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Frida Kahlo a Istanbul

Il Museo Pera di Istanbul espone per la prima volta in Turchia l’opera di Frida Kahlo e Diego Rivera. La mostra, aperta al pubblico fino al 20 marzo 2011, raccoglie una vasta collezione di opere appartenenti alla Collezione Gelman, tra le quali figurano i migliori autoritratti di Frida Kahlo ed eccellenti dipinti di Rivera. Oltre ai 40 dipinti che formano la collezione Gelman di arte messicana del XX secolo, la mostra include anche le opere presentate a Berlino e Vienna nel 2010, in occasione della retrospettiva su Frida Kahlo, la cui curatrice fu Helga Prignitz-Poda. Sempre nell’ambito della mostra si terranno eventi paralleli a documentare la vita e il momento storico che influenzò l’arte di questa celebre pittrice, organizzati da Salomón Grimberg, esperto d’arte messicana. Nello stesso tempo verrà mostrato il programma Viva la rivoluzione, con proiezione di film incentrati sulla rivoluzione messicana. Magdalena del Carmen Frida Kahlo Calderón nacque a Coyoacán, Messico,  nel 1907. La sua pittura profondamente personale e la sua originalità nel panorama artistico dell’epoca, uniti al forte contenuto emozionale e metaforico della sua vita, fecero sì che il padre del surrealismo André Bretón la considerasse una surrealista spontanea, etichetta che la pittrice respinse rispondendo “Non ho mai dipinto i miei sogni, ho solo dipinto la mia realtà”. Effettivamente la sua vita era stata caratterizzata da una serie di eventi dolorosi che le segnarono il corpo, fino alla sua morte.  Nel 1926 un incidente stradale le causa un danno irreversibile alla colonna vertebrale, a causa di un corrimano che le si conficca nel fianco fino a uscire dalla vagina, precludendole tra l’altro per sempre la possibilità...

Il Jazz a Barcellona

Molto più di ogni altra musica, i barcellonesi sembrano amare il jazz.. D’estate ci sono concerti gratuiti nei parchi e durante l’anno , nella capitale catalana, si organizzano diversi jazz festival e quasi ogni giorno della settimana si può facilmente assistere ad una concerto. Vediamo queli sono i locali jazz più rinomati di Barcellona. É il primo locale che vi consigli se volete passare una serata all’insegna del jazz. Il Jamboree offre musica dal vivo 7 giorni su sette, con una jam session i lunedì. I biglietti per i concerti costano tra i 10 e i 15 euro. Questo fa si che il Jamboree sia frequentato da diversi tipi di gente. Potete consultare il programma on line: http://www.masimas.com/jamboree/ LUZ DE GAS Questo elegante jazz club è famoso per il suo ambiente chic. Gli spettacoli al Luz de Gas hanno di solito due sessioni, una alle 21 e un’altra verso la mezzanotte o l’una. Qui hanno suonato alcuni grandi nomi della musica come i The Alan Parsone Project, Bonnie Raitt e Noa. Il prezzo del biglietto d’entrata è abbastanza variabile e dipende ovviamente da chi vi si esibisce. (tra i 10 e i 20 euro o anche di più). Per i prossimi concerti consulta la loro web http://www.luzdegas.com/ HARLEM Il Harlem è un po’ più grezzo e anche per questo motivo molto popolare tra i barcellonesi. Non fatevi confondere dal nome, il Harlem ospita anche concerti di swing e rock. È un locale economico e i biglietti costano intorno ai 5 euro. Ci sono di solito due sessioni, la prima alle 23 e la seconda all’1. L’Harlem apre da martedì...

Restauro della Basilica di Santa Sofia

Anche se sempre esisteranno coloro che rifiutano di schierarsi da una parte o dall’altra, siamo abbastanza sicuri che gli amanti di Istanbul si possono dividere in due gruppi principali: quelli che preferiscono la Moschea Azzurra, e quelli che, messi alle strette, scelgono la Basilica di Santa Sofia. Fin qui niente di nuovo, e all’orizzonte pochi luoghi come Istanbul e il Bosforo – il punto da dove ci si inizia a inebriare dei profumi d’Oriente per dare nuovo vigore al luogo comune. Nonostante sia stata convertita in moschea nel 1493, nonostante i quattro splendidi minareti che la fiancheggiano, nonostante le impressionanti calligrafie con il carismatico nome di Allah e gli otto profeti degli straordinari medaglioni appesi al suo interno, nonostante che i crociati abbiano saccheggiato il tempio portando alla Sainte Chapelle di Parigi l’oro dei mosaici e la corona di spine del Nazareno, Santa Sofia rimarrà sempre nell’immaginario occidentale come il più chiaro esemplare dello strabiliante potere di fascinazione dell’Impero Bizantino. Mentre era imperatore (527-565 d.C.), e col fine di rinforzare la sua immagine, Giustiniano non solo si identificò con Dio mediante un sofisticatissimo rito di corte che fu poi assorbito dalla chiesa ortodossa greca, ma volle persino materializzare il suo desiderio di essere punto iniziale a centrale di tutta la politica, inclusa la religiosa, attraverso la costruzione di un favoloso palazzo imperiale –così danneggiato che il suo rinvenimento è più fonte di inquietudine che di piacere- e di una basilica, Santa Sofia di Costantinopoli, che sembra invocare (la sapienza è la seconda persona della Santissima Trinità) una identificazione tra Cristo e l’imperatore, suo rappresentante sulla Terra. L’estrema audacia architettonica...

