Dal 4 al 30 aprile l’Istituto Cervantes ed il Museo Pera della Turchia presentano un ciclo di cinema infantile nell’ambito del festival Animadrid, in occasione della Giornata Nazionale Del’Infanzia e della Gioventù. Il ciclo di film spagnoli d’animazione è adatto ad ogni tipo di pubblico. Animadrid è un festival internazionale di immagini d’animazione che si tiene ogni anno a Pozuelo de Alarcón ed è organizzato dal Patronato Municipale de Comune di Pozuelo di Alarcón e la Vicepresidenza ed il Consiglio della Cultura e dello Sport della Comunità di Madrid, con il proposito di promuovere l’animazione audiovisiva e dare uno spazio di incontro tra creatori e pubblico. L’animazione nasce con il cinema ed il desiderio di rendere reale il movimento delle immagini. I precedenti raccontano che Emile Reynaud ha proiettato per 10 anni le sue immagini al Museo Grévin di Parigi, grazie alla sua invenzione del Praxinoscopio nel 1977. A partire da allora e con l’invenzione dei fratelli Lumière, diversi amanti dell’immagine in movimento si avventurarono nello sviluppo della tecnica dell’animazione. Lo splendore dell’animazione tuttavia la raggiunsero i fratelli Max e Dave Fischer, usando la tecnica perfezionata da Earl Hurd nel Pagliaccio Coco (1920) e nella rappresentazione sexy della cantante Helen Kane, in Betty Boop (1930) le cui sonorità poo-poo-pi-do si traformarono in un classico per la società nordamericana. Otto Messmer, creatore d’avanguardia del famoso Gatto Felix per gli studi di Pat Sullivan, rivoluzionò l’animazione, dandole caratteristiche e personalità umane ad un animale, anticipando le creazioni di Walt Disney ed altri creatori che diedero vita a caricature animali. Il successo della sua caricatura radicava nella fantasia surrealista che sviluppava Felix...
Il 23 Marzo l’Istanbul Modern inaugura “Paradise Lost”, il paradiso perduto, una fantastica esposizione che indaga sulla nozione d’innocenza e purezza della natura nell’ambito dell’arte contemporaneo. Attraverso il lavoro di 19 artisti si metterà in evidenza il constante conflitto tra natura e cultura teconologica nel mondo attuale. Parte centrale della mostra sarà la nostalgia del paradiso perduto, la sostenibilità e il conflittuale incontro tra cultura, industria e tecnologia. Una parte della ricerca si centra sul concetto di natura che si è instaurato nella nostra cultura a partire dal Romanticismo, mettendo particolare enfasi sul punto di vista artistico e su come gli artefici attuali evolvano tale concetto tenendo in conto l’epoca postmoderna in cui ci troviamo. Alcune delle domande più importanti riguardano questo, se al giorno d’oggi esiste una natura innocente, o se si tratta di un’idea puramente romantica. Evidentemente, ci si interroga anche sul futuro ecologico della terra, e se siamo arrivati a un punto di non ritorno rispetto alla distruzione dell’ecosistema. Forse quella natura innocente non esiste più, e vivremo in un’era in cui la dicotomia tra il naturale e il teconologico non sarà così evidente come in passato. Un interessantissimo progetto che conta con la collaborazione di alcni degli artisti più emblematici del momento. Tra essi, il belga Francis Alys, una eminenzia nel mondo dell’arte, come anche Pipilotti Rist, una delle videoartiste più importanti, Kiki Smith, Bill Viola, Pae White, Ulrike Ottinger, Armin Linke, Guy Maddin. Per maggiori informazioni su questo fantastico progetto: http://www.istanbulmodern.org/en/f_index.html ? Heloise Battista Questa mostra rimarrà aperta fino al 24 Luglio. La cosa migliore è affittare appartamenti a Istanbul e avvicinarsi all´inaugurazione,...
