare i suoi film, nei quali, se è vero che la struttura drammatica è sempre stata l’elemento essenziale comune, è altrettanto evidente che il nucleo che li percorre trasversalmente è da individuarsi nell’interesse per il corpo umano (e la sua innata e ingannevole fragilità) in tutte le sue manifestazioni, dal modo in cui viene utilizzato nel mondo del balletto, come mezzo essenziale di espressione, all’uso che di esso ne fanno i monaci (che in qualche modo cercano di negarlo) o i soldati (per i quali rappresenta un’arma o uno strumento di aggressione e attacco). Per questo motivo è lo stesso Wiseman ad ammettere che l’unico motivo che lo ha spinto a girare questo  ultimo film è esclusivamente il Crazy Horse, punto di riferimento assoluto per gli amanti del genere, da sei decadi vera e propria nave ammiraglia e meta di pellegrinaggio obbligatoria. Ed è proprio all’interno del Crazy Horse che si focalizza il suo interesse, altro tratto comune a tutta la sua produzione, nelle persone, in concreto nelle sue favolose e leggendarie ballerine, esseri che il suo sguardo, oscillante tra tenerezza e vouyerismo più consumato e desideroso, converte in figure straordinarie, sia come professioniste sia come persone. Il film di...

Cantinetta Antinori Firenze

La Cantinetta Antinori si trova al piano terra dell´omonimo palazzo fiorentino. Appartiene ad un´antica famiglia di viticoltori. Cucina tradizionale italiana.

Bellevue Restaurante Praga

Il ristorante Bellevue, a Praga, reinventa la cucina tradizionale con sapori della nuova cucina fusion.

Comidas Caseras Pepi Siviglia

A Comidas Pepi cucinano come in casa. Dal suo locale a Siviglia Est la signora Pepi serve tutta la provincia. Si possono fare ordini settimanali.

Ai Monasteri Roma

Ai Monasteri è una bottega del centro di Roma aperta nel lontano 1894 che offre specialità dei monaci delle abbazie italiane.

Matisyahu a New York

No, non è un rabbino che ha fumato troppa marijuana ed ha perso il controllo, è Matisyahu. Effettivamente il look da giudeo ortodsso non è casuale ma è dovuto al fatto che questo ibrido del suono giamaicano più profondo sa trarre vantaggio dalle sue tradizioni familiari. Nato in Pennsylvania, Matisyahu fin da giovanissimo abbracciò il giudaismo ortodosso, ma saranno le sue esperienze con droghe psichedeliche, essendo un “Phish-head” (ovvero un seguace e fan della jam band Phish) che gli permetteranno di addentrarsi ancor di più nella carriera musicale, unitamente alle sue esplorazioni per il Village di New York. Attualemente vive a Crown Heights, Brooklyn, saltando da una setta giudaica all’altra in un’ esplorazione che potrebbe essere intesa come misticismo o come parte del percorso di un artista eccentrico e in constante cambiamento. Da un lato il reggae continua ad essere una musica per rifugiati, marginali  che non necessariamente sono daccordo con le condizioni della società postmoderna.   L’inno reggae non è solo una musica vibrante e sonnolenta che  incita al ballo, all’uso “pratico” della cannabis e a una vita di vegetarianesimo e di convivenza con la natura. Il reggae diffonde un messaggio di pace, unione e ballo che unisce le comunità. La vera domanda è: il mondo ha bisogno di più reggae? Può Matisyahu, un giudeo ortodosso di Brooklyn, scommettere sulla bandiera del reggae senza titubanze? La risposta è si. Il carattere post modermo di Matisyahu gli offre  tutte le virtù per costruire un personaggio solido nella musica pop attuale. Il carattere ibrido della proposta di Matisyahu lo converte senz’ombra di dubbio in un esponenente ricco ed arricchente della...

Jaime Turmo Siviglia

Jaime Turmo è una Guida Turistica registrata che vive a Siviglia e, per questo motivo, ti potrà raccontare tutti i segreti della città.

Maldita Nerea a Barcellona

Sembra che la crisi stia interessando addirittura il pop a livello internazionale. La presenza di così tante stelle del pop in questo momento sta portando inevitabilmente una rinascita del rock. Poco tempo fa è uscito il documentario “1991”: The Year Punk Broke” in DVD. Questo mitico documentario mostra Sonic Youth durante il suo tour europeo del 1991 e, a sorpresa per molti, presenta una nuova band, a quanto pare molto apprezzata, una nuova scoperta per il rock: Nirvana. Il film mostra così da una parte un sound maturo dei Sonic Youth che demoliscono il pubblico europeo con il suo noise rock, dall’altra i giovani Nirvana, i quali, anche prima della fama arrivata con “Nevermind” e della caduta del suo carismatico cantante mostravano tutte le qualità che li avrebbero presto portati a diventare una pietra miliare nella storia del rock. Il fenomeno era prevedibile. Le stazioni radio di tutto il mondo trasmettevano patetiche versioni di Milli Vanilli, Rick Astley, Michael Jackson e Madonna, nonché il peggio dei Guns N’ Roses, ecc. Il successo del rock alternativo era necessario e inevitabile. Non si trattò in realtà di una vera rivoluzione, come tanti vollero interpretare, ma si trattò piuttosto di un’operazione volta a svelare tutto un pubblico e una serie di band che stavano nascendo già da un decennio. Gente come Dinosaur Jr., Meat Puppets, Babes in Toyland, Mudhoney, tutti questi appaiono in questo film che, senza intenzione, diventerà uno “statement” degli anni ’90. Ci troviamo quindi in un ciclo simile. Il pop più commerciale domina le radio, Internet, facebook, twitter, youtube. Non ci sono Nirvana né Sonic Youth che ci salvino....

Folk Art Centrum Budapest

Il Folk Art Centrum di Budapest riunisce oggetti d´artigianato provenienti da tutta l´Ungheria: tessuti, tappeti, giocattoli, ceramiche e gastronomia.