L’abbazia benedettina di Saint-Germain-des-Prés è considerata la chiesa più antica di Parigi. Situata nel distretto 6, pieno di café, gallerie d‘arte e boutique di lusso. Durante l’epoca dell’esistenzialismo fu un quartiere imntellettualmente molto prestigioso, con i suoi café frequentatissimi da pensatori come Sartre e Beauvoir. Situata nei dintorni di quella che fu la Parigi medievale, sulla riva sinistra della Senna. Luogo propenso alle inondazioni quando fu costruito, l’abbazia dovette costruirsi nel mezzo delle praterie, o “prés” in fancese, da cui il nome. Fu fondata nel secolo VI dal re merovingio Childebert I. Nel 542, in guerra con la Spagna, il re ritirò lássedio su Saragozza quando venne a sapere che i suoi abitanti avevano affidato la propria protezione a San Vincenzo Martire. Come ringraziamento, il vescovo di Saragozza consegnò ai merovingi la tunica del santo, e Childibert al suo ritorno a Parigi costruì questa Basilica di Santa Croce con l’intento di albergare le reliquie ed alloggiare le tombe dei re, dedicando il luogo santo alla Santa Croce ed a Vincenzo Martire. In seguito fu eretto il monastero benedettino. Si crede che fu in quel momento che il vescovo di Parigi prese il suo nome attuale, Monseñor Germain. Nel secolo IX la chiesa fu saccheggiata ed incendiata dai normanni almeno in quattro occasioni, e si salvarono solo le colonne e il lucernario. Venne ricostruita ed ampliata nel secolo XII dal papa Alessandro III. Il campanile romanico dell’ingresso fu costruito come solito contrappeso per reggere le grandi campane, ed è uno dei più antichi ancora in piedi in Francia. Con il passare del tempo, l’abbazia dette il nome al quartiere di...
Fino al 7 di giugno si presenta la replica dell´opera maestra di Mozart, Le Nozzi di Figaro, nell´Opéra Bastille con la messa in scena di Giorgio Strehler ed interpretata dai migliori solisti del mondo, Barbara Fritoli nel ruolo della Contessa Almaviva ed Ekaterina Syurina in quello di Susanna. Le nozzi di Figaro è un´opera buffa in quattro atti, composta da Wolfgang Amadeus Mozart su un libretto del poeta italiano Lorenzo da Ponte che si ispirò alla commedia Le marriage de Figaro di Pierre Agustín Caron di Beaumarchais. Mozart conobbe Da Ponte nella casa del padrino del suo primogenito, il barone di Wetzlar, e cominciarono ad interessarsi a scrivere la musica dell´opera satirica di Beaumarchais. Da Ponte era un avventuroso nato a Venezia che aveva abbandonato i suoi voti di castità ecclesiastici per dedicarsi alla letteratura, arrivando ad ostentare il carico di drammaturgo della corte imperiale. La sua corsa di funzionario della corte non gli aveva significato grandi sfide, cosicché l´avventura di scrivere un libretto di adattamento dell´opera di Beaumarchais fu una sfida importante. Il suo esordio avvenne a Parigi, ma tuttavia, l´opera svegliò enormi sospetti per trattarsi di un´opera ispirata ai testi di un servitore della Rivoluzione Francese a cui piaceva la satira per riflettere le relazioni di potere di una nobiltà decadente. L´imperatore José II si oppose al fatto che l´opera venisse esibita a Vienna, una delle piazze più importanti per l´opera in quell´epoca, perché era considerata un malaugurio e troppo pericolosa per la sua tematica. Mozart e Da Ponte convinsero di presentarla impegnandosi a rifare il libretto, cancellando tutto quello che ferisse la decenza ed il buon...