Omaggio a Sigmar Polke

La Akademie der Kunste di Berlino ha inaugurato lo scorso 14 gennaio una bellissima mostra con alcuni dei più importanti disegni dell’artista Sigm ar Polke. Klaus Staeck, amico intimo di Polke, ha voluto rendere omaggio a più di 40 anni di amicizia che lo aveva legato ad dei pittori tedeschi più importanti di tutti i tempi, organizzando una mostra presso l’Accademia di Belle Arti di Berlino. Staeck non solo era l’editore ed il gallerista del famoso artista, ma anche un compagno creativo. Adesso ci presenta 90 disegni di grande formato, che Polke realizzò in più di 40 anni di traiettoria artistica, prima di morire prematuramente nel 2010, a soli 69 anni. Polke era uno dei più importanti artisti tedeschi internazionalmente riconosciuti, famoso non solo per essere molto critico, ma anche per il suo elegante umorismo. Polke, nato nella Germania settentrionale era un artista poliedrico  che realizzava le sue opere al di fuori dei classici parametri  estetici ed accademici . Negli anni 60 si fece conoscere come uno dei fondatori del “Realismo capitalista” Con un notevole senso dell’umorismo e la sufficiente distanza critica osservava la realtà divorata da un vorace capitalismo. L’artista era capace di individuare con molta perspicacia gli slogan politici e le oscure tentazioni che giacevano nelle viscere di una società repressiva e borghese. Indubbiamente, Polke era uno in assoluto uno degli artisti tedeschi più interessanti, dato che fu capace di mettere in evidenza le contraddizioni etiche della nostra società postmoderna. Per maggiori informazioni: http://www.adk.de/     Heloise Battista Hai tempo fino al 13 marzo per andare a Berlino e visitare la mostra preso al Akedemie der Kunste...

Lord Chandos e la Vienna di Hugo von Hofmannsthal

Sul frontespizio dello splendido edificio progettato da Joseph Maria Olbrich intorno al 1898 come sede delle attività e delle esposizioni della Secessione viennese – edificio che alla solida bellezza cubica unisce gli inevitabili riferimenti di quest’epoca a un certo misticismo panteista attratto dalle forme naturali – può leggersi la celebre iscrizione “A ogni epoca la sua arte, a ogni arte la sua libertà”, una vera e propria dichiarazioni di principi che affermava la necessità di un’arte nuova propria dei nuovi tempi rivoluzionari. Infatti non solo Vienna (nonostante la cieca ostinazione con cui lo storicismo degli edifici della Ringstrasse si rifiutava di rifiutava di riconoscere) o l’Austria, ma il mondo intero stava cambiando e in tutti i campi del sapere, dalla tecnologia alla la psicologia fino alla quotidianità del vivere sociale, si andavano imponendo nuovi paradigmi, che divergevano completamente da tutto ciò che fino a quel momento era stato dato per scontato. Dio era morto, la psicologia e la sociologia si imponevano sempre di più, lo sviluppo scientifico faceva registrare progressi giornalieri definendo nuove frontiere che venivano a loro volta superate rapidamente. E questo avveniva nei settori dei trasporti, della medicina, delle comunicazioni…  Allo stesso tempo si andava consolidando una nuova fisica di carattere newtoniano, rivolta allo studio dell’atomo e delle sue particelle, che apriva la strada a conclusioni che implicavano una visione della realtà assolutamente innovatrice. Nel mondo intellettuale è il tempo di quella che poi verrà definita come filosofia del sospetto, basata su tre grandi pilastri, Nietzsche, Freud und Marx (anche le implicazioni politiche erano inevitabili). Ovviamente a risentirne fu anche il linguaggio, in particolare attraverso il rinnovamento...

