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Bronzino: una mostra a Firenze

Agnolo di Cosimo Tori, meglio noto come il Bronzino (1503-1572) è uno degli artisti concettuali più antichi. L’arte concettuale come tale si sviluppa appena a partire dal XXº secolo, ma le figure del Bronzino, emanano quella rigidità gelata che associamo con le opere dell’avanguardia moderna.  Nei visi piatti ed immobili dei suoi ritratti non si riesce a percepire l’identità o i pensieri del personaggio ritratto. Nei loro occhi si legge un vuoto misterioso e una fredda bellezza che ha su di noi un’inspiegabile forza d’attrazione. Si tratta forse del rigore impenetrabile di una statua? Con la tipica ingenuità di un artista rinascimentale, Bronzino era capace di realizzare una rappresentazione precisa ed accurata. I suoi quadri però non sono lo specchio della realtà, ma sono popolati da figure fossilizzate e fantasmi tristi. Adesso il Palazzo Strozzi a Firenze ospita una mostra dedicata a questo genio del rinascimento dal titolo “Bronzino. Artista e poeta alla corte dei Medici”. Inaugurata il 24 settembre, la mostra rimarrà aperta fino al 23 gennaio. Oltre ai capolavori del Bronzino, si potranno ammirare anche le opere di Pontormo e di Alessandro Allori, suoi collaboratori. L’osservatore potrà così immergersi completamente nell’universo artistico del Bronzino. In una delle sale dedicate ai Medici di Firenze, si possono ammirare i bellissimi ritratti dei bambini dei Medici, che risaltano il talento pittorico del Bronzino. Indubbiamente interessanti anche le sue opere di tematica religiosa che decorano molte delle chiese di Firenze. Se non nel Palazzo Strozzi, potrai trovare le sue tracce in tutta la città. Consigliamo di visitare questa mostra a tutti gli amanti dell’arte e non solo. Prima di partire affitta...

Two Door Cinema Club, la rivelazione del 2010 a Vienna

I Two Door Cinema Club sono una band nata nel 2007 nel nord dell’Irlanda che, suonando nei bar e nelle discoteche, si è fatta conoscere negli ambienti indie, fino ad ottenere un contratto discografico con la francese Kitsunè Musica, famosa per produrre gli album di gruppi come i Crystal Castles, Hurts o Hot Chip. Il resto è storia. Nel 2010 Alex Trimble (voce e chitarra)  Kevin Baird (basso) e Sam Halliday (batteria),  hanno finalmente fatto pubblicato  il loro primo album, Tourist History che contiene canzoni come “Cigarettes In The Theatre” o “Something Good Can Work”  e hanno subito conquistato il pubblico, anche quello statunitense, che spesso è abbastanza reticente nell’accettare gruppi nuovi Oggi la band si presenta come una delle promesse dell’indie, grazie ad un suono molto particolare che mescola i riff di chitarra con il mixaggio dei  sintetizzatori. Fino a poco tempo fa accompagnavano gruppi con una solida reputazione nel mondo della musica, come gli autoKratz, i Delphic, Foals e i Metronomy, ma recentemente hanno iniziato un tour mondiale indipendente per presentare il loro primo album. I Two Door Cinema Club suoneranno a Vienna il 2 de dicembre al Wuk.  Se vuoi assistere a uno delle loro, affitta appartamenti a Vienna e goditi il loro show musicale di una delle band indie più promettenti. . Per ulteriori informazioni:http://www.wuk.at Wuk: Währinger Straße 59, 1090...

A Parigi la controversa mostra di Larry Clark

Il 2 ottobre è stata inaugurata un’interessante mostra fotografica presso il Musée d´Art de la Ville de Paris centrata sulla controversa opera di Larry Clark. Il leggendario regista di Kids (1995) oltre ad essere un valido cineasta, è anche un prolifico fotografo. Così come le sue opere cinematografiche, le fotografie di Clark trattano temi che riguardano la gioventù problematica, ribelle e violenta. Alla mostra dal titolo “Ciao Kiss the Past” si potranno vedere oltre 200 opere del fotografo statunitense, da quelle inedite, a quelle più famose, come per esempio “Tulsa” o “Teenage Lust”.  La mostra mette in evidenza la sua personale visione dell’adolescenza, dell’amore, della droga, della violenza e del sesso. La decisione del Musée d´Art Moderne de la Ville di Parigi di vietare l’ingresso alla mostra ai minori di 18 anni, ha provocato molte polemiche. Secondo Sébastien Gokalp, curatore della mostra, il museo come istituzione pubblica, non può permettere ai minori la visione di immagini così esplicite come quelle di Clark. Il museo da parte sua temeva anche possibili proteste da parte della comunità cattolica di Parigi. Considerando che la maggior parte delle opere in questione sono già state esposte in altri musei famosi, alcuni sono dell’opinione che questa sia una misura drastica e sostengono che mette in pericolo la libertà d’espressione. Per visitare la mostra, affitta appartamenti a Parigi e recati al Musée d´Art Moderne de la Ville di Parigi entro il 2 gennaio 2011. Per ulteriori informazioni: http://mam.paris.fr/  ...