Fino al 24 di giugno la Fundación Henri Cartier-Bresson esibirà l´opera American Power dell´artista nordamericano Mitch Epstein. La mostra è basata in una serie di fotografie dove Epstein si addentra nella natura per discutere del governo, delle imprese e dell´eccessivo consumo della società nordamericana. Mitch Epstein nacque in Holyoke, Massachussets, nel 1952. Studiò nel Rhode Islan School of Desing, di Rhode Islan e nella Cooper Unión di New York, dove fu alunno di Garry Winogrand. Epstein sperimentò con la fotografia a colore e lavorò nella sua ridefinizione, dato che fino agli anni ´70 era considerato come parte della fotografia pubblicitaria e non si aggiungeva il colore nella foto arte. Negli anni ´70 si dedicò a viaggiare per gli Stati Uniti facendo un´esplorazione fotografica. Nel 1978 viaggiò in India dove partecipò come direttore di fotografia a vari film, tra esse Salaam Bombay ed India Cabaret. Inoltre, dedicò parte del suo tempo a realizzare un´esplorazione fotografica che lasciò plasmata nel suo libro Alla ricerca dell´India. La sua ricerca per catturare i comportamenti culturali ed i processi delle società lo portò in Vietnam negli anni ´90. Lì, durante un lungo processo di apprendistato e comprensione del modellamento della storia prodotto dal colonialismo, dalle guerre e dall´imposizione di una modernità lontana dalla sua cultura millenaria, finì col libro Vietnam: Libro dei Cambiamenti che fu prologato per Susan Sontag. Il suo ultimo gran lavoro American Power ottenne il premio Prix Pictet di Fotografia 2011 alla sostenibilità dell´ecosistema che fu consegnato dal Segretario Generale delle Nazioni Unito Kofi Annan. Il progetto nacque da un incarico del quotidiano The New York Times per fotografare il paese di...
La Cité de l’Architectura et du Patrimonine presenta l’installazione decorativa Suite Elle Décoration, realizzata dall’affermato stilista Jean-Paul Gaultier nell’antico appartamento di Jacques Carlu, architetto del Palais de Chaillot. La mostra, organizzata dalla rivista Elle e da Cité de l’Architectura et du Patrimonine, resterà aperta fino ad ottobre e si si può visitare il sabato e la domenica. L’installazione che Gaultier realiza in una vecchia casa di Parigi rappresenta la terza versione della Suite Elle Décoration che organizzano Elle e Cité de l’Architectura et du Patrimonine al fine di riaffermare l’importanza del disegno nella decorazione, mettendola all’altezza delle altre creazioni artistiche. Le due edizioni anteriori furono a carico di Christian Lacroix e Martín Margiela. Gaultier, provocatore e di rottura come sempre, ha realizzato la sua installazione decorativa con le classiche righe marinare bianco-azzurre, sebbene l’apartamento si trovi di fronte all’imponente Torre Eiffel. Lo stilista, abituato a vestire corpi, ha considerato come corpi inerti le pareti e i pavimenti dell’appartamento e li ha vestiti, mobili compresi, fatto che provoca un interesante gioco di forme e prospettive leggermente mosse, con sensazioni antropomorfe. I suoi giochi da enfant terrible hanno creato il suo stile nel disegno d’alta moda en el design. Nonostante non abbia una formazione accademica in disegno, Gaultier è uno degli stilisti che hanno rivoluzionato l’estetica rompendo i classici schemi sessisti della moda, promuovendo l’uso del kilts o gonne maschili nella sua collezione Hombre Objeto. L’irriverenza di Gaultier marca un prima e un dopo sulle passerelle, portando nei suoi disegni i segni della strada, affiancando ai suoi costosi vestiti i popolari pearcing e tatuaggi, e facendo sfilare modelle in là con...
Un poeta maledetto, è colui che porta la sua vita e opera incontro o fuori dai convenzionalismi della società. Le malattie, disgrazie, abusi di droga e alcool, e, come risultato una morte prematura e tragica, sono i tipici elementi nella biografia di un poeta o artista maledetto. E le sue opere rimangono impregnate con la visione del male come sipario. Il termine “poeti maledetti” ha origine nel saggio poetico di Verlain: “Les poètes maudits”, nel quale si rende omaggio a sei poeti; Tristan Corbière, Arthur Rimabaud, Stéphane Mallarmé, Marceline Desborde-Valmore, Auguste Villiers de L’Isle-Adam e Pobre Lelian (il proprio Paul Verlain). Il primo poeta francese conosciuto come prototipo di poeta maledetto è François Villon, che visse nel secolo XV. Altri maledetti sono Antonin Artaud, John Keats, Edgar Allan Poe, el Conde de Lautremont, Dylan Thomas, ma anche le grandi poetesse argentine suicidate Alejandra Pizrnik e Alfonsina Storni. Indubbiamente la lista sarebbe più lunga. La poesia francese appartenente alla fine del secolo XIX, “fine di secolo” era caduta nelle mani di questi maledetti decadenti che non seguivano le regole convenzionali ed erano ignorati dalla critica. Però, dopo l’apparizione del manifesto del simbolismo, questi poeti che avevano rinnovato la metrica del verso, cominciarono ad avere riconoscimenti dalla società. Baudelaire è un poeta maledetto per eccellenza, è uno dei maggiori innovatori della letteratura francese e profeta della poesia moderna. La sua opera è molto influenzata dal romanticismo, ma gli si rinfacciò rifiutando l’importanza estrema retorica della natura. Cominciò la sua attività letteraria nel movimento conosciuto come i Parnassiani per potere dopo arrivare ad essere uno dei massimi esponenti del Simbolismo. Con la...