Sukran Moral. Amemus Interruptus: polemica nella Casa dell’Arte

Adottare la prospettiva dello straniero è sempre stato un apprezzato ricorso letterario per mostrare l’assurdità di tutte quelle convenzioni che ogni giorno accettiamo senza protestare e senza stupirci più di tanto, rinunciando a qualsiasi riflessione a riguardo per il semplice fatto che vi siamo abituati. I viaggi attraverso mondi immaginari ci offrono l’opportunità di assumere una prospettiva in grado di dotarci di uno sguardo nuovo, capace di svelarci nuove realtà possibili che possano portare ad assumere un atteggiamento critico nei confronti dell’irrazionalità e dell’ingiustizia che trapela da molti dei nostri fondamenti sociali più consolidati e caratteristici. È questo uno dei fondamenti di racconti dall’enorme valore come I viaggi di Gulliver o Il manoscritto di Brodie nonché della stessa antropologia, considerata contemporaneamente scienza e arte. Così ci capita sempre più spesso di chiederci, in questi tempi conformisti che sembrano portare verso un nuovo puritanismo e caratterizzati da un’allarmante tendenza alla censura, cosa penserebbe un ipotetico alieno di una società che permette l’emissione mediatica quasi costante di comportamenti e messaggi di inciviltà, aggressione, brutalità, despotismo, subordinazione, sessismo e guerra, celebrati quasi fino all’esaltazione in diverse occasioni, ma che, per esempio, proibisce con indignazione le più elementari espressioni della vita sessuale, mercificata e spesso maschilista. La stessa “logica” fa sì, per citare qualche esempio, che a Londra si ordini di coprire i genitali di un nudo di Lucas Cranach rappresentato nel manifesto della mostra del pittore tedesco rinascimentale, o che su Facebook si censuri la diffusione della campagna pubblicitaria di un disco di Scissor Sisters, in quanto la copertina riporta una bellissima foto in bianco e nero di Robert Mappelthorpe nella quale...

Mel Ramos: ragazze, caramelle e fumetti

L’universo dell’artista nordamericano Mel Ramos è popolato da lascive ragazze pin up , eroine ed eroi che marcarono tendenza all’inizio degli anni 60  e che ne fecero uno dei principali esponenti della Pop Art. Il Museo Albertina di Vienna ci presenta laretrospettiva di Mel Ramos più completa mai vista in Europa, che si inaugura il 18 febbraio del 2011, per commemorare il cinquantesimo anniversario della Pop Art attraverso dipinti e disegni, i curatori dell’Alberitna ci fanno entrare in questo fantastico e colorato mondo di Mel Ramos, marcato da un umorismo acido e i suoi commenti satirici sulla dottrina capitalista e il consumismo  che invadono la cultura occidentale alla fine degli anni 50. Con i suoi “Commercial Pin-Ups” mette in evidenza l’ipocrisia culturale e la sessualizzazione della donna, temi che continuano ad esser attuali. Forse per questo motivo le opere di Ramos continuano ad avere una grande importanza, non solo per il loro apporto nel campo della pittura, ma  soprattutto grazie alla sua perspicacia e la coerenza discorsiva con la nostra società presente. Nato nel 1935 in California, Mel Ramos si è trasformato in uno degli esponenti più importanti della Pop Art, affermandosi con Roy Liechtenstein ed Andy Warhol come uno dei principali rappresentanti dell’arte americana per eccellenza. La sua prima mostra si celebrò alla fine degli anni 60 presso il Museo d’Arte Moderna di San Francisco, seguita da molte altre mostre. Per maggiori informazioni http://www.albertina.at/   Heloise Battista Fino al 25 de aprile potrai scoprire l’immaginario di Mel Ramos presso l’Albertina di Vienna. Affitta appartamenti a Vienna e non ti perdi la mostra di uno dei principali esponenti della...