Gogol Bordello a Helsinki

I Gogol Bordello possono vantarsi di avere uno stile musicale da loro stessi creato:si tratta del cosiddetto gypsy punk (punk zingaro). La loro storia inizia nel Low East Side di New York alla fine degli anni 90 (precisamente nel 1999 esattamente). Com’è risaputo uno delle loro caratteristiche sono concerti dal vivo molto teatrali con evidenti influenze dell’arte zingara. I loro non sono solo dei semplici spettacoli musicali, ma dei veri e propri show. Il gruppo è composto da niente di meno che otto musicisti con a capo il frontman Eugene Hütz, cantante, DJ e anche attore, protagonista di film come “Tutto è illuminato”e ” “Filth and Wisdom” . Tutti i componenti del gruppo hanno origini zingare, discendono infatti da gitani provenienti dall’Europa dell’Est ed immigrati negli Stati Uniti. I Gogol Bordello si servono di strumenti come la fisarmonica, il violino e il sassofono per produrre sonorità punk. I gruppo, secondo quanto dichiarato dallo stesso Hütz, è stato  influenzato da  Jimi Hendrix e  dai Parliament-Funkadelic. È inoltre evidente che il nome della band è un omaggio allo scrittore russo Nikolai Gogol. Anche se il loro primo single uscì già nel 1999, raggiunsero la fama con la registrazione di “Start Wearing Purple”, parte dell’album Voi-La Intruder, che li rese famosi nel Regno Unito. Più tardi uscì un altro album Gypsy Punks. Questo gruppo alternativo sarà a Helsinki il 6 dicembre e suonerà al Kulttuuritalo. Non perderti quest’originale spettacolo e l’energica esibizione dei Gogol Bordello, affitta appartamenti a Helsinki e compra subito i...

La macabra storia dei Mayhem

La realtà supera spesso la fiction. A conferma di questa dichiarazione vogliamo raccontarvi l’incredibile storia dei Mayhem, una polemica band norvegese, più conosciuta per la sua macabra storia che per i suoi meriti artistici, anche se ha ricevuto diversi premi nell’ambito della musica metal.   Per farsi un’idea del tipo di band, basta menzionare i nomi che si sono dati i componenti del gruppo: Maniac (maniaco), Dead (morto), Hellhammer (martello infernale) o Deatchcrush (scontro mortale). I Mayhem fanno parte della corrente Black Metal e si fecero conoscere verso al fine degli anni 80 per i loro testi che non parlano del diavolo e di riti satanici, come di solito i testi di questo genere musicale, ma di droghe, assassini, sentimenti suicidi ed altri argomenti legati alla morte. La band ha vinto diversi premi come migliore band metal, ma nei mezzi di comunicazione più che della loro musica, si parlava dei tagli che Dead si infliggeva durante i concerti e che spesso lo facevano svenire per l’eccessiva perdita di sangue. Uno delle caratteristiche distintive dei loro concerti è una testa di maiale ancora sanguinante che i musicisti utilizzano come elemento decorativo durante le loro esibizioni. Il cantante, Dead, fu ingaggiato dopo aver mandato come lettera di presentazione una scatola con un coniglio in stato di decomposizione e un nastro con la sua voce. La scatola e il suo contenuto convinsero la band ad ingaggiarlo. Oltre alle eccentricità sopra descritte, i Mayhem hanno profanato cimiteri e bruciato diverse chiese. Nel 1991 il cantante si uccise tagliandosi i polsi e sparandosi, perchè il dissanguamento durava troppo. Le circostanze del suicidio sono ancora...