L’Istambul Modern presenta l’opera del fotografo cinese Yao Lu, I Nuovi Paesaggi. L’interessante proposta estetica di Lu è incentrata sui diritti umani, con i quali crea paesaggi che ricordano la pittura classica cinese. La mostra sarà aperta fino al 22 maggio 2011. Yao Lu nacque a Pechino, Cina, nel 1967. Dopo aver studiato incisione all’Accademia Centrale di Belle Arti Cinese, scelse di proseguire le sue ricerche estetiche nel campo della fotografia, diventando professore presso la facoltà di disegno del Queensland College of Art dell’università di Griffith. Si dedicò alla ricerca di tecniche miste tra fotografia, pittura e disegno. Anche se il lavoro di Lu rientra nell’arte concettuale, risulta interessante osservare come i paesaggi dei suoi quadri si avvicinino più ai paesggi dell’espressionismo o della pittura cinese tradizionale. Le sue opere attraggono per l’armonia e la bellezza che traspare dai paesaggi bucolici che ricordano la Cina medievale. Ma a guardare più a fondo ognuna delle sue opere si ritrova la violenza, la protesta e il clamore contro la distruzione della natura e dell’ambiente. Lu racconta la Cina riprendendo con la sua macchina fotografica i segni della distruzione di una società emergente, che rovina la propria vita in un edonismo senza fine. Il suo lavoro è complesso, esteso e si sviluppa in tre tappe: per prima cosa le montagne di immondizia vengono coperte con un manto verde, poi vengono fotografate da diversi angoli e profondità di campo e alla fine le foto vengono assemblate in digitale creando effetti e aggregando elementi classici dei paesaggi classici cinesi, per terminare con un’opera simile alle pitture in acquarello. Da buon fotografo Lu osserva la...
La Storia è sempre la storia del presente. Una finzione o un racconto, che si appoggia con rigore ai metodi delle scienze sperimentali per lavorare, che appartiene però di diritto al campo di battaglia della storia delle idee e che si trova, come si sapeva nel Medioevo, in una regione letteraria che va oltre tutti i generi. La Storia si produce tramite un trasporto di valori del nostro tempo in periodi passati che hanno come proposito principale il legittimargli e fargli passare per necessari. In quest’esercizio di giustificazione del presente, tutto quello che non incassa è male interpretato, omesso o taciuto, mentre quello che lo fa è rimarcato, trasformandolo nella stessa essenza di artefatti ed invenzioni tali come le epoche, i paesi o le razze. Impressionato per il suo carattere eterogeneo, quando Flaubert visitò Istanbul nel 1850 scrisse una celebre lettera nella quale pronosticava che l’antica Costantinopoli sarebbe la capitale del mondo un secolo dopo. Secondo Orhan Pamuk, quello che successe nel periodo menzionato, dopo la caduta dell’Impero ottomano, Istanbul si trasformò in una città posseduta dall’amarezza, la povertà e la rovina. Tra queste rovine di un passato splendente si trovava un magnifico e conturbante atlante mondiale del 1513 che, nonostante lo stesso giorno del suo ritrovamento, durante il governo di Atatürk, uno dei grandi tesori nazionali della Turchia moderna e laica, la cui rappresentazione è presente ancora oggi sulle banconote turche ed è da allora scrupolosamente mantenuto dall’esibizione pubblica. Anche gli studiosi che vogliono esaminarlo si ritrovano davanti a enormi difficoltà burocratiche, nonostante il suo ottimo stato di conservazione. In un certo senso è strano che sia così,...
Dal 2 al 17 aprile si terrà il Festival Internazionale del Cinema a Istanbul, organizzato dalla Fondazione per le Arti e la Cultura di Istanbul. La 30esima edizione del festival è dedicata stavolta a quattro dei principali personaggi del cinema turco: il regista Yusuf Kurçenli, il direttore della fotografia Ertunç ?enkay e gli attori Metin Akpinar e Zeki Alasya, i quali riceveranno il Premio d’Onore. Il festival nasce come una mostra cinematografica della durata di una settimana, la quale si teneva regolarmente in estate. Nel 1984 cominciarono a separarsi le attività e si presenta ufficialmente il Festival Internazionale del Cinema di Istanbul, proponendosi come data di realizzazione il mese di aprile. Nel 1985 viene inclusa nel programma la competizione tra film nazionali e internazionali. Accreditato dalla Federazione internazionale di associazioni di produttori cinematografici (FIAPF), si caratterizza come uno spazio per la competizione e lo sviluppo del cinema internazionale e la presentazione del nuovo cinema turco, oltre ad aprire spazi alla discussione e all’incontro tra cineasti di tutto il mondo. Il programma di quest’anno prevede una competizione internazionale, con l’assegnazione del Tulipano d’Oro per il film vincitore, e una competizione nazionale, che include documentari e la sezione Nuovo Cinema Turco. La giuria è composta da registi, sceneggiatori, attori, scrittori per il cinema, accademici e personaggi prominenti del mondo del cinema. Il cinema turco, come altre filmografie, presenta diversi influssi provenienti dagli avvenimenti politici interni e dai cambiamenti globali che hanno interessato la produzione cinematografica. La sua principale ricchezza è da individuarsi nell’accurato trattamento delle sceneggiature, le quali riescono a trasmettere in modo intenso i conflitti emozionali dei personaggi, calati in...