Jodorowsky a Barcellona: sogni e fantasia

Dal 23 febbraio al 2 marzo si terrà presso il Caixaforum una serie di conferenze sul sogno ed il fascino che gli scienziati hanno da sempre provato per quest’attività biologica che ha incuriosito anche santoni e stregoni. A tenere le conferenze sarà il famoso scrittore, sceneggiatore, drammaturgo Alejandro Jodorowsky. È uno dei personaggi più famosi nell’arte dell’interpretazione dei sogni. Passiamo la metà della nostra vita sognando, non solo quando dormiamo, ma anche quando il sogno ci aiuta a fuggire dalla realtà e ci trasporta ad un mondo ideale, esente da conflitti. I sogni e la fantasia sembrano essere indispensabili per un sano sviluppo mentale coadiuvando l’equilibrio e la salute mentale. Considrando che viviamo in una società quasi virtuale, dove la comunicazione e la vita sociale già non sono più fisiche, la confusione può portarci a fantasie sulle persone che conosciamo attraverso le reti sociali; ci rendiamo conto che la fantasia fa parte della nostra vita quotidiana e spesso la trasferiamo ai nostri sogni, perché i sogni  e la fantasie si confondono i questo scenario onirico chiamato vita. Lo studio dei sogni e il loro contenuto è pertanto da sempre un tema di grande interesse. Lo era senz’altro per il medico psichiatra e saggista svizzero Carl Gustav Jung, collaboratore Carl Gustav Jung, collaboratore di Sigmund Freud. Jung sostiene che esiste un inconscio collettivo condiviso da tutti gli esseri umani che va ben oltre l’origine geografica o razziale e che si caratterizza dagli archetipi, modelli di comportamento istintivo e dalla percezione che si possono trovare nei sogni e nei miti di tutte le culture. Per spiegarlo si serviva delle allucinazioni di...

Kutlug Ataman ad Istanbul

All’Istanbul Modern (Museo d’Arte Moderna a Istanbul) è in corso una mostra dell’artista Kutlung Ataman, inaugurata il 3 dicembre. Per questa prima retrospettiva dell’artista turco l’Istanbul Modern ha scelto alcune interessanti opere video e alcune delle sue installazioni più iconoclaste. Ataman è, senza dubbio, uno degli artisti turchi più noti, in particolare da quando ha partecipato alla Biennale di Istanbul nel 1997. Da allora le sue opere sono state esposte nelle istituzioni più prestigiose del mondo. Ataman, attraverso le sue opere dà voce alle identità marginali della società, senza però mai denudarle, ma introducendo il pubblico in questi universi con molta cura ed estrema sensibilità. Quello che più ci sorprende nelle opere di Ataman tuttavia è la capacità che ha per diluire i limiti tra realtà e fiction il che rende le sue opere difficili da catalogare. Quando intervista questi personaggi che vivono al margine di gruppi sociali con un’identità ben salda che mette in evidenza come la storia e i fatti si adattano e modellano all’interno di una narrativa personale, che non necessariamente concorda con la realtà oggettiva. In questo modo, l’artista dimostra come le nostre identità si basano, in gran parte, su parametri fittizi, come costruivano il nostro io dall’immaginazione. Con “The Enemy Inside Me”,  l’Istanbul Modern raccoglie alcune delle opere più interessanti di Ataman che saranno esposte nelle sale dell’Istanbul Modern fino al 6 marzo del 2011. Tra queste c’è “Women Who Wear Wigs”(1999), “Never My Soul” (2001), “Testimony” (2002) e le sue opera più recenti e fino ad adesso inedite in Europa come “Beggars” (2010). Per maggiori informazioni: http://www.istanbulmodern.org/en/f_index.html     Heloise Battista Affitta appartamenti a...

Al Museo Leopold le opere di Florentina Pakosta

Il Museo Leopold di Vienna ci fa scoprire l’universo pittorico di Florentina Pakosta, una delle artiste contemporanee più interessante del momento. Con  all’incirca 150 opere il Leopold ha disegnato un’ampia retrospettiva che ci presenta la traiettoria artistica di Pakosta. Lontano dai parametri accademici dell’arte, Florentina Pakosta, dai suoi inizi negli anni 50, s’imbarcò in una propria autentica esplorazione creativa che culminò nei suoi primi disegni a matita nei quali ritraeva personaggi anonimi della città di Vienna. Alcune delle sue serie più importante sono i suoi ritratti realista che fanno intravedere un punto di vista femminista ed una intrinseca critica sociale, con reminiscenze della Pop Art più satirica che è stata una delle sue principali ispirazioni. Uno dei punti centrali del suo lavoro è la dominazione maschile che si manifesta non solo in politica, ma in tutto il panorama culturale alla fine degli anni 70 e all’inizio degli anni 80. Un altro punto interessante di quest’eccezionale artista era la nozione di perdita del soggetto di fronte alla soffocante società di massa e il dispotismo dei mezzi di comunicazione e la dittatura consumista Si tratta di temi e paradigmatici per le avanguardie moderne del secolo XXI. Nata a Vienna nel 1933 la Pakosta fu una delle prime artiste che reagì davanti alla caduta del muro di Berlino nel 1989 con una serie di lavori astratti che oggi come oggi rappresentano una delle principali contributi dell’astrazione geometrica. Per maggiori informazioni: http://www.leopoldmuseum.org/exhibitions/     Heloise Battista Fino al 18 aprile avrai l’opportunità di conoscere le opere di una delle artiste austriache più emblematiche dei secoli XX e XXI. Ti consigliamo di affittare appartamenti...