Le opere di Fernando Botero in mostra a Budapest

Fernando Botero è un artista colombiano noto per i sui dipinti e le sue sculture con figure espressive dalle fattezze rotonde. I suoi quadri dai colori vivaci si rifanno  all’estetica di grande artisti latinoamericani come Diego de Rivera e José Clemente Orozco: il suo immaginario è stato influenzato anche dai classici della pittura europea, Botero infatti realizzò i suoi studi in Europa, a Madrid e non nella sua città natale, Bogotà. Nelle sue opere pertanto sono presenti influenze di grandi opere maestre, che un qualsiasi osservatore esperto in arte potrà facilmente individuare. Adesso il Museo di Belle Arti a Budapest gli dedica un’ampia retrospettiva che raccoglie sia le opere recenti dell’artista colombiano sia opere realizzate negli ultimi 20 anni. Attraverso 60 pitture ad olio e sculture, potremo viaggiare per il ludico immaginario di Botero. La mostra “Fernando Botero”, inaugurata il 23 settembre e aperta fino al 2 gennaio del 2011 vuole essere un omaggio alle opere di Botero. I curatori si sono inoltre proposti di evidenziare, attraverso il percorso della mostra, le influenza pittoriche ed intellettuali che hanno contribuito al particolare linguaggio espressivo dell’artista. Botero è indubbiamente una delle figure più importanti dell’arte contemporanea latinoamericana e le sue opere fanno parte di collezioni artistiche in Giappone, Russia, Germania, Italia e, ovviamente in Colombia. Grazie alle robuste ed esagerate figure umane presenti nei suoi quadri, è spesso paragonato a Peter Paul Rubens che, come Botero, aveva una particolare debolezza per le curve umane, soprattutto quelle femminili. Nelle opere di Botero è presente anche il suo paese natale, con il suo folclore e la sua variopinta cultura: In alcuni quadri si...

Al Prado di Madrid una mostra su Rubens

Peter Paul Rubens, è nato a Siegen, in Germania, nel 1577 è uno degli artisti più famosi della storia, per aver saputo, attraverso le sue opere, enfatizzare il movimento, il colore e la sensualità, affrontando temi religiosi e mitologici e storici. Il modo di esprimere la sua arte lo rese l’artista europeo più riconosciuto dell’epoca. Quest’anno il Museo del Prado chiuderà l’anno espositivo, con una mostra (che si inaugura il 3 novembre) dedicata a Rubens. La mostra, curata da Alejeandro Vergara, direttore del dipartimento di Conservazione di pittura flamenca e delle Scuole del Nord, saranno esposte all’incirca un centinaio d’opere. L’evento permetterà ai visitatori di ammirare alcune delle opere maestre di Rubens, come per esempio “San Giorgio sconfigge il drago”, “San Paolo”, “Il giardino dell’Amore” , “Le tre Grazie” ; “ Ninfe e satiri”, “Ercole e Onfale”, “Saturno divora il figlio”, “Diana e le sue ninfa” ecc. Visitando la mostra si potrà vedere anche un documentario sulla vita del pittore diretto da Miguel Angel Trujillo e prodotto dal Centro di Studi Europa Hispanica e Angular Producciones. Se vuoi conoscere meglio le opere di Rubens e i dettagli della sua vita, affitta appartamenti a Madrid e approfitta di quest’interessante mostra che si potrà visitare al Museo del Prado fino al 23 gennaio 2011. Per ulteriori informazioni: http://www.museodelprado.es/ Museo del Prado: Calle de Ruiz de Alarcón, -23, 28014 Madrid,...

Immagini inquietanti in mostra a Milano

Il 19 ottobre è stata inaugurata presso la Triennale di Milano una mostra dal titolo “Disquieting Images” che ospiterà le opere di artisti le cui immagini si caratterizzano per il loro forte impatto visivo. Si tratta di immagini inquietanti che vogliono richiamare l’attenzione su temi come l’inquinamento, l’Aids, la criminalità mafiosa, il sadomasochismo, i conflitti armati, il consumo di droga, il travestitismo ecc. Le fotografie in mostra sono una sintesi delle problematiche socio-economiche e politiche che hanno sconvolto continuano a sconvolgere il nostro pianeta. Attraverso diversi linguaggi estetici, la mostra ripercorre storie umane dal grande impatto emotivo. Vi presentiamo due degli artisti presenti alla mostra. Pieter Hugo: la maggior parte dell´opus del fotografo sudafricano si concentra su realtà poco conosciute della società africana e per lo più su settori emarginati della popolazione. La sua estetica è esplicita e quasi provocativa. Hugo, che fa arrivare il suo obiettivo là dove lo sguardo degli altri difficilmente riesce ad arrivare, è alla continua ricerca di una realtà cruda, verace, che ci svela i lati più brutali e autentici  del continente nero. Diane Arbus: la leggendaria fotografa americana, una delle artiste più rilevanti del secolo XX, ha immortalato, attraverso le sue immagini, i malesseri della società moderna. Come Hugo, anche lei si sentiva attratta dall’umanità più emarginata e verace: travestiti, nani, prostitute ecc., personaggi che non rientravano per niente negli schemi del cosiddetto sogno americano. Vi invitiamo a visitare questa interessante mostra che, oltre alle opere di Hugo e della Arbus, ospiterà anche le immagini di altri fotografi famosi: Nina Berman, Elena Dorfman, Donna Ferrato, Nan Goldin, Philip Jones Griffiths, Alfredo Jaar, Yoshiyuki...