All’inizio del 1988, come se presentisse la morte, che sarebbe sopraggiunta solo alcuni mesi più tardi, il poeta inglese Ted Hughes, diede a stampare una collezione di poemi. Lettere scritte in prima persona nel corso di un periodo di più di 25 anni ed indirizzate quasi nella loro totalità alla sua prima sposa, la poeta statunitense Sylvia Plath che si era suicidata 35 anni prima. Si tratta di Birthday Letters (Letter di compleanno), un libro di incredibile bellezza nel quale per la prima volta Hughes affrontava, dalla prima volta che la vide nel Strand di Londra, in una foto di gruppo di borsisti Fullbright, la questione della morte, dell’assenza di Plath e la tesa, bella e drammatica vita che avevano condiviso. Attraverso questi poemi scopriamo che dopo le loro modeste nozze il joyceano giorno di Bloomsday (16 giugno, giorno nel quale si svolge l’Ulisse) nella parrocchia di St. George of the Chimney Sweeps del quartiere londinese di Holborn, sul cui altare Plath vide “i cieli aprirsi e mostrare ricchezze mature che cadevano su di noi”, “Hughes, standole accanto si vide sottomesso ad un tempo strano: il futuro stregato”, andarono in viaggio di nozze a Parigi. Lì, mentre Plath riviveva con entusiasmo il mito della città che creato da Stein, Hemingway, Fitzerald, Miller ed il resto degli americani della generazione persa, per Hughes, segretamente esisteva solo “la capitale dell’occupazione e del vecchio incubo” Leggeva ogni cicatrice di pallottola nelle sedie del Quai/ Con una sinistra sensazione familiare/ e guardava fissamente il modo afflitto nel quale il sole…. Non è difficile condividere le sensazioni del poeta inglese, quando si visita la...
Dal 4 al 26 marzo il programma senza frontiere dell’Hoptimum Festival proporrà danza, rap e graffiti. La festa, che dura 13 notti e si realizza nella zona est di Parigi, è diventata una tradizione tra gli amanti e i cultori dell’hip-hop, che in questa sesta edizione godranno della musica del Sud Africa e del Vietnam, tra le varie novità. Altra novità di quest’anno dell’Hoptimum Festival è la partecipazione della prima ballerina de l’Ópera de Paris Marie-Agnes Gillot, che entra nel mondo dell’hip-hop a partire dall’armonia espressiva del suo ritmo, così come ha detto in varie interviste: “Ho imparato molto dall’hip-hop, soprattutto le dissociazioni del movimento”. Les Rares Differences dura solo 30 minuti, in questo fugace spazio di tempo la danza classica, l’hip-hop e la sensualità si fondono nella musica di Willie Bobo, Nunernik Otto, Bela Bartok y Gabriel Fauré. L’esibizione sarà il 5 marzo a Lagny-sur-Marne. L’hip hop è un movimento artistico nato negli Stati Uniti negli anni 70 tra le comunità urbane afroamericane e latine dei quartieri poveri di New York. La cultura hip hop è compsta da quattro espressioni artistche: il Mcing o rapping, il DJing o turntablim, il breakdance o Bboying, e il graffiti in tutte le sue varianti. I cultori dell’hip hop si riconoscono come parte di una cultura che propone un incontro tra resistenza al sistema neoliberale, il tema dell’esclusione sociale e della classe sociale. Ma non è tutto politica e riflessione in questo Festival, c’è anche la sensualità, espressa da Sébastien Ramirez e Hyun-Hung Wang in Amor & Psyche, vincitori del Concorso Danza Delizia in Germania nel 2008 e del Premio Speciale a...