Le paperelle vibranti sono una pietra miliare nel mercato dei prodotti erotici. Sono divertenti, utili, un regalo efficace e normalmente piacciono a tutti. Nel vasto mondo delle paperelle, possiamo trovarne di ttte le dimensioni e colori, ma con la sola funzione di far godere il proprio padrone. Parlando di oggetti sessuali relazionati ai vibratori e alle docce, fino a poco tempo fa disponevao solo questi divertenti animaletti di gomma, ma, come ho detto, fino a poco tempo fa, perché esistono già le spugne vibranti, sicuramente un altro “amico” per godere di un bagno stimolante. Credo che al giorno d´oggi ci siano pochi oggetti che non possano diventare un vibratore, il che è meraviglioso, ma la spugna è multifunzione. Serve sia per fare massaggi rilassanti alla schiena, braccia o gambe, sia per affondarlo nelle zone più erogene. E, ovviamente, si può usare da soli o in compagnia. La unica cosa che bisogna fare è lasciars trasportare sentendo le vibrazioni che attiveranno i nervi necessari al tuo rilassamento… o eccitazione. E di cosa abbiamo bisogno per farlo funzionare? Solo di una paio di pile, non molto di più. mia1603 Non c´è dubbio che si tratti di un oggetto divertente da portarsi in ogni viaggio. Che sia per motivi di lavoro o per il pproprio piacere, possiamo trovarle uno spazietto nella valigia. Un modo stupendo i iniziare o terminare la giornata negli appartamenti a Istanbul o in qualsiasi altra città abbiate scelto. Adagiati nella bella vasca da bagno dell´appartamento, circondati da questa magica città, dei suoi costumi, della sua gente, date briglia sciolta alla vostra nuova compagna di viaggio: la spugna....
Quando si tratta di cervelli, le dimensioni non hanno alcuna importanza. Il cervello più grande le pianeta, per esempio, è quello della balena azzurra, che può arrivare a pesare fino a 6 chili. Questo tuttavia non significa che la balena sia più intelligente di qualsiasi altro mammifero. Alcuni scienziati sono riusciti a constatare che il cervello dell’uomo, il mammifero più intelligente del pianeta, è diventato sempre più piccolo col passare del tempo. Una scoperta sorprendente, considerato che finora si era messa in relazione l’intelligenza alle dimensioni della massa cerebrale. E probabilmente questa teoria rispecchiava la realtà fino a 20.000 anni fa. Da quel momento però le dimensioni del nostro cervello sono diminuite costantemente negli anni, addirittura il 10 % in meno rispetto ai cervelli dell’uomo di Cro-Magnon. Ciò significa che stiamo diventando più stupidi? Purtroppo alcuni scienziati credono di sì e sostengono che questo sviluppo negativo possa essere dovuto al fatto che oggi l’individuo non ha più bisogno della stessa perspicacia per sopravvivere, come invece era necessario in passato, quando era necessario affrontare pericoli che oggi non sono più presenti. Altri scienziati sostengono invece una tesi più ottimistica, vale a dire che la diminuzione della massa cerebrale sia dovuta a una diminuzione dell’aggressività. Il che sarebbe un’ottima notizia, se si considera che questo potrebbe andare solo a favore del vivere sociale della solidarietà, sicuramente due dei fattori più importanti nel processo evolutivo dell’umanità. Heloise Battista Il modo più efficace per stimolare la vostra intelligenza è viaggiare attraverso il mondo e conoscere nuove culture e nuove lingue. Per questo motivo non c’è niente di meglio che andare in vacanza...
Il Museo Pera di Istanbul espone per la prima volta in Turchia l’opera di Frida Kahlo e Diego Rivera. La mostra, aperta al pubblico fino al 20 marzo 2011, raccoglie una vasta collezione di opere appartenenti alla Collezione Gelman, tra le quali figurano i migliori autoritratti di Frida Kahlo ed eccellenti dipinti di Rivera. Oltre ai 40 dipinti che formano la collezione Gelman di arte messicana del XX secolo, la mostra include anche le opere presentate a Berlino e Vienna nel 2010, in occasione della retrospettiva su Frida Kahlo, la cui curatrice fu Helga Prignitz-Poda. Sempre nell’ambito della mostra si terranno eventi paralleli a documentare la vita e il momento storico che influenzò l’arte di questa celebre pittrice, organizzati da Salomón Grimberg, esperto d’arte messicana. Nello stesso tempo verrà mostrato il programma Viva la rivoluzione, con proiezione di film incentrati sulla rivoluzione messicana. Magdalena del Carmen Frida Kahlo Calderón nacque a Coyoacán, Messico, nel 1907. La sua pittura profondamente personale e la sua originalità nel panorama artistico dell’epoca, uniti al forte contenuto emozionale e metaforico della sua vita, fecero sì che il padre del surrealismo André Bretón la considerasse una surrealista spontanea, etichetta che la pittrice respinse rispondendo “Non ho mai dipinto i miei sogni, ho solo dipinto la mia realtà”. Effettivamente la sua vita era stata caratterizzata da una serie di eventi dolorosi che le segnarono il corpo, fino alla sua morte. Nel 1926 un incidente stradale le causa un danno irreversibile alla colonna vertebrale, a causa di un corrimano che le si conficca nel fianco fino a uscire dalla vagina, precludendole tra l’altro per sempre la possibilità...