PEEKABOO- L’arte sudafricana il mostra a Helsinki

Fino a poco tempo fa non sapevo molto sull’arte Sud Africana, ma recentemente ho scoperto che il Sud Africa è diventato, nel corso degli ultimi 15 anni,  uno dei maggiori centri per l’arte contemporanea. Numerosi artisti sudafricani, come per esempio Wiliam Kentridge, Jane Alexander o Roger Ballen , sono tra gli artisti contemporanei più rilevanti a livello mondiale. Le tematiche comuni affrontate dagli artisti  riguardano la storia e i nodi irrisolti della società sudafricana: l’apartheid, il ruolo della religione, i continui cambiamenti socio-politici e la ricerca dell’identità. Quest’anno per la prima volta l’Art Museum di Helsinki presenta una collezione di opere dell’arte contemporanea sudafricana, invitando il pubblico alla mostra “Peekaboo-Il Sud Africa attuale.” L’evento ospiterà le opere di una ventina di artisti: fotografie, dipinti, sculture ed installazioni che affrontano temi come l’apartheid, l’influenza della religione, e l’influenza delle continue trasformazioni socio-politiche sulla formazione dell’identità personale. Alcune opere si centrano sulle esperienze personali, mentre altre si riferiscono piuttosto alla spesso cruda realtà, ma sono poetiche, a volte satiriche o comiche… Erja Pusa, il  principale curatore del Museo d’Arte di Helsinki sottolinea che  Peekaboo non è una rivisitazione dell’arte sudafricana del post apartheid e dichiara :”L’intenzione è quella di mostrare che tipo di contenuti hanno una qualche importanza nell’arte sudafricana contemporanea. Per molti degli attuali artisti l’apartheid era parte della loro vita quotidiana e le sue tracce sono in qualche modo visibili ancora oggi. Pusa, inoltre,  richiama l’attenzione anche sul paragone che si può fare tra l’arte sudafricana contemporanea e il surrealismo del primo dopoguerra e spiega: “L’esperienza della storia è soggettiva  ed e sempre vista con gli occhi del presente,...

Picasso e la politica, una mostra a Vienna

La vita e l´opera di Picasso sono state studiate e presentate da diversi punti di vista. Uno degli aspetti più interessanti della sua biografia riguarda le sue convinzioni  politiche, che si riflettono in numerose opere, particolarmente in quelle realizzate durante l’epoca della guerra fredda. Ciò che pochi sanno, o molti dimenticano, è che il famoso pittore si iscrisse al  partito Partito Comunista nel 1944  rimanendogli fedele fino alla sua morte avvenuta nel 1973. Fu un periodo d’intensa creazione artistica, durante il quale gli eventi politico-sociali influenzarono notevolmente la sua opera. Il Museo Albertinum di Vienna ospita per la prima volta le opere dell’artista spagnolo con il proposito di analizzare anche le sue convinzioni politiche ed il suo interesse per le trasformazioni sociali.  Dal 22 settembre fino al 16 gennaio 2011 avrete la possibilità di conoscere più a fondo quest’aspetto della vita e dell’opera di questo leggendario artista. La mostra “Picasso. Guerra e Pace “, ci propone un percorso attraverso le opere più importanti del genio spagnolo, segnate dal suo impegno politico nel  Partito Comunista. Una delle opere più rappresentative del periodo preso  in esame è “Colomba con ramoscello d´ulivo” del 1961, che è ormai entrata nell’immaginario collettivo come simbolo universale della pace. Oltre a rispecchiare l’ambiente socio-politico dell’epoca, le opere di Picasso sono una denuncia nei confronti della violenza, della guerra e della sofferenza da esse provocata. Non ci deve quindi sorprendere se, diverse opere che sostenevano apertamente la causa comunista, abbiano provocato nell’opinione pubblica moltissime polemiche. È però innegabile che esprimevano anche un’incredibile fede nell’umanità e sostenevano il movimento per la pace.  Se volete scoprire il lato politico...