Band of Horses è una delle band che promuove l’indie rock con influenza folk e con sonorità tipiche del sud degli Stati Uniti. Il gruppo è nato nel 2004 a Seattle su iniziativa di Ben Bridwell. La band è attualmente composta da Ryan Monroe, Tyler Ramsey, Bill Reynolds e Creighton Barrett. Il gruppo captò presto l’attenzione di etichette discografiche e dei fan del genere, ma fu appena nel 2006, quando presentarono Everything All the Time, con il *line up* originale, che raggiunsero il grande pubblico. Nel loro disco di debutto era inclusa la canzone “The Funeral” che fu utilizzata non solo per diverse pubblicità televisive, ma anche per show televisivi, videogiochi e film. Questo fece sí che Band of Horses diventò famosa in breve tempo e si presentò in diversi programmi televisivi visti da milioni di persone in tutti gli Stati Uniti. Anche la loro seconda produzione, Cease To Begin ebbe un notevole successo. Dopo un tour che li ha portati in giro per tutto il mondo decisero di tornare alla loro città natale per continuare con la vita che facevano prima di diventare famosi e per poter così comporre nuove canzoni. Il 18 maggio lanciarono Infinite Arms, un album che stanno portando adesso in tour. Gli artisti di Seattle saranno in Francia il 26 febbraio per presentare a La Cigale il loro ultimo disco. Per maggiori informazioni: http://www.lacigale.fr MiLK Affitta appartamenti a Parigi e non lasciarti scappare quest’opportunità. Tradotto...
Parigi è, senza dubbio, la capitale della moda europea, dove si generano le tendenze più interessanti e patria di alcune delle marche leggendarie della moda. In questa linea, il Museo delle Arti Decorative di Parigi ha inaugurato “Gli anni 1990 & 2000. Storia della moda contemporanea”, una mostra che riunisce alcune delle principali tendenze della storia della moda più recente. Iniziando dal decennio degli anni 90, che segnò un punto di svolta e un momento di maturità nel mercato della moda, l´esposizione ci presenta alcune delle proposte più radicali e avanguardiste, che cambiarono i parametri estetici vigenti fino ad allora. Tra esse, ricordiamo i disegni incredibili di Azzedine Alaia e Rei Kawakubo du Comme de Garcons, che si inseriscono senza dubbio all´ambito della moda più concettuale, con le loro mitiche collezioni, come per esempio “La gobba” della primavera/estate del 1997 per mano di Kawakubo. Non potevano mancare nemmeno Jean Paul Gaultier e Yohi Yamamoto, e il minimalismo di Helmut Lang e Jil Sanderm, che scommisero sull´eleganza e semplicità. Al lato opposto troviamo i frenetici disegnatori inglesi come John Galliano, che iniziò disegnando per Dior, e l´enfant terrible della moda Alexander McQueen, la cui eredità fa credere nel suo incredibile talento. La mostra ha aperto il 25 novembre e conta con un interessante catalogo che raccoglie appunti sui momenti più significativi a partire dagli anni 90. Maggiori informazioni in: http://www.lesartsdecoratifs.fr/francais/mode-et-textile/expositions-70/actuellement-447/les-annees-1990-2000-histoire/ Per tutti gli amanti della moda, questa esposizione è probabilmente una delle più interessanti della stagione. Heloise Battista Quindi vi consigliamo di affittare appartamenti a Parigi visitare la mostra al Museo delle Arti Decorative fino all´8 maggio, e potrete cogliere...
La mostra “Chase the Dragon” si richiama alla prima esperienza con le droghe e la conseguente ossessione con queste sostanze psicotrope che porta poi alla continua ricerca di quel dolce brivido provato quella prima volta. È una metafora che descrive alla perfezione la dipendenza che per un artista costituisce il dipingere. Quando il momento creativo crea una dipendenza simile alla droga, l’artista permette al mondo, per un istante uno sguardo verso il suo interno, come la nuvola di fumo che traccia una figura nell’aria, per sparire subito in seguito. La galleria Magda Danysz di Parigi ci presenta una mostra che ci introduce nell’eccentrico ed ossessivo mondo di un variopinto gruppo di artisti contemporanei e che non può lasciare nessuno indifferente. Le immagini di Larry Clarck, leggenda del cinema e della fotografia, per esempio, hanno un incredibile impatto visivo, come d’altra parte anche gli esperimenti creativi del cineasta Gaspard Noe. Tutte queste opere hanno in comune la capacità di provocare nello spettatore, emozioni molto intense. La mostra darà spazio anche a giovani artisti emergenti come Kosta Kulundzic, un pittore che dedica il proprio lavoro intorno a temi come la fede e il misticismo e la nostra società produce i suoi propri miti ed eroi. Si avrà anche l’occasione di conoscere Axel Pahlavi, un pittore iraniano capace di provocare il pubblico con le sue opere realiste che puntano alla dicotomia tra mitologia religiosa e il declino della società postmoderna. L’inaugurazione di “Chase the Dragon”, si è celebrata l’8 gennaio presso la galleria Magda Danysz e sarà aperta fino al 6 febbraio 2011. Per ulteriori informazioni puoi visitare : http://www.magda-gallery.com/en/chase-dragon Heloise...