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Il Pesce d’Aprile a Firenze

Il 1º aprile è il giorno preferito di tutti gli amanti delle burle in vari Paesi, come: Regno Unito, Francia, Italia, Finlandia, Australia, Germania ed altri. É una tradizione che piace proprio a tutti e che lascia sempre un sorriso persino sul viso delle malcapitate vittime degli scherzi. Nel Regno Unito si parla di “April fool’s day” (“il giorno degli scemi d’aprile”); in Portogallo e Brasile, “día das mentiras” (“il giorno della menzogna”); in Italia, Francia; Valonia e Svizzera, “Pesce d’Aprile”. Ma qual è la vera storia di quest’usanza? Dove ebbe inizio la tradizione del Primo Aprile? Le teorie sono molte. La più riconosciuta è quella secondo la quale tutto cominciò in Francia, in seguito al cambio del giorno di inizio del nuovo anno con il decreto Roussillon (gli “scemi” continuavano a festeggiare il nuovo anno dal 25 marzo al primo aprile). Esiste però un’altra teoria, che riconosce come madre patria della tradizione l’Italia. Se conoscete bene l’Italia, conoscerete anche la fama della Toscana di essere una regione caratterizzata dall’humor. Ebbene, secondo questa teoria, la tradizione ebbe inizio proprio a Firenze. Sin dai primi anni d’età, gli italiani trascorrono ore ad organizzare scherzi per amici e parenti. Il Pesce d’Aprile in Italia dà l’opportunità di burlarsi di chiunque, terminando sempre con un sonoro “Pesce d’Aprile!”. Tra i Pesce d’Aprile più famosi in Italia, è passato alla storia quello del maestro Buoncompagno da Firenze, che, intorno alla fine del XIII secolo, annunciò agli abitanti di Bologna che il primo aprile avrebbe volato sopra la città. Tutti accorsero per assistere all’evento, ma quando già si trovavano sul monte di Santa Maria, aspettando il...

Il rinascimento dell’arte sacra

Quando si parla di arte sacra viene sempre alla mente l´immagine di Cristo, di Madonne, di apostoli ed altre scene religiose e bibliche. Opere dipinte o scolpite molti secoli fa, che sicuramente abbiamo visto in Italia, soprattutto nella bella città d´arte Firenze, create da Michelangelo, Raffaello, Bernini o altri artisti del Cinquecento o del Seicento. Chi pensa che l´arte sacra appartenga al passato però si sbaglia di grosso. Anzi: a seguito di avvenimenti recenti e meno recenti, l´arte religiosa è oggi, in pieno XXI secolo, particolarmente richiesta. Proprio a Firenze c´è una scuola d´arte sacra situata sulle rive del fiume Arno che sta cercando di ravvivare il fuoco della tradizione che ha reso questa città uno dei centri storico-artistico più importanti del pianeta. Michelangelo e compagnia sono passati a miglior vita ormai da secoli ma il loro spirito resta lì. In un articolo pubblicato sull´Huffington Post, il direttore della scuola Giorgio Fozzati ha dichiarato che ¨il mercato dell´arte sacra è in auge¨, aggiungendo che solo in Italia negli ultimi decenni sono state costruite più di 540 chiese. Foto: madprime  Un altro fattore che influisce sul costante sviluppo dell´arte sacra è che la chiesa cattolica beatifica continuamente nuovi personaggi, come ad esempio il Papa Giovanni Paolo II e numerosi altri. Questi nuovi santi hanno bisogno di quadri, statue ed altre opere che li raffigurino, e ciò fa sì che la domanda di artisti sacri non si esaurisca mai. Fozzati dice che ¨la sfida non sta nel copiare le opere degli antichi maestri, bensì nell´educare artisti ed artigiani ad essere capaci d´interpretare la tradizione dell´arte sacra con un linguaggio moderno¨. Considerato l´argomento da questo punto...

Florence Guides

Così come dichiarano nella loro pagina web, Florence Guides, è formato da un gruppo di appassionati diplomati in storia dell´arte e originari della

Farmacia Molteni Firenze

La Farmacia Molteni, al lato della galleria degli Uffizi, è una meta da non perdere anche se no sei malato.

Denaro e bellezza nella Firenze rinascimentale

Nel suo notevole libro La mia vita sopra i tetti, lo scrittore di Samoa Albert Hannover ricorda in modo marginale e sottile, come se fosse l’angolo di una miniatura, il professore di filosofia che gli capitò quando compiva i suoi studi preparatori per l’università. Si chiamava Thomas e la sua attitudine corporale in classe –non smetteva di muoversi nell’aula mentre articolava un discorso dalla chiarezza prodigiosa- faceva rima in modo insuperabile con i disegni che nel suo libro di greco rappresentavano un paio di filosofi peripatetici, come per dare ragione a Nietzsche quando diceva che camminando si pensa meglio.   Una volta che Thomas sembrava perso in un delirio nostalgico per un’epoca antica e ammirevole, Hannover volle sfidarlo con una domanda riguardante il possibile errore di idealizzare quelle epoche così ingiuste dal punto di vista sociale, chiedendogli se non fosse il caso di pensare che in tutti in periodi storici le diverse civiltà si siano comportante in modo mostruoso con buona parte dell’umanità. Senza abbandonare la sua aria malinconica, Thomas sospirò, in un modo che Hannover in seguito avrebbe associato a Joseph Cotten nel suo indimenticabile discorso sull’automobile in The Magnificent Ambersons di Orson Welles, e ammise che era possibile ma che ciò nonostante non poteva evitare di sentire che in certi luoghi ed epoche (la Atene di Pericle, la Firenze del Quattrocento…) ciò che chiamiamo cultura esprimeva una certa presa di coscienza della dimensione artistica dell’esistenza, dell’aspirazione a vivere la vita come se fosse una forma d’arte, ed era proprio questa sensazione d’arte di vivere a renderle migliori e speciali ai suoi occhi. Quasi ad illustrare questo episodio, attraverso una...