Anche se sempre esisteranno coloro che rifiutano di schierarsi da una parte o dall’altra, siamo abbastanza sicuri che gli amanti di Istanbul si possono dividere in due gruppi principali: quelli che preferiscono la Moschea Azzurra, e quelli che, messi alle strette, scelgono la Basilica di Santa Sofia. Fin qui niente di nuovo, e all’orizzonte pochi luoghi come Istanbul e il Bosforo – il punto da dove ci si inizia a inebriare dei profumi d’Oriente per dare nuovo vigore al luogo comune. Nonostante sia stata convertita in moschea nel 1493, nonostante i quattro splendidi minareti che la fiancheggiano, nonostante le impressionanti calligrafie con il carismatico nome di Allah e gli otto profeti degli straordinari medaglioni appesi al suo interno, nonostante che i crociati abbiano saccheggiato il tempio portando alla Sainte Chapelle di Parigi l’oro dei mosaici e la corona di spine del Nazareno, Santa Sofia rimarrà sempre nell’immaginario occidentale come il più chiaro esemplare dello strabiliante potere di fascinazione dell’Impero Bizantino. Mentre era imperatore (527-565 d.C.), e col fine di rinforzare la sua immagine, Giustiniano non solo si identificò con Dio mediante un sofisticatissimo rito di corte che fu poi assorbito dalla chiesa ortodossa greca, ma volle persino materializzare il suo desiderio di essere punto iniziale a centrale di tutta la politica, inclusa la religiosa, attraverso la costruzione di un favoloso palazzo imperiale –così danneggiato che il suo rinvenimento è più fonte di inquietudine che di piacere- e di una basilica, Santa Sofia di Costantinopoli, che sembra invocare (la sapienza è la seconda persona della Santissima Trinità) una identificazione tra Cristo e l’imperatore, suo rappresentante sulla Terra. L’estrema audacia architettonica...
Adottare la prospettiva dello straniero è sempre stato un apprezzato ricorso letterario per mostrare l’assurdità di tutte quelle convenzioni che ogni giorno accettiamo senza protestare e senza stupirci più di tanto, rinunciando a qualsiasi riflessione a riguardo per il semplice fatto che vi siamo abituati. I viaggi attraverso mondi immaginari ci offrono l’opportunità di assumere una prospettiva in grado di dotarci di uno sguardo nuovo, capace di svelarci nuove realtà possibili che possano portare ad assumere un atteggiamento critico nei confronti dell’irrazionalità e dell’ingiustizia che trapela da molti dei nostri fondamenti sociali più consolidati e caratteristici. È questo uno dei fondamenti di racconti dall’enorme valore come I viaggi di Gulliver o Il manoscritto di Brodie nonché della stessa antropologia, considerata contemporaneamente scienza e arte. Così ci capita sempre più spesso di chiederci, in questi tempi conformisti che sembrano portare verso un nuovo puritanismo e caratterizzati da un’allarmante tendenza alla censura, cosa penserebbe un ipotetico alieno di una società che permette l’emissione mediatica quasi costante di comportamenti e messaggi di inciviltà, aggressione, brutalità, despotismo, subordinazione, sessismo e guerra, celebrati quasi fino all’esaltazione in diverse occasioni, ma che, per esempio, proibisce con indignazione le più elementari espressioni della vita sessuale, mercificata e spesso maschilista. La stessa “logica” fa sì, per citare qualche esempio, che a Londra si ordini di coprire i genitali di un nudo di Lucas Cranach rappresentato nel manifesto della mostra del pittore tedesco rinascimentale, o che su Facebook si censuri la diffusione della campagna pubblicitaria di un disco di Scissor Sisters, in quanto la copertina riporta una bellissima foto in bianco e nero di Robert Mappelthorpe nella quale...