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Joes Pub New York

Un´istituzione della città di New York che offre concerti, proiezioni cinematografiche e ottimi drink .

Fiera del Libro di Helsinki

In alcuni paesi mediterranei, soprattutto in Spagna, le Fiere del Libro di solito coincidono con la primavera o con l’estate. Sono eventi celebrati all’aria aperta, che alterano per qualche settimana la fisionomia delle parti rappresentative delle città, e che sono caratterizzati da uno spirito festivo, che in un certo modo trascende l’aspetto meramente commerciale, sebbene in fondo di questo si tratti. Anche se abbondano le conferenze e tavole rotonde in padiglioni adibiti per l’occasione, l’elemento essenziale ed evidente di queste fiere si svolge all’esterno: le code che si formano per farsi firmare dal proprio scrittore favorito il libro recentemente acquistato, avendo anche l’opportunità di colloquiare brevemente con gli autori, e di portarsi a casa un ricordo che molti conserveranno come un tesoro per il resto della vita; le terrazze dove bere una birra per ristorarsi dal caldo e dalla fatica di camminare attraverso corridoi e stand sfogliando decine, a volte centinaia di volumi che attirano la nostra attenzione solo per il fatto di essere esposti nello stand della casa editrice o della libreria presente (dal facsimile di libri di orazioni medievali alle ultime e polemiche opere di Houllebecq o Amélie Nothomb  —que a volte si aggirano nella fiera firmandole– passando per fiori delicatissimi e straordinari come trattati botanici dell’Ottocento, libri di anatomia di Vesalio, le incisioni degli emblemi della Fuga da Atalanta, e oggetti banali come l’ultimo stupido libro che ci invita, con formula apposita, a fare soldi senza scrupoli e senza macchia sulla coscienza, che magari ne esce anche arricchita e purificata solo per aver seguito i principi teoricamente basilari della meccanica quantica, a quelli che ci fanno...

Ristorante I Due Leoni Roma

Cucina tipica romana e ottima carta dei vini.

Elegante locale con ottima cucina, I Due Leoni incarna la perfetta armonia tra la buona tavola e un servizio di prima

Adventure Landing New York

Adventurelanding sono una serie di parchi divertimento pernsati peri l divertimento delle famiglie in tutte le stagioni dell´anno.

Il Parco Asterix Parigi

Il Parco Asterix è uno dei parchi di divertimento di Parigi da visitare obbligatoriamente: per bambini e adulti che non vogliono crescere.

Istambul e l’età del Mediterraneo

In un articolo su Roma commentavamo quella bella scena di Spartacus di Kubrick in cui il capo dei gladiatori, dopo aver ascoltato una commovente canzone dagli echi gnostici sul ritorno a casa (¨Quando il sole risplendente si ritirava dal cielo/ Quando il vento esalava il suo ultimo sospiro sulla montagna/ Quando non si sentivano più le bestie al pascolo/ Quando la spuma del mare dormiva come una fanciulla/ E il crepuscolo rosa accarezzava il mondo/ Tornavo a casa), viene vinto dal desiderio e dalla tristezza di saper solo combattere, di non essere capace di cantare belle canzoni e fare che la gente creda in esse, di non saper né leggere né scrivere, di non conscere niente, di sentirsi ignorante. Di non sapere, ad esempio, perché le stelle nel cielo e gli uccelli non cadono, perché il sole abbandona la scena al calar della notte, perché la luna cambia forma, da dove arriva il vento. Il suo grande amore Varinia, dopo avergli rivolto uno sguardo indimenticabile, risponde a quest’ultima domanda parlandogli di una lontana grotta nel nord dove dorme un giovane dio il cui alito anima e agita i venti notturni ogni volta che sospira sognando una fanciulla. Forse non c’è mai stato niente da sapere, forse qualsiasi esperienza è semplicemente incomunicabile, forse ogni sapere è basato esclusivamente sull’affabulazione. Ma la nostra necessità di sapere è così grande che non possiamo vincere il desiderio di legittimare le storie che inventiamo per tranquillizzarci l’animo. La verità, in effetti, viene sopravvalutata, ma niente sembra curarci come quella sorta di dipendenza da questo strano succedaneo, non importa quanto ampiamente siano documentati i suoi...

Bonnie ‘Prince’ Billy a Barcellona

Come dimostrazione di quanto peculiare, o si potrebbe anche dire strano o stravagante, sia stato il modo di essere e di lavorare di Will Oldham, conosciuto anche con il nome d’arte di Bonnie “Prince” Billy, uno dei creatori di musica popolare americana più prestigiosi, reputati e interessanti degli ultimi vent’anni, potremmo forse citare, tra gli innumerevoli esempi possibili, il fatto che in qualche occasione abbia citato Russ Meyer e Robert Duvall come due importanti influenze sulle sue opere. Non per niente il futuro Bonnie “Prince” Billy (un semplice pseudonimo, nato apparentemente per ragioni puramente fonetiche, che alla fine acquisirono imprevedibili significati occulti e ramificazioni, svelati a poco a poco nel penultimo anno del XX secolo) iniziò la sua carriera artistica interpretando la parte di un predicatore adolescente nel film di John Sayles Matewan (1987), quando aveva diciassette anni. Di Duvall ha detto di ammirare soprattutto la sua presenza come interprete, quella facoltà speciale che certi attori hanno (e ogni cantante è anche attore, specialmente sul palcoscenico) di trasformare in qualcosa di interessante tutto quello che toccano, in virtù unicamente della loro capacità di trovare il modo di farlo sembrare personale ed unico. Le ragioni dell’ammirazione per Meyer possono forse essere trovate nella commovente canzone I See a Darkness, che nel 1999 diede il nome al primo disco dell’era Bonnie “Prince” Billy, e venne versionata in modo memorabile un anno dopo, con Will Oldham ai cori –probabilmente la parte migliore versione di quel tema eccelso è il modo in cui le due voci si incrociano- da Johnny Cash nell’album American III: Solitary Man. Iniziando con il ricordo delle molte volte...